Rivista Anarchica Online
Prima avevamo "tanti papà"...
a cura della Redazione
Si fa sempre un gran parlare di comuni, di esperienze di vita alternativa, di integrare la militanza
rivoluzionaria con nuovi rapporti interpersonali ed un diverso modo di lavorare. Di esperienze
concrete, realizzate per un periodo di tempo sufficiente per poter essere giudicate "stabili", ne
conosciamo molto poche; di esperienze comunitarie durate un ventennio ininterrottamente, con la
partecipazione contemporanea di varie decine di persone, caratterizzate da una militanza collettiva
e da una pratica di vita quotidiana libertarie, ne conosciamo una sola, la Comunidad del sur
("comunità del sud"). Costituita a Montevideo (capitale dell'Uruguay) nel 1955 da alcuni giovani
militanti anarchici, la Comunidad si è progressivamente allargata fino a comprendere una
cinquantina di compagni/e residenti: il loro numero è sempre variato, a seconda dei periodi.
Costante è invece rimasta nel tempo la connotazione libertaria di quell'esperienza, caratterizzata
dalla vita in comune, integrale, comunitaria nella produzione e nel consumo, e dalla volontà
militante di essere presenti e di incidere nel conflitto sociale. Mai dunque ripiegata su se stessa,
tesa solo alla soddisfazione delle esigenze "personali" dei suoi componenti, la Comunidad ha
sempre costituito un preciso polo di riferimento rivoluzionario: molti membri della Comunidad
aderivano alla Federacion Anarquista Uruguaya fino alla scissione avvenuta nei primi anni '60,
quindi ai Grupos de acciòn libertaria. Poiché il loro lavoro era tipografico, gran parte dell'attività
della Comunidad si svolse in campo editoriale, senza tralasciare però una costante presenza nel
quartiere.
Nel 1969, con l'accentuarsi delle agitazioni sociali e della repressione statale, la Comunidad
comincia ad essere direttamente perseguitata: polizia ed esercito iniziano una lunga serie di
perquisizioni della tipografia ed anche delle abitazioni (complessivamente, dal '71 al '75 ci furono
15 perquisizioni). Nel '75 vi fu una retata nel corso della quale furono arrestati tutti gli adulti. Nel
'76 la Comunidad fu giudicata incompatibile con il "nuovo" Uruguay e legalmente vietata: la
solidarietà entusiasmante della gente del quartiere non potè impedire che la repressione attuatsse il
suo compito. Arrestati, torturati, detenuti in parte in Uruguay in parte in Argentina, i componenti
della Comunidad si ritrovarono in parte esuli in Perù, da dove - privi di qualsiasi appoggio che
non fosse quello degli anarchici e di Amnesty International - si sono rifugiati e stabiliti in Europa
(la maggior parte in Svezia, ma anche in Germania, Spagna, ecc.,). In Svezia pubblicano un
periodico, intitolato Comunidad, che serve sia per mantenere i contatti tra loro sia per continuare
a dibattere i temi legati alla loro grande esperienza, con il proposito di riprenderla appena
possibile.
In queste pagine pubblichiamo due "pezzi" elaborati dalla Comunidad, uno dagli adulti (ripreso
dal bollettino Comunidad) e uno dai bambini (inviatoci dalla Svezia dai compagni uruguaiani là
esuli).
Alcuni giovani uruguaiani, che a suo tempo hanno vissuto (alcuni fin dalla nascita) nella
Comunidad del sur, e che attualmente vivono esuli in Svezia, discutono in queste pagine della
loro esperienza.
Qual è la differenza tra la Comunidad e la società "esterna" per quel che riguarda le relazioni
tra bambini e adulti?
A: ora viviamo come tutto il mondo in appartamenti, vivere così è una cagata, ciascuno è
costretto a vivere con i propri genitori.
B: Sì, è una vita di merda, completamente differente da quella della Comunidad.
C: a me non piace vivere coi vecchi.
Allora come vi piacerebbe vivere?
C: come vivevamo alla Comunidad.
D: nella Comunidad eravamo in rapporto anche con altre persone adulte: tutti gli adulti ci erano
un poco genitori.
E: non c'erano genitori come succede in questa società. Certo che c'era un rapporto affettivo più
stretto con alcuni, in particolare con i propri genitori però non vi era una grande differenza con
quello che avevamo con gli altri adulti.
