Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 79
dicembre 1979 - gennaio 1980


Rivista Anarchica Online

Il dito nella piaga

Salve,
ho terminato ora di leggere l'articolo "oggi mi aggrego, domani chissà..." firmato da Gabriele R. ("A" 76) ed ho deciso di scrivervi, perché sono rimasta molto colpita. Forse è più giusto dire interessata visto che ha ha messo il dito nella piaga.
Molte, troppe parole sono state spese per inquadrare quella che ora è la situazione ma, a quanto pare, ancora troppo poche per riuscire a cambiare qualcosa, non che con i discorsi si arrivi a qualcosa di concreto, ma dopo aver tanto discusso, analizzato, studiato si dovrebbe passare all'azione. Siamo come una macchina, un ingranaggio arrugginito che fa fatica a partire, ma più sta fermo e più diventa inutile ogni sforzo per metterlo in moto. Eppure sono convinta (partendo anche da un piano personale) che dentro tutti si abbia una voglia matta di fare qualcosa, forse ci mancano i momenti di aggregazione, obiettivi più precisi (ora brancoliamo nel buio) e forse solo una spinta! Giustissimo quello che ha scritto Gabriele riguardo al fatto che molti vivano un'esistenza schizofrenica, si sdoppino a seconda dell'ambiente in cui vengono a trovarsi. Io per lungo tempo ho avuto solo dei rapporti formali con persone che poi ho scoperto essere compagni anarchici. Questo perché non si è più portati ad una grande fede nel proprio credo, nella pratica del propro ideale, lo si tiene nascosto per farlo rivivere nei pochi ambiti sicuri, nascosti, (mai ad esempio a scuola, sul lavoro ecc.). Ci siamo ghettizzati.
Ogni tanto ci raduniamo, ci contiamo, tiriamo le conclusioni del nostro niente e poi basta, ognuno per conto suo e nulla più, un arrivederci al prossimo censimento e si continua a vegetare sperando (o no) che prima o poi qualcosa accada!
La mia paura è che spunti dal nulla qualcuno, qualcosa con mille iniziative, magari assurde, e si tiri dietro le migliaia di persone, giovani soprattutto insoddisfatte, facendogli vedere nuovi orizzonti: sarà infondata ma esiste. Certo il fascismo ci ha insegnato a non restare sempre passivi ma ora potrebbe succedere qualcosa di ben più grave senza che noi ce ne accorgiamo per tempo. Potremmo venire falciati nell'arco di un minuto.
Dovremmo darci da fare seriamente, per sprecare goffi tentativi verso qualcosa, "volando come vola il tacchino"! Però già io non saprei dove cominciare e in fondo scrivendo a voi queste cose è come se vi delegassi il compito. Sarebbe bello se tutti (quelli come me) riuscissimo a trovarci per arrivare a qualcosa. Se con un articolo voi siete riusciti a smuovere dentro di me qualcosa, è possibile attraverso nuove iniziative creare o meglio costruire finalmente la via del nostro futuro. (Frase fatta, vero?). Non dovrà essere un costruire su macerie per mantenerci, sentirci vivi.
Mi accorgo di essere un po' assurda a credere in certe cose, ma mai sentirsi vinti di fronte alle situazioni che si vengono a creare non per il nostro volere, e poi onestamente sono stufa di sentirmi un orso in letargo ed aspettare fantasticando la mia primavera standomene nell'apatia più completa in una grotta che non mi va!
Mi rendo conto che non è solo con questo (ciò che ho scritto) che si affronta una situazione. Prendetele come due righe scritte di getto (e si vede) vi ringrazio se avete avuto la pazienza di leggere fino alla fine. Spero di esservi riuscita abbastanza chiara!

Elisabetta B. (Milano)

P.S. Sono contenta di aver finalmente trovato "A" anche nell'edicola di casa mia, la credevo un'utopia! Bene, ora non dovrò più dare la caccia qua e là per leggerla.... Ciao e auguri per quello che state facendo nella nostra stampa!