Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 91
aprile 1981


Rivista Anarchica Online

L'anarchia è una realtà

Carissimi compagni,
ho appena letto l'ultimo numero di A e l'ho trovato veramente interessante, specialmente l'articolo sull'antipsichiatria. Comunque da sempre quello che mi attrae maggiormente ed è quindi la prima cosa che leggo sono i servizi che definirei di attualità, cioè di fatti di vita, per intenderci l'articolo: Zurigo brucia. È in queste cose che rivivo le lotte di piazza, le occupazioni fino alle manifestazioni oceaniche, tipo quella di Pisa che fece dire ad un compagno di Roma. -Siamo in tanti, non l'avrei mai pensato, allora l'anarchia è una realtà.- Ed è la stessa realtà che io cerco ogni volta che qualcosa accade in Italia o fuori.
Durante un viaggio recente ho avuto modo di notare la diffusione delle nostre idee in un modo massiccio ed entusiasmante dal sud (Grecia) al nord (Svezia). Un discorso a parte, ma di notevole portata è rappresentato dal "fenomeno punk" che investe tutta l'Inghilterra. Qui come si sbarca si nota subito la differenza, sono apparse scritte sui muri da quelle "solite" di stampo anarchico contro il regime ed inneggianti alla libertà, a quelle più tipiche al movimento punk del tipo "TOTAL KAOS" con le dovute A cerchiate. Questo fenomeno ha assunto caratteristiche di moda e di massa, bancarelle dei mercati rionali vendono fasce (bracciali) e fazzoletti da collo in due colori o rosso o nero con la relativa A cerchiata nel colore opposto; inoltre i gadgets con la A si sprecano e ci sono pure i giubbotti di finta pelle nera con relativa catena ed A. Il fenomeno è sorto con i Sex Pistols e con le loro dissacranti canzoni. Anarchiy in U.K. e God save the queen (parodia dell'inno nazionale inglese); attualmente esistono gruppi come i crAss, definiti dalla stampa come: musica per "stramaledetti anarchici", penso di non aver mai sentito parole più dissacranti (per dare un'idea dicono che i calici dei preti sono pieni di piscio). Questo gruppo è uscito con un doppio album, la cui copertina è grande come un manifesto, poi piegato in quattro parti, ed in realtà è un vero e proprio manifesto per l'anarchia e la pace. Il prezzo è stato da loro imposto ai distributori, e costa il 60% meno degli altri dischi commerciali. Esiste pure un gruppo Durruti Column.
Penso che tutto ciò sia molto interessante, come le lotte degli squatters o per la difesa delle minoranze di colore. Discorso a parte invece è Amsterdam, qui ho respirato ancora la vecchia e solita ma sempre buona aria del '68. La città è letteralmente coperta di scritte, murales e manifesti anarchici, nonviolenti e femministi. Si potrebbe scrivere tranquillamente Amsterdam con la A cerchiata, qui l'atmosfera è nei momenti di tregua dagli attacchi della polizia addirittura idilliaca di una serenità unica e tutti i compagni sono persone che ti fanno sentire nella pratica cosa voglia dire essere anarchici. Sono talmente entusiasta di questo luogo che lo consiglierei come terapia per compagni scazzati o delusi, è come andare in una grande Comune dove ci si aiuta, ci si ama, si parla ancora di costruire una società migliore. Quello che è sorprendente è che non esistendo un'organizzazione i compagni riescono a rispondere in un battibaleno alle aggressioni del regime, e dalle strade in poco tempo vedi arrivare 2.000 persone pronte a fronteggiare la situazione e difendere le case ed il loro diritto ad una vita "diversa".
Ciao con amore per l'anarchia.

Gigi (Treviso)