Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 8 nr. 66
maggio 1978


Rivista Anarchica Online

La CNT e la repressione
di Luis Andrés Edo

I tempi cambiano, la congiuntura politica si modifica, l'evoluzione della società spagnola si traduce in una trasformazione innegabile, ma i metodi di provocazione contro la CNT e l'anarchismo continuano ad essere gli stessi: si continua ad attribuire loro attentati prefabbricati, compromettendo, implicando e accusando i loro militanti, torturandoli nei locali della polizia, ottenendo con la violenza la confessione di delitti, assassinandoli nelle carceri....

I tempi cambiano, i metodi di repressione rimangono gli stessi, ma la CNT continua a crescere....

Nascita della montatura terroristica contro la C.N.T.

Dopo l'attentato compiuto dall'estrema destra contro gli uffici delle CC.OO. a Madrid (Barrio de Atocha), avvenuto il 24 gennaio 1977 e che si concluse con cinque persone assassinate, le cinque centrali sindacali della Catalogna: SOC, CC.OO., USO, UGT e CNT si riuniscono in meno di un'ora.

Il Comitato Regionale, in rappresentanza della CNT della Catalogna, partecipa ad una serie di riunioni che si susseguono a ritmo vertiginoso e nelle quali si decide la proclamazione di uno sciopero generale per il 28 gennaio. La CNT ritiene che, nonostante le differenze che la separano dalle altre centrali, sia assolutamente necessario affrontare uniti l'attacco fascista.

Abbiamo voluto citare questo episodio perché quando nei giorni, nelle settimane e nei mesi seguenti la repressione si accentra sulla CNT e l'anarchismo, nessuna organizzazione operaia o politica ripeterà questo gesto di solidarietà.

La psicosi del terrore iniziata coi fatti del 24 si generalizza quando il 28 vengono uccisi a Madrid tre poliziotti.

Ad iniziare da questo momento il Comitato Regionale catalano raccomanda di non effettuare assemblee di massa dei sindacati. Domenica 30 ha luogo in un quartiere di Barcellona una riunione convocata da militanti della CNT di tendenza anarchica, cui partecipano due compagni italiani, un portoghese e un francese.

Un'ora dopo l'inizio della riunione avviene l'irruzione della polizia che arresta i cinquanta partecipanti, con l'attuazione di uno straordinario spiegamento di forze. Tutto l'isolato viene circondato, viene utilizzata vistosamente tutta la panoplia antiterroristica: giubbotti antiproiettile, unità mobili con mitragliatrici, collegamento radio, occupazione del quartiere, deviazione della circolazione.

Oltre a voler arrestare i compagni, la polizia vuole provocare un colpo che abbia effetto politico cercando di collegare la riunione con l'ondata terroristica degli ultimi giorni.

Questo tentativo della polizia si evidenzia con la pubblicazione, meno di ventiquattr'ore dopo, del lungo rapporto di arresto in cui si accusano i compagni della programmazione di una linea d'azione terroristica che doveva essere portata avanti dalla FAI. Fu questo uno dei grandi errori della polizia; infatti quando ancora non era stato interrogato uno solo degli arrestati le telescriventi già trasmettevano la versione della polizia, per cui divenne chiaro che la montatura e il rapporto erano stati preparati prima degli arresti.

Lo scopo politico di questa operazione poliziesca era esplicito. La CNT stava dimostrando negli ultimi tempi una vitalità che sorprendeva lo stesso potere e la sinistra: la Confederación era l'unica centrale operaia che rifiutasse la linea del patto sociale. Si era rifiutata di dialogare con il ministro. Non accettava di essere assorbita negli organismi dell'opposizione che negoziano col governo. Questa posizione della CNT trovava una rispondenza sempre maggiore all'interno della classe operaia.

