Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 75
giugno 1979 - luglio 1979


Rivista Anarchica Online

Obiezione totale
di Molinelli Giancarlo, Osio Enos, Guerrini Luigi, Calò Valentino, Crotti Ezio

Fabrizio Tanfoglio è stato arrestato e condannato in base alla legge 772 e come lui tanti altri che si sono rifiutati di obbedire alla struttura militare non presentandosi in caserma o a una commissione militare che decide se si è obiettori di coscienza o meno, non facendo 8 mesi di servizio civile in più rispetto a quello militare.

Per la scarcerazione e il riconoscimento della sua domanda di obiezione decidemmo di fare un atto di disobbedienza civile non continuando a prestare servizio civile, al fine di non collaborare con la manifesta ingiustizia in atto nei confronti di Fabrizio e ritenendolo anche un mezzo di pressione rivendicativa.

Questa azione ci ha già permesso inizialmente di avere stimoli e tempo a disposizione per studiare, discutere e riflettere sul militarismo, l'antimilitarismo, la nonviolenza le proposte di disobbedienza civile, poi di scegliere di metterci in quella condizione che la struttura militare chiama obiezione totale o diserzione.

Per noi cosa significa questa scelta che loro cercano di criminalizzare bollandoci come delinquenti?

È presto detto: solamente amore.

Fa uno strano effetto scrivere oggi questa parola perché, in un mondo in cui domina la violenza, par di essere romantici sognatori al di fuori del tempo.

Ma è proprio oggi come ieri c'è la violenza che le nostre idee e il nostro modo di fare sono invece reali e a dimostrarlo è proprio la repressione cui siamo fatti oggetto.

Ma parliamo di questo amore senza paura - perché mai dovremmo averne?-.

Amiamo la libertà nostra e degli altri perché l'una non ha ragione senza l'altra e la vogliamo vivere tutti i giorni proprio perché siamo uomini liberi.

Che senso avrebbe la vita, l'essere uomini se lo facessimo da schiavi?

Amiamo la semplicità in ogni cosa e tutti lo possono vedere. Ciò che diciamo e facciamo è alla luce del giorno, non dobbiamo nasconderci perché non abbiamo nulla da temere e da rimproverarci se non l'esserci impegnati troppo poco per quello in cui, in coscienza, crediamo. Amiamo soprattutto la gente. Vogliamo stare con gli altri, parlare, confrontarci, vivere e costruire insieme agli altri. Ma è proprio perché vogliamo amare ed essere amati, perché amiamo la libertà, la semplicità, la vita, che ci incarcereranno; perché loro vogliono la violenza delle armi e dell'esercito, perché vogliono la schiavitù delle leggi e delle istituzioni, perché vogliono l'alienazione e l'abbrutimento umano della fabbrica e del lavoro, perché a loro tutto è lecito e consentito pur di non perdere la posizione di padrone, di comandante, di sfruttatore.

Chi parla di una società nuova fatta di gente libera e felice dà fastidio e va messo a tacere; noi invece ne parliamo e volentieri e non ci limitiamo a questo, cerchiamo di vivere quanto diciamo perché da perdere non abbiamo altro che la nostra schiavitù e da guadagnare abbiamo la realizzazione del nostro essere uomini.

Per quanto riguarda il nostro caso sarebbe un grave errore crederci solamente in antagonismo all'esercito. È vero che generali, codici, tribunali e carceri militari tenteranno di schiacciarci ma questo può accadere anche perché hanno il supporto ideologico e materiale di un apparato legislativo antidemocratico; di politicanti pronti a tutto pur di salvaguardare i loro privilegi; di padroni sfruttatori schiavi anch'essi del denaro di cui si credono possessori; di istituzioni bestiali che giornalmente spengono quel poco di umano che è rimasto in noi; di una cultura di una tradizione secolari al servizio degli interessi di quei pochi che, grazie soprattutto al silenzio e alla passività di noi molti, da sempre ci succhiano la vita. Questo nostro documento se così lo vogliamo chiamare, è sì rivolto a tutti ma in special modo a chi, in questo momento, sta lottando contro la guerra e il militarismo. Come non violenti antimilitaristi antiautoritari, dichiariamo di essere per:

- Lo smantellamento di tutte le strutture militari

- La distruzione di tutti gli armamenti

Ci sembra inoltre importante rendere pubbliche le motivazioni di coscienza della nostra scelta al fine di proporre un confronto che stimoli tutti ad una più approfondita ricerca di azioni coerenti con i principi in cui ognuno crede. Il nostro intento infatti non è quello di ricercare il consenso a tutti i costi per avallare la nostra tesi o per sentirci gratificati dalle nostre scelte, ma che ognuno si responsabilizzi sempre più.

In particolar modo a tutti i giovani che ancora sono in servizio civile o si apprestano a farlo, rendiamo noto che noi ci rifiutiamo di continuare a svolgerlo perché strumentale ai fini di una logica militare - infatti la legislazione sul servizio civile ha sapientemente soffocato il potenziale antimilitarista che aveva spinto la classe dominante di allora a risolvere la contraddizione ormai insostenibile di persone che pagavano la loro obiezione al militarismo con la galera.

Ci opponiamo inoltre a qualsiasi nuova proposta di servizio civile in quanto l'obiezione all'apparato militare e al militarismo è lampante che non sarà mai concessa né tutelata da nessun tipo di legge. Contrari inoltre a delegare ad una legge o istituzione il nostro antimilitarismo. Ai giovani di leva dichiariamo che noi speriamo e vogliamo che le accademie restino vuote che i corpi volontari dell'esercito, della marina, dell'aeronautica, della polizia e i contingenti di leva obbligatoria vengano disertati. A tutti dichiariamo di credere che solo creando un vuoto morale e fisico intorno ai responsabili della classe militare e negando loro il diritto di decidere per la vita o morte di tutti, si possa ridurre se non eliminare la violenza legalizzata del militarismo.

Promuoviamo inoltre assemblee nelle scuole e nei posti di lavoro dove si discuta dell'antimilitarismo e della nonviolenza e si giunga poi se necessario allo sciopero generale per la pace e la libertà.

Facciamo della disobbedienza civile la nostra prassi quotidiana in ogni campo, per essere fautori in prima persona, senza nessuna delega, della nuova società di uomini liberi, felici della propria e altrui libertà.

Inoltre dichiariamo di essere reperibili in via Margheriti 9 presso l'alloggio collettivo obiettori Brescia, per qualsiasi adesione, confronto ecc..