Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 8 nr. 68
estate 1978


Rivista Anarchica Online

AL CINEMA
a cura di Rozac

Volontari per destinazione ignota

Strana la sorte dei film belli ed impegnati in questo Paese così libero e democratico, li fanno uscire in una sala di prima visione per dieci giorni durante il mese d'agosto - quando le grandi città sono vuote - e, dato che non incassano una lira, vengono frettolosamente ritirati e non se ne parla più. Questa è l'amara sorte toccata a "Volontari per destinazione ignota" di Alberto Negrini, regista televisivo per antonomasia, appunto con questa pellicola, ha saputo mostrare di valere molto più di quanto ci era stato dato di capire vedendo i suoi lavori radiotelevisivi, che pure erano sempre apparsi ben fatti ed ottimamente girati. La storia narrata è vera e racconta di un gruppo di poveri braccianti della Basilicata che, tornati dall'avventura della guerra d'Africa, con il miraggio di una paga elevatissima, si trovano a dover indossare la divisa fascista e a dover combattere per Mussolini contro la Repubblica Spagnola. Come è facile arguire da queste poche parole, la vicenda narrata da Negrini non è tra le più edificanti e mostra per la prima volta una realtà lungamente nascosta alla gran parte degli italiani che di certo sono venuti a conoscenza di simili fatti solo quando si è parlato, poco, di questi film sui giornali in occasione della sua uscita nelle sale cinematografiche: ciononostante, il film non ha avuto successo, i distributori lo hanno ritirato ed un'opera altamente meritoria di essere vista da tutti giacerà in qualche magazzino della RAI in attesa di essere messo in onda, possibilmente in un orario difficile così saranno molti i telespettatori che non la vedranno. Girato con pochi mezzi, il film si avvale di una serie di volti estremamente espressivi, è il secondo film italiano valido, il primo è stato "Ecce Bombo", con largo uso di attori non professionisti e della magistrale interpretazione di un Michele Placido che si è rivelato, con questo film nel quale si è finalmente scrollato di dosso quel suo fare da agente di PS, un vero, grande attore da cui c'è tutto da sperare, per il futuro, di musiche estremamente efficaci di Egisto Macchi, il tutto per un prodotto veramente degno di entrare nella migliore tradizione del cinema italiano, quello serio, impegnato, democratico e non a parole e con le firme in calce ai documenti di solidarietà. Se vi capita, non lasciatevelo scappare, merita di essere visto ed applaudito per la sua maestà e la sua fermezza nel narrare una storia che, nonostante il desiderio dei potenti non potrà mai essere sepolta: come si è usi dire, il delitto non paga e, alla lunga, vedrete che anche il capitale lo fa.

Così come sei

Una bella biondina che recita con il seno ed il sedere, un Mastroianni dimentico della sua bravura, impegnato ad amoreggiare con la biondina di poco prima, scorci di seni, natiche e vagine, giovanilismo di maniera a tanta volgarità patinata: ecco cosa è il nuovo film di Alberto Lattuada, uno dei nomi più esecranti ed esecrabili del cinema italiano, votato a spogliare minorenni per accontentare le sue voglie assopite che non dovrebbero coinvolgere lo spettatore, travolto da tanto cattivo gusto e fascismo sottile ma sempre presente per questo suo modo di vedere la donna. Della trama meglio non parlare, qui mi preme porre l'accento sul fatto che con la crisi attuale il cinema italiano preferisca far lavorare individui spregevoli come il Lattuada in questione e poi faccia morire di fame schiere di giovani cineasti che avrebbero cose da dire ma non possono dirle perché si vedono tarpati i finanziamenti da simili produzioni ignobili che andrebbero boicottate, anzi, non dovrebbero essere girate affatto. Spiace vedere impegnato in un simile porcaio un attore come Mastroianni ma occorre stigmatizzare anche il suo operato di attore molto poco serio, che passa da Fellini a Scola a Lattuada in nome di una professionalità che, in quanto tale, dovrebbe fargli rifiutare certe pellicole basate sul gusto morboso di spogliare adolescenti che, come quelle del film confondono il recitare con l'andare al letto con tutta la troupe, alla ricerca di un successo di maniera frutto del mito del benessere instillato nei loro poveri cervelli - non sono certo ne siano in pieno possesso - da una società che getta raramente la maschera ma, quando lo fa, è veramente spregevole. Nota a margine del film, ed è poi quella che gli conferisce una grande forza comica, la cosiddetta "pubblicità nascosta" grazie alla quale Lattuada ed il produttore si saranno fatti ricchi e gli spettatori ignari sono costretti a sorbirsi continui accenni, e mai nascosti, alle sigarette Malboro, agli orologi Philip Watch, ai fiammiferi Saffa ed al Fernet Branca, utilissimo per digerire questa nefandezza.