Era dunque necessario piegare i lavoratori di una centrale che si rifiutava di accettare le regole del gioco imposte dal potere. Un'organizzazione che non si arrendeva. Il modo migliore per neutralizzarla era di collegarla e implicarla nell'ondata terroristica che era andata crescendo. E soprattutto occorreva implicare il suo nucleo vitale, quello che cresceva in modo più visibile: in Catalogna.

L'estendersi della montatura terroristica contro la CNT

Quando per mancanze di prove il Juzgado n.2 di Barcellona si vede costretto a ordinare la liberazione di 48 compagni, le versioni della polizia vengono poste in ridicolo in un modo che non s'era mai riscontrato prima. Tutte le sue argomentazioni crollano clamorosamente. È un fiasco che la polizia non è disposta a sopportare.

Con la liberazione dei 48 compagni, alcuni di essi selvaggiamente torturati, non solo crolla la montatura della progettata "linea terroristica" che doveva essere decisa in quella riunione, ma viene anche smantellato tutto l'attacco "politico" poliziesco. La tortura non aveva dato i risultati sperati; occorreva quindi estendere la montatura ad ogni costo, scoprire depositi di esplosivi, arsenali clandestini, diffondere dichiarazioni di rivendicazione di attentati.

È per questo che la polizia progetta, nel febbraio del 1977, due nuove operazioni contro militanti della CNT in Murcia e Malaga, utilizzando, come a Barcellona, tutta la panoplia antiterroristica.

Gli undici arrestati di Murcia e i quattro di Malaga vengono rapidamente trasferiti a Barcellona e inseriti nello stesso procedimento giudiziario istruito per gli arrestati del giorno 30. L'intenzione della polizia è molto chiara: collegare i due casi, che non hanno alcun nesso tra loro, per salvarsi dal ridicolo in cui l'ha fatta cadere l'opera del 4 Grupo Antiterrorista della 2a Brigada Politico Social di Barcellona (gruppo specializzato anti-anarchico).

La nota pubblicata dalla polizia accusa i detenuti di Murcia di detenzione di un arsenale di armi e di un deposito di esplosivi, rapine e furti di materiale tipografico.

La polizia diffonde la voce secondo cui uno degli arrestati aveva la pistola di uno dei poliziotti uccisi a Madrid. Quando gli arrestati di Murcia, trasferiti urgentemente a Barcellona, vennero posti a disposizione del giudice, dopo dieci giorni di interrogatori e torture, gli avvocati poterono provare che il materiale delittuoso scoperto dalla polizia si componeva di due pistole (una delle quali inservibile), uno schioppo da caccia e due o tre bottiglie molotov. Né arsenali di armi, né deposito di esplosivi, né pistola del poliziotto ucciso, né attentato alcuno.

Eravamo (gennaio, febbraio, marzo 1977) davanti al primo tentativo di provocazione - dopo la morte del dittatore - debitamente programmato contro l'anarchismo e la CNT.

Gli obiettivi di questa provocazione erano, fondamentalmente: 1) spingere i militanti ad una risposta armata, per confermare le versioni della polizia; 2) neutralizzare l'influenza della CNT in seno alla classe operaia, frenando il processo di adesione e creando l'atmosfera propizia allo sbandamento degli indecisi; 3) ricattare la CNT perché si piegasse alla linea del patto sociale voluto dal governo.

La CNT riuscì, non senza difficoltà naturalmente, a superare questa posizione con l'intelligenza e senza sbandamenti. A conferma, ecco alcuni dati: in seguito a questi fatti, la CNT in Catalogna raggiunge la cifra di centomila aderenti. L'organizzazione a Barcellona si articola in venticinque sindacati di settore. Duecentomila persone partecipano, il 2 luglio, al meeting in Montjuich, cifra non raggiunta da alcuna manifestazione organizzata dalle altre centrali sindacali. Inoltre più di mezzo milione di persone partecipano alle Jiornadas Libertarias Internacionales di Barcellona tra il 24 e il 28 luglio.

