Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 12 nr. 100
aprile 1982


Rivista Anarchica Online

Interclassismo mai

Cari compagni,
leggendo sul numero di marzo della vostra rivista l'articolo di presentazione della manifestazione antimilitarista di Livorno, sono rimasto perplesso di fronte alla vostra critica al carattere eccessivamente "operaista" dell'antimilitarismo di molti compagni.
Ritengo anch'io che la scelta anarchica sia una scelta di libertà, ma mi sembrerebbe un errore mostruoso trasformarla in una scelta interclassista staccata da una realtà ben precisa, una realtà che, oggi come ieri, vede la presenza di una grande massa di sfruttati (e sfruttati rimangono anche se hanno il televisore a colori). Il movimento anarchico si è sempre distinto per il carattere genericamente proletario dei suoi militanti: i borghesi hanno sempre preferito i socialisti e i comunisti. Certo non dobbiamo cadere nell'esasperato operaismo "modello '68", ma credo che fra gli anarchici siano rimasti in pochi, molto pochi, a credere ancora nel mito marxista della classe operaia necessariamente rivoluzionaria. Rimane il fatto, però, che la nostra propaganda deve avere per interlocutore privilegiato il proletariato delle fabbriche e dei campi, perché chi guadagna un milione al mese la rivoluzione non la farà mai.
Un'ultima notazione per concludere. La lotta al militarismo è strettamente legata agli interessi immediati dei lavoratori non solo perché l'industria bellica, essendo un settore ad alta intensità di capitale, garantisce, a parità di investimento, un minor numero di occupati di quello che garantiscono altri settori, ma anche perché questo ramo industriale si basa molto sugli appoggi (= finanziamenti) governativi (non a caso gran parte di queste aziende sono a partecipazione statale). Questo vuol dire, in breve, che lo stato toglie soldi da alcuni settori (sanità ed educazione, per es.) peggiorando ulteriormente le condizioni di vita dei lavoratori. Su questo occorre far chiarezza, anche su questo bisogna incentrare la nostra propaganda. Fraterni saluti.

M. Z. (Livorno)