Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 71
gennaio 1979


Rivista Anarchica Online

Siamo polli d'allevamento?
di Palluntius

Adesso che si è saputo che Mao non sapeva neanche nuotare e che la sua perfida moglie faceva lampade con la pelle dei veri rivoluzionari, adesso che il Vietnam si è pappato la Cambogia e che Corvisieri "sconvolgendo la scena politica italiana" ha detto che la Castellina non è una buona rivoluzionaria perché in parlamento non c'è mai, l'Italia si trova a dover affrontare il problema delle migliaia di orfani improvvisamente abbandonati nottetempo davanti al convento da mamma rivoluzione. Chè a quanto pare si è concessa a una ben nutrita schiera di padri. Ma sarà poi vero?

Sarà poi vero cioè che i giovani extraparlamentari italiani erano succubi dei vari miti dal Mao-Superstar al Vietnam e Cambogia liberi (via gli Yankee dal Vietnam... via i cinesi dal Vietnam, via i vietnamiti dal Vietnam)? Analizziamolo un attimo questo pianeta-giovane-extraparlamentare. Ma poi quale faccia del pianeta? Quella "cazzo-compagni-cioè non-mi-prende-bene" o quella "scappa-pulotto-s'o-arrivate le P.38"? Bisogna stare attenti perché si rischia di scrivere delle cose che andrebbero bene per "Gente" o "Oggi".

C'è un elemento però che salta subito all'occhio senza essere Umberto Eco, ed è la superficialità. Superficialità nell'affrontare i problemi, superficialità nell'affrontare le azioni, superficialità nel giudicare, nel bollare, nel fare del manicheismo che persino il democristiano più sputtanato si vergognerebbe a fare. "Tu sei proletario? Bon, compagno! Tu sei operaio specializzato? Vedremo! Tu sei disoccupato? Allora fai parte della massa sfruttata! Tu hai un lavoro? Allora sei un garantito! Tu ti vesti così? Allora sei dei nostri! Tu fumi l'asiss? Area creativa!" Mi sembra di essere Savonarola. "Pentitevi, pentitevi! Se volete veramente essere liberi! Se dovete fare la Rivoluzione! Dovete mondarvi dai vostri difetti di paleoborghesi! Uccidete il prete, il fascista, il poliziotto, il maschio sciovinista che è dentro di voi!" (questo non l'ho detto io). Tremendo! Forse, tanto per cambiare, gli anarchici sono stati i primi a capire il senso del ludico che deve essere nelle azioni di rivolta, di dissenso, di costruzione dell'utopia. "Se ti diverte fallo!" E forse gli anarchici sono sempre stati troppo ottimisti sulle capacità mentali degli individui e per di più si devono essere illusi sul binomio libertà-divertimento. Che teste di cazzo 'sti anarchici. Non hanno proprio capito come si fa, come si organizza come si conduce in porto una vera rivoluzione di massa.

Può darsi. Fatto sta che a quanto pare il vero motivo del fallimento della rivoluzione dietro l'angolo è stata la noia, l'assoluta mancanza di divertimento. Già, ma cosa c'è di divertente nel farsi sparare addosso dalla polizia? Cosa c'è di divertente nel prendere un fracco di legnate? È vero. Ma cosa c'è di divertente nelle assemblee sotto vuoto? Nel leaderino col foularino e il librettino che lì c'è scritto tutto peggio del manuale delle Giovani Marmotte? Cosa c'è di divertente nelle manifestazioni giocattolo dove vince chi c'ha lo slogan con la rima baciata più bello e più sarcastico che più sarcastico non si può? Cosa c'è di divertente nei quattro locali recintati dove il sistema cattivo cattivo raduna i suoi galletti che adesso sono giovani, ma aspetta che vadano a militare, e poi a lavorare, e poi si sposino, e poi crepino e vedrai che mettono la testa a posto. Cosa c'è di divertente nel nostro quotidiano di militonti tutto polverone, bla bla, pim pum? Cosa c'è di divertente stasera sul palcoscenico Holiday Revolution. Dieci anni di repliche e sempre gli stessi spettatori, peggio, sempre gli stessi attori.

Come faccio a divertirmi se per riappropriarmi del mio corpo devo andare a Poona dal Guru-Cola Rajneesh? Come faccio a dire di essere un compagno se non ho mai fatto un viaggio in Marocco? Non sono un compagno, non so nemmeno se la P38 ha sei colpi o otto. E per di più non mi diverto. Mormorio: "Sta attento che questo qui salta fuori con la risata che seppellisce che è peggio del tornado bianco". Non ci sarà risata che seppellisce. Perché non c'è immaginazione che prende il potere. Perché siamo così stupidi da credere ai mass-media che ci spiegano che siamo in crisi di identità perché Mao è morto e al suo posto ci sono quattro scalzacani più ipocriti di Andreotti. Certo che se Mao non moriva allora era un altro discorso.... Ma a che serve incazzarsi? Gaber si è meravigliato che la gente applaudisse al suo spettacolo dopo che per due ore gli aveva rovesciato addosso tutta la loro merda. Illuso. Se dici a cento persone che 99 di loro hanno il cancro tutti pensano di essere il centesimo. È così. Siamo tutti idealmente sul palco con Gaber a dare addosso ai fantasmi. "Forse che io credevo che la Cina fosse il paradiso terrestre? Ma dai siamo seri!" "Forse che io ho mitizzato la lotta armata con tutti i sui simboli fallici di maschione rivoluzionario? Ma dai siamo seri!" "Forse che io intendevo fuggire andando in Marocco e in India? Ma dai siamo seri!" Nessuno è in crisi. Chi ha detto che i giovani sono in crisi? Io no. Casomai sono gli altri che sono in una fase di riflusso...