Questi dati sono la risposta più significativa ai tentativi polizieschi e politici di provocazione contro la CNT e l'anarchismo.

Nuova fase della provocazione

Ma questa non era che la prima scaramuccia nel nuovo processo di lotta, altre prove più dure sarebbero venute più tardi.

Parallelamente all'evoluzione del processo politico che si è concretizzata nel Patto Sociale, detto della Moncloa, la repressione acquista un carattere più concreto. Non si tratta più di eliminare i gruppi marginali radicali. Il potere rivolge le batterie della repressione contro quelle organizzazioni che per la loro influenza e il loro peso sulla classe operaia sono capaci di mettere in pericolo gli orientamenti politici, sociali e sindacali, contenuti nel Patto Sociale della Moncloa e nel decreto sui "Rapporti di Lavoro" (continuità del verticalismo fascista) due chiavi di volta che devono segnare l'orientamento del movimento operaio e politico per i prossimi dieci anni.

La CNT costituisce il baluardo più solido di mobilitazione e di contestazione a questa posizione di collaborazione interclassista. Il regime non poteva rimanere impassibile di fronte alle campagne di denuncia e di agitazione operaia contro i compromessi politici a tutto danno degli interessi dei lavoratori. Con queste campagne la CNT costituisce il maggior ostacolo alla applicazione pratica del Patto della Moncloa. D'altra parte occorre segnalare che l'atteggiamento della CNT contrario alle elezioni sindacali (nuova versione del "verticalismo" franchista) trova una forte rispondenza nei lavoratori tanto che gli astenuti sono il 20-25%, dopo tre mesi di elezioni dei delegati nelle aziende.

Davanti a questi fatti, il potere col consenso della sinistra parlamentare, dà inizio ad un nuovo stile di repressione accentrandola in particolare sulla CNT e le tendenze libertarie.

Il nuovo stile della repressione contro la CNT non consiste più nell'arrestare i suoi militanti e nell'accusarli utilizzando il metodo delle "prove per convinzione" che la polizia ha continuato ad utilizzare per 40 anni. Questo metodo consiste nell'accettazione da parte dei tribunali della "convinzione di colpevolezza" della polizia come prove documentate.

Questo procedimento fu messo ancora in atto contro i detenuti anarchici del 30 gennaio 1977 ed abbiamo già visto come fallì, essenzialmente, per la possibilità che ha oggi l'organizzazione di rispondere pubblicamente alle versioni della polizia.

Questo metodo delle "prove per convinzione" non si può più applicare indiscriminatamente, soprattutto quando si tratta di una cospirazione politica contro la CNT. La polizia si vede costretta a provare i crimini, quindi niente di meglio che "fabbricarli" e poi indurre alla loro realizzazione attraverso agenti infiltrati.

Attualmente esistono tre procedimenti giudiziari iniziati contro militanti libertari, in base ai quali è stata montata tutta la campagna di discredito contro la CNT.

Questi tre processi sono: il passaggio di 50 kg di dinamite attraverso la frontiera del Coll de Bayuls, sui Pirenei catalani, che portò all'arresto di due compagni, uno dei quali era Augustin Rueda Sierra, recentemente assassinato nel carcere di Carabanchel. Arresto effettuato dalla Guardia Civil l'ottobre scorso.

Il secondo processo è quello del salone delle feste della Scala di Barcellona. E il terzo, diviso in vari stralci, è quello per l'arresto di gruppi libertari autonomi a Madrid e Barcellona.

Ebbene, in tutti e tre questi processi l'organizzazione ha svelato l'esistenza di agenti infiltrati al servizio della polizia.

Per quanto riguarda gli ultimi due, la polizia ha arrestato parecchie decine di compagni militanti della CNT, che in seguito furono rimessi in libertà senza neppure essere processati, ma lo scopo della polizia era stato raggiunto: il loro arresto era servito a rafforzare la campagna di discredito diretta contro la CNT.

