Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 13 nr. 110
maggio 1983


Rivista Anarchica Online

Da che parte sta la barbarie?

Basta leggere un comune manuale di storia per capire quanto l'anarchia abbia «regnato» sulla terra, in diverse epoche storiche. Più che di regni autonomi, si tratta sempre di cogestioni di potere. Esempio: «Le invasioni barbariche furono facilitate dal fatto che, ormai, in numerosi luoghi della penisola, regnavano la violenza bruta e l'anarchia...». Oltre alla violenza bruta, l'anarchia ha molti altri soci al potere come la «decadenza», la «confusione», la «brutalità» e persino la «morte» (quale onore!).
Recentemente ho avuto modo di seguire il «prossimamente» di un film che m'ha messo addosso un'incredibile pena (il prologo, perché il film non l'ho proprio visto), intitolato «I nuovi barbari»: tra le varie e imbecilli frasi di presentazione al film, mi ha colpito una in particolare: «Dopo lo scoppio di un conflitto nucleare, la popolazione della terra è stata decimata; dappertutto regnano la violenza e l'anarchia» (a questo punto si vede un teschio in primo piano). Allo stesso modo in cui una società maschilista emargina la donna definendola strega o, comunque, elemento pericoloso e ribadendo questi concetti denominando i cicloni e le armi con nomi proprii femminili; allo stesso modo in cui si indica a un bambino come «cacca» una caramella che non si desidera che mangi, lo stato, il potere o l'ideologia dominante, cambiano i connotati ai proprii nemici.
Aveva ragione Louis Mercier Vega di dire «Il potere, di scarsa immaginazione, preferisce tradurre anarchia con violenza».
Che siamo difronte a nuove (e continue, e solite) ondate barbariche è certo, resta da vedere da che parte sta la barbarie. Senza dimenticare l'inciviltà di chi vuol tenere gli occhi chiusi a tutti i costi e, se gli hanno detto che è cacca, vuol dire che quella caramella è cacca; è questa una barbarie molto più grezza ed irresponsabile di quanto non lo fosse quella del buon Attila. Ed è facile rendersi conto che rivoltare la frittata è cosa da niente: gli obiettori totali? irresponsabili! se facessero tutti così, noi (noi, dicono proprio noi, ma noi chi?) saremmo in balia di chiunque volesse conquistare il nostro paese. Nel frattempo, Enzo Tortora vola in Libano per intervistare la nostra force of peace in piena attività, dove un vescovo militare afferma che non ha mai visto un gruppo di ragazzi tanto pieni di motivazioni (?).
Esiste una teoria americana, in fatto di diritto penale, secondo la quale tutti hanno la stessa probabilità di diventare ladri o assassini: se su dieci ragazzini che rubano nel supermercato, ne vengono beccati due, comincia a determinarsi una diversità di condizioni psicologiche tra i due colti in flagrante e gli altri otto. Se uno di questi due viene nuovamente beccato a fare un furto, comincerà a comprendere/accettare le regole del gioco e a giocare seriamente, recitando il ruolo del ladro, in questo aiutato da tutte quelle strutture (come la galera) che lo tratteranno da ladro.
Forse il potere ha imparato questa lezione ed è sicuro che anche noi, un po' alla volta, finiremo col recitare abbastanza fedelmente il ruolo di poveri sfigati che ci vorrebbe assegnare. Anzi, vi dirò ... io, ci credo, sì, quasi quasi ci credo. Sono convinto di quello che dico ed anzi, consiglio a quei rinnegati di Mauro Zanoni, Pippo Scarso, Orazio Valastro e a tutti gli altri obiettori totali e disertori, di quella risma, di tornare sotto l'ala benevola dell'esercito e, in atto di contrizione, dire a quel vescovo amico di Enzo Tortora: «Mi benedica questo fucile, padre!».

Natalino Balasso (Andria)