Rivista Anarchica Online
Educare: chi, come, perché
a cura della Redazione
Dal 2 al 4 giugno ha avuto luogo un seminario su "Educazione nella Comunità" nella comune
danese "Tovstrup Mark", che ha un interesse particolare all'argomento ed ha una buona
esperienza sulle spalle (sono 34 adulti e 38 bambini). Erano presenti circa 35 rappresentanti di
gruppi e persone singole. Il seminario nacque da uno precedente su "Comunità" nel febbraio scorso a Fyn (Danimarca).
L'invito venne rivolto soprattutto a comuni ed esperienze sul tema da differenti angolazioni. Noi
venimmo invitati a partecipare per comunicare l'esperienza realizzata in Uruguay dalla
Comunidad del Sur. Ci furono 4 gruppi di lavoro, su diversi temi e poi una riunione plenaria. Riassumemmo i temi e
le conclusioni e le domande che si elaborarono e che rimangono da sviluppare in un prossimo
seminario. (estratto dagli atti)
Perché vogliamo educare i bambini e noi stessi?
- per poter esprimere meglio i sentimenti.
- per poter ricevere ed accettare critiche.
- per poter discutere di altri mezzi (compreso l'importante problema di scelta della scuola).
- per non essere manipolati da autorità irrazionali.
- per considerare il lavoro come qualcosa di fondamentale dell'esistenza creativa degli individui.
- per attaccare la dominazione nella società e tra gli individui e lavorare in comune con altri contro
di essa.
- per partecipare l'educazione dei genitori.
- per realizzare questo dobbiamo dare una grande preminenza ai bambini. È una conseguenza di
questo il vivere in comunità? E il fatto che la comune ha bambini come presupposto?
Che fare qui e ora?
Per dare senso ad un obiettivo a lungo termine, è necessario che le funzioni quotidiane coi
bambini siano molto privilegiate da tutti nella comunità e viste come lavoro politico estremamente
necessario. Che cosa significa questo?
- che i bambini hanno bisogno di un contatto primario ampliato.
- che dobbiamo eliminare la divisione sessuale nei ruoli di lavoro.
- che dobbiamo imparare ad insegnare loro e stimolare le loro facoltà e non sostituirle.
- che il lavoro venga ripartito sia "fuori" che in casa loro.
Se vogliamo avere bambini come un "presupposto", il nostro primo obiettivo dev'essere di cercare
di eliminare il diritto alla proprietà privata sui bambini. Ed affrontare i conflitti che questo
comporta, sia nella comune che nei rapporti di coppia e che "ricadono" sui bambini. Ciò significa
che i figli appartengono alla comune? O a chi o a che cosa?
Tema 2: Il lavoro coi bambini è un lavoro politico? Che cosa comporta questo?
- È possibile avere un lavoro stipendiato, aver cura dei bambini e contemporaneamente svolgere
impegni di militanza?
- Come dare al lavoro coi bambini un significato politico?
- Non possiamo separare il mondo degli adulti ed il mondo dei bambini; se abbiamo bambini
dobbiamo fare anche con loro le nostre attività di militanza?
- Si discusse anche se fosse meglio realizzare una divisione dei compiti all'interno della comune,
dando al lavoro coi bambini la stessa importanza che ad altri lavori (produzione-proiezione). Ciò
implica che dobbiamo metterci in rapporto coi bambini coscientemente e discuterne in relazione
con altre attività.
- Una condizione è che la comune deve funzionare come gruppo su tutti i piani: una
valorizzazione comune del lavoro e dei lavori, dell'educazione e dell'attività proiettiva. Ciò ha
come conseguenza che il lavoro può essere diviso in modo tale che vengano soddisfatte tutte le
necessità e che tutti svolgano tutti gli incarichi, a rotazione.
- È necessaria una struttura che organizzi tutto questo, perché per tutti noi adulti è un
apprendistato ed uno sviluppo avanzare verso una società senza le nette separazioni di ruoli
sessuali in cui siamo stati educati.
Tema 3: I bambini ed il lavoro nella comune
- Esiste in genere un desiderio di integrare i bambini nella vita della comune?
- Esiste una differenza a questo proposito tra le comuni agricole e quelle urbane?
- Che cosa c'è realmente nel desiderio di integrare i bambini?
solo un'ideologia per vedersi "liberati" da alcuni compiti noiosi (lavare, scopare, ecc.)
- Si è discusso come dare ai bambini una consapevolezza che il loro lavoro ha un valore nella
comune. Che si sentano in "comune".
- Spesso mentre la comune sta lavorando, li si manda altrove con un bambinaio. Pensiamo che il
lavoro del bambinaio dovrebbe essere quello di cercare di integrare i bambini al lavoro comune e
non soltanto di "distrarli". Gli adulti devono saper correggere gli errori che possono avvenire,
allorché i bambini svolgono un compito e lo considerano seriamente (pane bruciato, macchie,
ecc.). Spesso accade che noi adulti siamo orientati "produttivamente" e non attribuiamo al lavoro
il vero valore che ha in sé.
- Se vogliamo integrare il gruppo dei bambini e quello degli adulti, allora tutt'e due le parti devono
partecipare e rispettare la vita degli altri. Ad esempio, gli adulti partecipare ai giochi, anche se
questo va a discapito di bisogni più urgenti.
- Inoltre l'adulto deve prendere seriamente e responsabilmente le proposte e le idee suggerite dai
bambini.
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