Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 10 nr. 83
maggio 1980


Rivista Anarchica Online

Quando i giovani socialisti erano quasi anarchici

Cari compagni,
vi scrivo in relazione al manifesto antielettorale pubblicato in quarta di copertina a firma Feder. Naz. Giovanile Socialista; è stata un'ottima idea, senza dubbio, ma sperare però che i giovani "socialisti" di oggi ci riflettano su e si sentano obbligati a rispondere è... utopia!
Incuriosito da quella prosa così... anarchica e dal tipo stesso di invito sono andato a cercare la spiegazione su alcuni testi di storia del partito socialista. Non ho trovato nulla finché non ho riletto un libretto che parla delle vicende della federazione giovanile del partito nei suoi primi nove anni. Spiegato il mistero!
Allora: nel settembre del 1903 a Firenze (dal 6 al 7) si tiene il primo congresso, quello costitutivo, della Federazione Nazionale Giovanile Socialista (FNGS); fino ad allora non esisteva un'organizzazione su scala nazionale dei diversi circoli di giovani studenti socialisti spontaneamente formatisi nel primo decennio di vita del PSI. La nascita di questa struttura fu vista come un elemento di turbamento da parte del gruppo dirigente riformista e anche dalle sezioni perché fino a quel momento ai giovani era stata impedita ogni partecipazione di un qualche rilievo nelle attività del partito. Le simpatie della FNGS vanno perciò orientandosi verso l'ala "rivoluzionaria" che appoggia sempre entusiasticamente le attività interne. Comunque, a quanto sembra, molti aderenti erano già su posizioni rivoluzionarie e davano dell'"imborghesiti" agli uomini del partito (ci furono anzi furiose polemiche iniziali con ridicoli inviti ai giovani a star buoni e studiare fino al raggiungimento dell'età giusta per entrare nel partito, a rispettare i vecchi che naturalmente suscitarono proteste fortissime da parte dei giovani sovversivi e rivoluzionari). L'organo ufficiale della FNGS si chiamerà "La Gioventù Socialista" e più tardi diventerà qualcosa di molto vicino a quella che potrebbe essere... Umanità Nova di oggi, senz'altro lontanissima dai contenuti che potevano allora riempire le pagine dell'Avanti! Ma intanto la posizione della redazione del giornale si rifà al discorso della presa del potere per instaurare la repubblica democratica. I primi numeri del giornale vengono sequestrati! Il primo per via di un manifesto antimilitarista pubblicato già dai giovani socialisti di Alessandria, i successivi più o meno per contenuti simili (...).
Il giornale era inizialmente quindicinale, diventerà poi settimanale nel gennaio del 1906, sotto la direzione di Alceste De Ambris e spiega questo suo successo con il favore che ha incontrato tra i giovani in seguito all'intensificarsi dell'azione antimilitarista! Nello stesso mese si tenta anche la costituzione di una "lega nazionale futuri coscritti", ma di questo tentativo non si conoscono i risultati. Il mese dopo l'intero Comitato Centrale e nove compagni romani verranno denunciati per antimilitarismo; allora numerosi gruppi di giovani socialisti e i redattori del giornale si dichiarano, per solidarietà, colpevoli dello stesso reato. Comunque sembra che di processi per questo stesso motivo ce ne siano stati un numero enorme, in quegli anni, molti con condanne e arresti. Nei primi anni, la vita autonoma della federazione è ristagnante, si registrano defezioni di compagni sotto la pressione della famiglia, del clero locale, delle autorità e poi il partito (nel suo insieme) vede di cattivo occhio i giovani che si organizzeranno in circoli giovanili separati dalle sezioni. Al secondo congresso (25 aprile 1905) le sezioni rappresentate sono quasi la metà rispetto a due anni prima (18 contro 30). Ancora non risulta formata (e manca anche nell'elenco dei presenti al 1° Congresso) la federazione di Pisa che ha firmato il manifesto antielettorale. Nel luglio di quell'anno il giornale esce a Roma (1° luglio), dov'è stato trasferito anche il CC; nei decenni successivi il predominio dei sindacalisti nella FNGS si farà sempre più marcato e la loro critica antiriformista si trasformerà gradualmente in critica contro tutto il partito. Essi rimproverano al PSI un gretto spirito corporativo fermo alla difesa degli interessi di una nascente aristocrazia operaia e una tendenza sempre più netta alla degenerazione in senso legalitario e filo-borghese (...).
