Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 13 nr. 113
ottobre 1983


Rivista Anarchica Online

Quando si suicida uno sballato

Impiccato nel bosco vicino a Cura di Vetralla il 6 settembre è stato ritrovato Massimino detto «'l camelàin», ventisei anni, disoccupato, fricchettone, spesso sballato; sposato, separato, un figlio piccino; una persona sola. Negli ultimi tempi probabilmente viveva nella sua capanna dopo aver rifiutato la camera d'albergo, e pochi mesi fa era stato recluso a Villa Rosa, un istituto psichiatrico fèmminile ecclesiastico di Viterbo che da anni è diventato il manicomio ufficioso della provincia, convenzionato e finanziato dalla USL.
Sui giornali locali ancora una volta la retorica dell'insano gesto e dei giovani incomprensibili, lunari. La realtà è molto più atroce: nella provincia di Viterbo in questi nove mesi dell'83 si sono suicidate 17 persone, perlopiù per impiccagione, soprattutto giovani ed anziani, le fasce sociali più deboli, più aggredite. E non si tratta di insani gesti: è una scelta di morte indotta, provocata, imposta, pianificata da una società che produce solo messaggi di morte, un sistema che opprime e disumanizza. Viterbo: una provincia devastata dalla speculazione, dalla disoccupazione, dalle servitù militari ed energetiche, dal dissesto ecologico, da una classe dirigente politica ed economica che, quando non è corrotta, è comunque abbruttita nel feticismo del potere. A Viterbo è stata ammazzata la speranza, il resto è necessaria conseguenza.
A questo venefico squallore è necessario contrapporre la politica come progetto e processo di liberazione, la coscienza e la partecipazione, le ragioni della rabbia e della speranza; alla logica assassina del profitto che spoglia, alla «normalità» che schiaccia chi non s'adegua, al vampirismo delle élites amministrative, alla perdita di senso e d'identità, contrapporre la nostra voglia di vivere, la solidarietà, la rivoluzione.
Per impedire altre impiccagioni ci opponiamo ai missili, alla legislazione di piombo, alla mafia che ci governa, per impedire altre impiccagioni.

Peppe Sini (Viterbo)