D: quando desideravamo una cosa ci rivolgevamo a chiunque, non solo a papà o alla mamma.
A chi vi rivolgevate, a chi era più vicino?
E: A chiunque. Tutti ci aiutavano, tutti ci rispondevano.
D: O altrimenti andavamo alle riunioni generali, dove esprimevamo le nostre lamentele o
facevamo anche le nostre richieste. Mi ricordo che quando Martìn aveva 4 anni appena seppe che
c'erano difficoltà economiche domandò di partecipare alla riunione degli adulti e si lamentò perché
voleva che comprassero più argento. Mi ricordo anche che una volta abbiamo inscenato noi
ragazzi una vera e propria dimostrazione di protesta contro un adulto che aveva picchiato uno di
noi: l'abbiamo organizzata prima con i cartelli e tutto l'occorrente e al momento buono, nel
refettorio, ci siamo alzati tutti gridando contro di lui.
Che rapporti avevate con i bambini del quartiere?
C: giocavamo molto con i bambini del quartiere ai quali piaceva venire a giocare con noi.
D: sì, ma andavamo anche con loro sulla spiaggia durante l'estate, li lasciavano venire con noi alla
spiaggia o in campeggio perché sapevano che con noi c'erano sempre degli adulti.
E il lavoro?
C: la mattina andavamo a scuola e il pomeriggio lavoravamo, avevamo sempre da fare tante cose
oltre allo studio.
D: tutti volevamo andare a lavorare nella tipografia.
F: gli adolescenti, e anche i bambini, facevano esperienze di lavoro in tutti i settori di attività:
stampa, lavoro nell'orto, allevamento dei polli, servizi vari (cucina, lavanderia, cura dei bambini).
Quando cominciavamo il liceo, lavoravamo per 3 o 4 ore al giorno.
C: se uno restava a "casa", doveva lavare e cucinare: e questo non ci è mai piaciuto farlo.
E allora come facevate?
D e E: a rotazione tutti eravamo tenuti a fare ogni lavoro.
E: quando tutti i grandi erano in carcere, noi ci incaricavamo di tutto; dei servizi, della stampa, e
poi del lavoro nell'orto. E allora eravamo tutti un po' più grandi.
Anche i più piccoli?
E: sì, tutti hanno partecipato. I più piccoli venivano guardati a turno da tutti. Era una buona
organizzazione, noi ci riunivamo tutte le notti.
D: andavamo tutti alle riunioni. Stavamo tutti insieme perché avevamo paura dei poliziotti.
Pensavamo che ci controllavano.
E: e voi (indica C e D) vi davate da fare come matti: vi incaricavate della pulizia di tutti i bagni.
In che condizioni eravate mentre i vostri genitori erano in carcere?
D: eravamo tristi e, allo stesso tempo, orgogliosi. Nel '75 eravamo preoccupati delle prospettive
future, mentre nel '72 - mentre eravamo ancora piccoli - eravamo soprattutto orgogliosi.
F: gli adulti della Comunidad sono stati in carcere varie volte a partire dal 1965, l'ultima volta,
cioè nel '75 è quella che più ci è rimasta impressa nella mente.
E: è vero che eravamo al contempo preoccupati ed orgogliosi. Loro stavano lottando, non certo
per niente. Mi ricordo che quando arrestarono Ariel, Lolo (che aveva 9 anni) disse "domattina
vado a lavorare al suo posto". Lo sapevamo tutti che era una balla, però non tanto: se non ci
sarebbe andato, sapevamo che era per altri motivi.
Le relazioni tra uomini e donne erano diverse che nella società "esterna"?
D: nella Comunidad non c'erano differenze basate sul sesso come fuori, anche se non tutto era
perfetto.
Fra voi della nuova generazione c'erano differenze di quel tipo?
D: no, nel lavoro no.
E: però a loro piaceva di più giocare al pallone.
Quali erano i rapporti tra di voi?
E: ci sentivamo tutti come fratelli.
D: io credo che tra di noi non c'è mai stata in nessun momento la possibilità di un rapporto
affettivo-sessuale, dal momento che c'era una grande differenza di età allora particolarmente
sensibile.
E: fra di noi si facevano giochi sessuali.
Gli adolescenti, quando cominciavano a "innamorarsi" e ad avere rapporti con altri? Che
atteggiamento assumevano gli adulti?
