Rivista Anarchica Online
Naja come scuola
di P. F.
In tutti i paesi (fra cui l'Italia) nei quali è in vigore, il servizio militare obbligatorio svolge una
precisa funzione pedagogica in vista del mantenimento e del rafforzamento sia dell'istituzione
"esercito" sia dell'intera struttura sociale autoritaria.
Va innanzi tutto tenuto presente il carattere totale * dell'istituzione "esercito", ed in particolare
della coscrizione obbligatoria, grazie alla quale l'esercito fagocita (in Italia)circa trecentomila
giovani ogni anno, isolandoli (in maggiore o minore - ma pur sempre significativa - misura) dalle
precedenti abitudini di vita e costringendoli a nuovi schemi di vita, stimolando nuovi bisogni e
spingendoli a battere nuove vie per cercarne la soddisfazione. La funzione pedagogica dell'esercito
si esplica fin dal primo impatto che la recluta ha con il servizio di leva e si concretizza subito
tramite la (tentata) imposizione da parte della gerarchia militare di una particolare scala di valori
(disciplina, ordine, spontaneo spirito di collaborazione con i superiori, ecc. ecc.) conculcati
tramite la rigorosamente predeterminata vita di caserma prima ancora che tramite le apposite
lezioni reggimentali relative alle leggi ed ai regolamenti militari.
È evidente (gli stessi ufficiali superiori ne sono ben consci) che solo in pochi casi, però, l'intera
dottrina "morale" e comportamentale dell'esercito viene accettata in toto ed interiorizzata dai
soldati di leva. Pochi dunque sono di fatto i soldati-"modello", sempre pronti ad obbedire
volentieri, perfettamente integrati nell'istituzione.
Infatti nella grande maggioranza dei casi l'integrazione della recluta nella vita e nell'ideologia della
caserma è fortemente problematica e quasi mai avviene integralmente, secondo la volontà espressa
dai superiori-"educatori". Si tratta comunque di un processo graduale, che avviene in varie fasi,
alcune in successione temporale altre fra loro contemporanee, che soprattutto nelle prime
settimane del servizio di leva costituiscono un vero e proprio rituale di iniziazione al nuovo
ambiente di vita-lavoro (l'esercito). Spersonalizzazione, antagonismo, atomizzazione, divisione,
repressione, spoliticizzazione, ideologizzazione: questi i principali effetti della coscrizione
obbligatoria sul coscritto.
Se però l'ideologia "pura" dell'istituzione "esercito" viene recepita solo da una ristretta minoranza
dei giovani di leva, ciò non significa che la durezza della vita di caserma stimoli direttamente alla
rivolta e ad una presa di coscienza generalizzata. Anzi, avviene il contrario, nel senso che il culto
per la furbizia, il menefreghismo, l'abdicazione da qualsiasi scontro frontale con l'autorità, fino a
giungere alla vigliaccheria, alla delazione ed al cinismo costituiscono le basi dell'ideologia di fatto
vincente fra i coscritti. Tutto ciò avviene con il consenso, a volte tacito, a volte esplicito, delle
gerarchie militari, che certo supportano il mugugnare ed il lavativismo dei coscritti, ma non sono
assolutamente disposte a tollerare una qualsiasi forma di contestazione politica, di opposizione
cosciente da parte della truppa.
Pur essendo innegabile che l'esercito (non fosse altro per la sua stessa struttura autoritaria)
continua sempre a svolgere un'importante funzione pedagogica, va anche rilevato che tale
funzione scade sempre più di importanza (per il singolo e per l'intero contesto sociale) dal
momento che negli ultimi decenni (e negli ultimi anni davvero impetuosamente) nuovi
"pedagoghi" sono venuti prendendo il posto tradizionalmente assegnato all'esercito (la credenza di
un esercito "maestro di vita" ha sempre avuto - e nonostante tutto ha tutt'ora - una forte presa
soprattutto in quegli strati proletari che paradossalmente più sono danneggiati dal servizio di leva
obbligatorio). Ci riferiamo in particolare alla radio, alla televisione, alla maggiore diffusione della
stampa e dei libri, e soprattutto alla massiccia scolarizzazione della popolazione (in particolare
giovanile) che ha profondamente mutato i metodi pedagogici e l'intero fenomeno della
"socializzazione" nell'attuale contesto italiano. Dato che la funzione pedagogica è la principale
svolta dalla coscrizione obbligatoria e dato che tale funzione è sempre meno importante
nell'ambito societario poiché gradualmente sostituita da nuovi sistemi pedagogici, ne consegue
che per la stessa classe dirigente italiana si porrà (o, comunque, si potrebbe porre) la possibilità di
abolire la coscrizione obbligatoria e di rendere interamente professionale l'esercito (che oggi lo è
circa al 50%).
* Istituzione totale viene definito "il luogo di residenza e di lavoro di gruppi di persone che -
tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo - si trovano a dividere una
situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente
amministrativo" (Erving Goffman , Asylums, ed. Einaudi, Torino 1968, pag. 29). Rispetto ad altri
tipi di permanenza in istituzioni totali (carcere, manicomio) è evidente che la presenza nell'esercito
dei giovani coscritti presenta alcune differenze non secondarie, fra le quali vanno sottolineate il
carattere non infamante ed il periodo di permanenza (quasi) rigidamente prestabilito ed uguale per
tutti.
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