Rivista Anarchica Online
Semplificare il linguaggio
Ciao,vorrei intervenire nel dibattito sulle pubblicazioni della Cooperativa Editrice A. Sono
convinta
che uno strumento di enorme importanza con il quale oggi lo "Stato" perpetua il suo potere sia
quello della disinformazione della gente. Il modo di scrivere frammentario, spezzettato,
complicato, ambiguo (cioè che può prendere un significato diverso) dei quotidiani e dei
periodici, che dovrebbero "informare le persone", taglia fuori gran parte della popolazione. Si
dice che "siamo un paese libero, dove c'è libertà di stampa, di leggere, dire e scrivere ciò
che si
vuole", ma ciò non è vero, è solo un'illusione. I giornali dicono sempre solo ciò che
gli interessa,
anche perché quelli, che come La Stampa o il Corriere della Sera, hanno un
elevato numero di
lettori (ma purtroppo anche la maggior parte dei piccoli giornali) sono nelle mani di poche
persone potenti che hanno interesse a far conoscere solo certe cose. Mi sembra quindi sempre
più importante il ruolo dei giornali di controinformazione e la loro diffusione, nonostante
comprenda le enormi difficoltà che essi devono superare in quanto "scomodi a certa gente". Ho
però una critica da fare ad "A - Rivista Anarchica" come alla maggior parte dei giornali di
stampa alternativa.Penso che oggi lo scopo principale che occorre porsi sia quello di diffondere
informazione e
dibattito tra un numero più ampio possibile di persone: sono convinta che se vogliamo
veramente costruire un mondo di persone uguali, occorre incidere principalmente sulla
mentalità odierna, sul modo di pensare e di concepire la vita diffuso oggi, dando a tutti gli stessi
mezzi, anche e soprattutto culturali. Mi sembra che questa rivista abbia delle difficoltà a
comunicare al di fuori di una certa cerchia di persone, creando così una "cultura per
intellettuali". Trovo infatti che gran parte degli articoli che vengono pubblicati sono scritti
usando parole difficili, che non si usano quasi mai parlando normalmente. In essi si fanno
inoltre diversi riferimenti a persone e a fatti che solo chi ha un certo grado di conoscenza, ha
già avuto una certa informazione leggendo molto, partecipando a dibattiti, può capire. Il
giornale deve dirigersi a tutti, ed in particolare a chi non ha la possibilità di apprendere,
discutere o informarsi in altre maniere. La soluzione che io propongo è quella di semplificare il
più possibile il linguaggio degli articoli, di fare un uso massimo di asterischi e di postille (note
messe a lato degli articoli) e di non dare mai niente per scontato, spiegando sempre ogni
riferimento. Cerchiamo di costruire insieme un giornale veramente per tutti, e non per addetti ai
lavori: anarchia è anche semplicità. Saluti.
Claudia (Torino)
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