Rivista Anarchica Online
L'utopia artistica
di Mônica Siqueira Leite de Barros
"Viandante: non esiste il cammino, il cammino nasce andando" (Antonio Machado in
Cantares)"Il centro di gravità della crisi passa per i margini" (controcopertina
del libro Stratégies de
l'Utopie, ed. Galilée).
Vivere l'utopia vuol dire recuperare la spontaneità negata, calpestata dalla realtà sociale,
organizzata, rinchiusa in regole e ruoli. Il sogno anarchico contiene l'incontro dell'individuo e
l'unione col suo simile per rafforzare le sue potenzialità e realizzare attraverso la forza comune
ciò che ciascuno non può assolutamente fare da solo.Paradossalmente, lo sviluppo
economico-sociale comporta discorsi ed azioni chiamate utopiche
ed è necessaria la coerenza di una logica utopica e la sua efficacia sociale e politica giacché non
sappiamo sempre chiaramente se qualcuno si esprime sull'utopia degli altri o sulla propria
esperienza utopica. Vi sono stati dei convegni interdisciplinari in Europa (1975 e 1978) e ogni
volta si tentava di cogliere chiaramente l'uso teorico dell'utopia. È questa un oggetto di
conoscenza della nostra realtà contemporanea? Le riflessioni critiche si rivelano dei passi avanti
verso delle strategie utopiche, così da definire il punto in cui i discorsi ed i comportamenti
utopici si fondano in una teoria pratica.Vicino agli anarchici, B. Vincent propone l'utopia come "topia", la ricerca
qui e adesso di un
luogo vivente e di un tempo in cui esprimere la nostra natura personale (creatività,
sessualità,
ecc.) e la nostra natura sociale (convivialità, solidarietà, ospitalità, lavoro comunitario, ecc.).
Così questa (utopia-topia) realizzerà la negazione attraverso il non-scarto della realtà. Per
quel
che riguarda le pratiche utopiche artistiche, come le chiama Dufrenne in Art et Politique, 10/18
(U.G.E. 1974), esse analizzano quest'uomo alienato, decadente della civiltà moderna, assumendo
come compito urgente da realizzare la distruzione di tutto ciò che gli impedisce di entrare in
possesso della sua vera natura (l'uomo integrale) e dell'ambiente (la società senza stato). Non è
per caso che sulla stampa anarchica brasiliana legata al movimento sociale dell'epoca, si trova un
articolo notevole per la sua attualità e pertinenza al problema delle alternative sociali. Esso
inquadrava l'anarchismo sociale e la sua finalità estetica: "e l'arte è essenzialmente anarchica,
poiché l'arte è senza dubbio l'espressione più libera dell'individualismo che ha una funzione
creatrice; e tuttavia quasi mai l'arte si trova legata ai motivi della lotta e del combattimento, nel
campo della propaganda libertaria". L'autore, un militante anarchico, intendeva far risaltare il
valore delle idee libertarie in quanto "espressione d'arte e di bellezza" in risposta a "certi
intellettuali della borghesia". Poi aggiunge che oggi (nel Brasile del 1948, ma si può spaziare
nello spazio e nel tempo...): "le manifestazioni artistiche sono sospette di mercantilismo della
vita sociale oppure esse subiscono le conseguenze di uno squilibrio economico - la crisi - il che
porta gli individui a subordinare i loro sentimenti agli interessi creati dal capitalismo". L'arte si
presenta, secondo il suo giudizio, come sentimento, vibrazione, vita e personalità. E la forza
creatrice dell'individuo si trasforma in concezione artistica quando "non sente la necessità di
reprimersi. È proprio questa la premessa dell'anarchismo, dare all'individuo il controllo di se
stesso, integrarlo nella coscienza piena di tutte le sue facoltà creatrici".Libertà senza
autorità, lo spirito di indipendenza, la personalità creatrice lotta sempre
nell'ambiente sociale; anche se si sottomette agli interessi del potere spirituale, politico,
economico e sociale, quel che resta delle opere (ed egli cita ad esempio i "genii" Michelangelo,
Camus o Dante, Velasquez o Virgilio) è il fondo rivoluzionario e filosofico che li anima. La loro
sofferenza, la loro ribellione, la loro ansia di perfezione. Dunque, essere libertario, artista
utopico e opera libertaria sono condizioni necessarie e complementari all'Aurora. Quindi, l'arte
emerge in un'epoca in cui a volte si colgono appena queste concezioni del mondo e dell'avvenire
e si aspetta là la teoria pratica dei concetti e manifestazioni artistiche (che) contengono i principi
che squarciano i cieli del futuro e aprono la via a nuove forme di espressione. E questo è
l'anarchismo, perché la più elevata espressione artistica dell'umanità. (Souza Passos
, A Plebe,
16.7.48).La visione anarchica dell'avvenire è basata sulla riconciliazione di due nozioni a prima vista
antinomiche: la libertà e l'uguaglianza. André Reszler osserva anche che la società
attuale è
caratterizzata dal gioco dicotomico di due principi diametralmente opposti: l'azione creatrice e
il principio autoritario. Tuttavia non ci interessa l'arte in quanto potere, malgrado la sua
esistenza, bensì le ricerche artistiche, "teoria pratica dell'utopia" e "sogno anarchico" considerati
come prolungamento di una cultura non-direttiva, non-autoritaria.La musica contemporanea (John Cage, P. Boulez,
ecc.) riunita all'IRCAM (Istituto di ricerca e
coordinamento acustica/musica) - Centro Georges Pompidou, realizza la sua rivoluzione interna,
curando un programma a France Culture intitolato "Rivoluzione Sonora". Vi sono tendenze,
aspirazioni al superamento, a rotture innovatrici ovunque e persino l'industria culturale le
riconosce e allora, credendo che il vitale si realizzi nell'interpenetrazione di molteplici forme
d'espressione, si ritrova la poesia trasformata in risposta alle domande, sulla linea sonora dei
lavori musicali di Egberto Gismonti, Tom Jobim , Baden Powell (musicisti brasiliani
contemporanei): Non c'è speranza di trovare in una canzone nulla al di fuori di un sogno, di una
illusione: questa forse è la verità, l'infinita volontà di strappare dalla notte la ragione del
giorno. (Egberto Gismonti parla nel suo "disco, cassetta, partiture, ecc. Cirque - Brasile
1980).
|