Tutti i dati principali che servivano come base all'arresto dei gruppi libertari autonomi di Madrid e Barcellona la polizia li aveva in mano molto prima dell'attentato della Scala. La prima domanda che logicamente si deve avanzare è: perché questi arresti sono stati effettuati dopo l'attentato della Scala?

Perché, naturalmente, la chiave di volta della campagna di discredito contro la CNT era costituita dai fatti della Scala. Dopo questo episodio, non ancora chiarito, gli arresti susseguenti dei gruppi libertari appaiono con maggior rilievo, come una straordinaria e brillante operazione di polizia il cui scopo politico è raggiungere i massimi livelli di discredito per la CNT e l'anarchismo che tutta la stampa borghese promuove come grandiosa cassa di risonanza.

La forma in cui si è sviluppata l'azione di polizia dimostra come gli arresti fossero stati sistematicamente programmati prima dei fatti della Scala e si fosse atteso il giorno della convocazione, da parte della CNT, di una manifestazione, legale, di protesta contro il Patto della Moncloa, per realizzare quello stesso giorno l'attentato al salone delle feste, che provocò quattro morti durante i tentativi di spegnere l'incendio.

Che esista una montatura cospirativa, basata sulla "fabbricazione" di fatti delittuosi da attribuire alla CNT, è innegabile. Che questi fatti abbiano provocato tra i militanti dell'organizzazione posizioni contraddittorie non è meno innegabile. È pure evidente che lo scatenamento di queste contraddizioni era, e continua ad essere, uno degli obiettivi principali dei nemici della Confederación.

La strategia contro la provocazione

In questo autentico "battesimo del fuoco" in cui il potere ha posto la CNT non abbiamo - a livello politico e pubblico - che due atteggiamenti per reagire a questa situazione: 1) La CNT si defila, non solo dai fatti concreti con cui in effetti non ha niente a che fare, ma si disinteressa delle conseguenze e della difesa pubblica e giuridica degli arrestati; 2) la CNT affronta la provocazione e, chiarendo che non è affatto implicata in alcuno dei delitti di cui sono accusati gli arrestati, assume pienamente la difesa pubblica, mentre denuncia, accusa e smonta il complotto politico di cui è oggetto.

Se la CNT resta fuori e non risponde alla provocazione mettendo in moto tutto il suo peso di agitazione, di propaganda e di mobilitazione, credendo così di poter offrire all'opinione pubblica e alla classe operaia un'immagine più accettabile, la CNT commetterebbe uno dei suoi più grandi errori strategici. A parte il fatto che, finché l'organizzazione manterrà la sua posizione contraria al Patto, continuerà ad essere bersaglio della provocazione e di altre montature.

Per fortuna l'ultimo Pleno Straordinario della Catalogna l'ha compreso e all'unanimità si è detto propenso ad affrontare pubblicamente la provocazione.

È indubbio che la CNT attraversa un momento estremamente delicato, non solo in quanto si trova immersa nel processo politico che si sviluppa nel paese, ma anche per le difficoltà del suo stesso sviluppo organico.

Ma il fatto che il Sistema si sia visto costretto a collocare la CNT nella posizione di rispondere alla provocazione, costituisce il sintomo più inconfondibile del fatto che il suo orientamento, la sua posizione e la sua azione creano problemi al potere.

La situazione è delicata per la CNT, ma contemporaneamente la situazione consente alla CNT situazioni di lotta di innegabile interesse.

Se davanti a questo "battesimo del fuoco" l'organizzazione riesce a stabilire una strategia globale, pubblica, di solidarietà e di difesa degli arrestati così come vuole la sua immagine, resistendo al complotto attraverso il quale la si vuole integrare nel processo politico (favorevole al Patto e interclassista in cui sono cadute tutte le sinistre parlamentari e tutte le organizzazione operaie) la CNT può uscire vittoriosa da questa prova.