Si arriva (per farla breve, perché mi sto accorgendo di farla... lunga) al congresso di scissione tra i sindacalisti (rivoluzionari) e la minoranza che vuole rimanere fedele al partito (riformisti, più o meno, anche se molto decisi sempre in campo antimilitarista). La federazione di Reggio Emilia entra nella FNGS, da cui era sempre rimasta polemicamente estranea, solo in occasione del congresso (24/25 marzo 1907) per dare man forte alla minoranza. Prima della scadenza congressuale si hanno i risultati di un referendum indetto dal giornale.
La maggioranza è per un'agitazione antimilitarista senza esclusione di motivi propagandistici e da fare anche all'interno delle caserme, tutti gli aderenti sono d'accordo "sul fatto che i giovani socialisti devono conservare e perfezionare la loro specializzazione in antimilitarismo" e l'antipatriottismo è dei più radicali in assoluto. Paolo Orano, direttore del giornale, interviene ad un congresso del partito per sollecitare un pronunciamento a favore dell'antimilitarismo herveita che sarà compito dei giovani socialisti portare avanti e chiede anche al PSI il pieno appoggio. Il partito lo snobba e dà in carico ad una commissione di valutare la questione (!).
Arfè accusa a questo punto Orano e gli altri di risentire di nostalgie e suggestioni anarchiche, soprattutto quando dice che dopo il congresso Orano apre il fuoco contro il partito, ma che la posizione di questi giovani socialisti rivoluzionari "manca del generoso afflato umanitario degli anarchici, la loro fede nell'uomo, l'ingenuo ma vivo culto della libertà" e tuttavia conclude, appunto, che "molte delle posizioni anarchiche sopravvivono in una impostazione siffatta". Del resto (dice anche Arfè) Orano aveva già messo in luce le differenze nel 1905 scrivendo: "Siamo socialisti... non perché vogliamo bene all'umanità... ma per essere coerenti con la realtà della storia". Del partito si parla ormai come un relitto del passato, privo di fede e spirito rivoluzionario, come di "una delle tante facce della decomposizione laica della borghesia" e si rinnega "senza esitazioni o riserve la funzione del partito politico della classe operaia, strumento di compromesso e di corruzione", si dice a chiare lettere "l'uomo nuovo non parteciperà alle inutili competizioni elettorali".
Al congresso, dunque, la spaccatura: la minoranza esce e fonda la FIGS (Feder. Italiana Giovanile Socialista) e i sindacalisti rivoluzionari rimangono dentro la FNGS (che rimane ancora legata al partito, però, ma solo per un motivo di opportunità, mentre la FIGS si dichiara apertamente e fin dal suo primo momento aderente al PSI). Il rapporto numerico è di 76 rappresentanti presenti a favore dei giovani socialisti sindacalisti e di 51 per gli altri (per un totale di 127 delegati in rappresentanza di 193 sezioni e 1787 iscritti, un numero quest'ultimo che sembra basso ma in rapporto ai tempi non era poi così insignificante, senz'altro i giovani "controllati" dalla federazione erano di più).
Nell'ordine del giorno della maggioranza si dice: 1) piena autonomia dal partito, 2) guerra ad oltranza e senza frontiera alla Chiesa, al militarismo, allo Stato, 3) non è né opportuna né utile la propaganda repubblicana dato che anche la repubblica è una istituzione borghese, già da tempo superata dalla coscienza proletaria. Paolo Orano dichiara: "i giovani non devono partecipare alla lotta politica corrente e devono astenersi assolutamente da ogni collaborazione coi socialisti nelle competizioni elettorali... la costruzione di questo nuovo individuo non può avvenire che ponendo l'operaio contro i pubblici poteri, in modo che egli li senta estranei e nemici, e neghi ad essi l'apporto, anche di lotta, della propria classe, sì che essi cedano come forma priva di vita alla prima scossa rivoluzionaria...". Nella mozione degli scissionisti si esalta l'iniziativa antimilitarista e quella anticlericale però si respinge decisamente l'antistatalismo "... che discredita l'azione legislativa, dalla quale si aspettano provvedimenti favorevoli anche ai giovani, e che nega inoltre, in sede teorica, la possibilità della costituzione di uno Stato socialista"; si respinge anche del tutto l'herveismo, considerato come forma di "violenza negativa", sterile di risultati, che espone i giovani più audaci a inutili persecuzioni e condanne.