E: quando uscivamo eravamo tenuti a comunicare l'ora del ritorno: non per vigilanza, ma per
verificare se non ci era successo qualcosa. È quello che succede anche adesso, lo si fa per la
tranquillità di tutti.
Quando avevate rapporti sessuali, lo facevate nella Comunidad?
E: io non ho mai avuto rapporti sessuali al di fuori della Comunidad.
F: nel "gruppo degli adolescenti" (eravamo in 8) volevamo realizzare un'idea che non siamo mai
riusciti a mettere in pratica: avere un locale comune per dormire, un altro per lavorare e studiare,
e un altro per avere relazioni più intime, comprese quelle sessuali.
Che posizione avevano gli adulti rispetto alle vostre relazioni con giovani al di fuori della
Comunidad?
E: da parte loro non c'era nessuna pressione: però io personalmente ho impiegato abbastanza
tempo prima di parlare con loro di questi temi. Ne parlavamo di più fra noi adolescenti: per
esempio gli adulti non ci dettero nessuna informazione sui mezzi anticoncezionali.
D: io credo che le ragazze giovani non si immaginassero nemmeno che la prima esperienza
sessuale potesse metterle incinte. Razionalmente si sa che il rischio c'è però è una cosa così
lontana che si crede che possa succedere solo agli adulti.
E: una cosa da tener presente è il carattere terribilmente repressivo della società uruguaiana. È la
nostra generazione, sono i giovani della mia età, che cominciano adesso a rompere i pregiudizi, a
dare un altro contenuto alle relazioni affettivo-sessuali.
F: però per noi che vivevamo nella Comunidad tutto era diverso, la differenza con la vita in una
famiglia borghese era enorme: non è tanto il fatto che la Comunidad fosse "liberale", e nemmeno
che "tutto fosse permesso" quanto che le relazioni erano integrate come parti della vita. Erano
normali e necessarie. La società da parte sua tenta di reprimere tutto questo e attacca qualsiasi
tentativo di liberazione. Proprio per questo la Comunidad fu attaccata.
La Comunidad fu criticata in questo campo, la si accusò di "corrompere" i giovani?
E: non direttamente, però i più reazionari tra i vicini non mancarono di criticare. La polizia insinuò
qualcosa in proposito, ma erano tutte calunnie. Nessuno di noi ebbe mai relazioni così tanto per
averle, senza sentimento. Il fatto di cambiare "fidanzato" ogni settimana, così comune in genere
non ha mai fatto parte della nostra esperienza. Io credo che sia un problema di insicurezza ed è
anche per questo che noi non abbiamo mai avuto relazioni di quel tipo.
Che cosa succedeva se avevate relazioni sessuali? Nessuno diceva che "eravate troppo piccoli" o
cose simili?
E: c'era un profondo rispetto tra di noi: perfino i bambini più piccoli si riunivano periodicamente a
seconda dell'età e discutevano ciò che li interessava. Per esempio noi adolescenti parlavamo delle
relazioni che c'erano fra di noi; e se gli adulti la pensavano diversamente da noi, ce lo dicevano a
tutto il gruppo. In molte nostre riunioni partecipavano degli adulti coi quali ci scambiavamo le
idee, cercando di capirci. Però loro non cercavano di scaricare su di noi le loro frustrazioni: al più
proponevano il loro parere e noi lo discutevamo. Non si trattava di quello che un genitore pensava
e arbitrariamente voleva imporre: fra loro stessi c'era un controllo molto maggiore e, ciò che è più
importante, c'era sempre molto rispetto sia tra di loro che tra i bambini.
D: eravamo più liberi: per esempio, facevamo due tipi di vacanze, una da soli fra noi e una con i
genitori.
Che differenza c'è tra il lavoro nella Comunidad e quello nella società "esterna"?
D: c'è una grande differenza, nella società si va a lavorare per i soldi, mentre là noi andavamo a
lavorare, non a guadagnare.
A: però il denaro ti serve ugualmente, se no come vivi?
E: d'accordo, però nella Comunidad il lavoro era concepito più come una creazione, come una
parte della vita.
D: lavorare bisognava lavorare tutti. C'era sempre qualcosa da fare: cucinare, seminare, lavare,
stampare, sistemare.
C: però è un'altra cosa.
D: sì, tutti partecipavamo alle varie attività con allegria. Noi bambini lavoravamo meno ma un po'
dappertutto.
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