Curioso un fatto: per molti fatti il congresso e le vicende immediatamente successive ricordano gli sviluppi di quello di Genova del'82 che sancì la scissione tra noi e i legalitari.
Nel maggio dello stesso anno il PSI dichiara di accettare, delle due federazioni socialiste (anche se i sindacalisti ammisero apertamente l'orientamento sindacalista della loro federazione pur rifiutando di cambiare con questo termine la parola socialista), quella che accetterà il programma del partito e si impegnerà a seguire le direttive della sua Direzione; logico che la scelta cada sulla FIGS, mentre la FNGS verrà sconfessata (tra gli sdegnati e più amari commenti di Paolo Orano, aggiunge l'Arfè). Nel 1909, anno delle elezioni a cui si riferisce il manifesto pubblicato su "A", la separazione si è già consumata; c'è già stato anche un secondo congresso della FNGS nel corso del quale essa denuncia di avere ben 162 sezioni (di cui un buon quarto nel parmense dove c'era la Camera del Lavoro diretta da Alceste De Ambris, buttato fuori dal partito insieme agli altri sindacalisti l'anno successivo alla scissione in campo giovanile) e a conclusione dei lavori si ammette la possibilità di intesa soltanto con i movimenti sindacalista e anarchico, le cui finalità, si afferma, coincidono con quelle della Federazione stessa.
Come vedete è tutto chiaro. Mentre la federazione ufficiale dei giovani socialisti prendeva quota (in termini di crescita organizzativa ed influenza tra i giovani) la Federazione Nazionale dei giovani rivoluzionari si restringeva anche sul piano geografico; il giornale Gioventù Socialista (La Giov. Social.) prima sospendeva le pubblicazioni, già irregolari, per riprenderle un anno dopo con il trasferimento della redazione da Roma a Parma (capitale del sindacalismo rivoluzionario). Era già il 1910 e i giovani rivoluzionari ammettevano sul loro stesso organo di stampa di esistere ormai solo di nome e di essere presenti soltanto come gruppi in toscana e come organizzazione parmense (vedi La G.S. del 1/1/1910). Uno dei pochi gruppi era evidentemente quello di Pisa, autore del manifesto.
La FIGS avrà, fin dalla scissione, un suo organo "L'Avanguardia" (primo numero: 8 settembre 1907), su cui scriveva anche l'anarchico Amilcare Cipriani, che però collaborava contemporaneamente anche al giornale dei giovani sindacalisti. Non è un caso che la FGSI qualche anno fa (1974 o giù di lì) si proponeva di editare con questo stesso titolo, e richiamando il precedente storico, un suo proprio giornale nazionale a grande diffusione tra i giovani.
La FGSI a cui vi siete rivolti nell'editoriale è l'erede, rappresenta piuttosto la continuità storica con la FIGS di allora (cambia poi soltanto l'ordine di una lettera nella sigla!), e in più ha buttato a mare del tutto (anche dove il mare non c'è) il patrimonio non del tutto trascurabile delle lotte antimilitariste e anticlericali degli "antenati".
Se commenterete l'assenza (probabilissima) di risposte alla domanda sugli anni-luce che separano i giovani "socialisti" di oggi da quelli del 1909, dite pure questo: che nella FGSI non c'è più traccia non solo di posizioni rivoluzionarie (anche marxiste) ma neppure di un minimo di idealità. Ve lo garantisco io che ci sono stato "dentro" per tanti anni e che se ho conosciuto direttamente una sola realtà locale (Padova) non ignoravo del tutto quello che poteva esserci altrove.
Morire per l'idea non è certo il rischio dei giovani del PSI di Craxi, che devono temere piuttosto i collassi per eccessivo attivismo parlamentare o pre-elettorale. (...)
Cari saluti.

Maurizio Tonetto (Padova)