Rivista Anarchica Online
Oggi la Bretagna, domani...
a cura della Redazione
"Un immane disastro ecologico dovuto ad un errore tecnico", così viene sintetizzata dai
mass-media la tragedia delle coste bretoni, invase da una gigantesca marea di petrolio.
È infatti per "errore tecnico" se le petroliere passano troppo vicino alle coste; è per "errore
tecnico" se il timone della Amoco Cadiz non era adatto a tenere il mare in burrasca a pieno
carico; è per "errore tecnico" se il rimorchiatore di salvataggio aveva una potenza
inadeguata; è per "errore tecnico" se la Amoco Cadiz è rimasta per ore e ore in balia delle
onde attendendo i soccorsi. Tutti questi "errori tecnici" hanno concorso a rovesciare
tonnellate di petrolio sulle coste bretoni mutando irreversibilmente e profondamente
l'equilibrio naturale dell'intera regione e sconvolgendone l'intera economia basata sulla
pesca e sul turismo.
La reazione del popolo bretone è stata unanime e immediata. La sua tradizionale
autonomia ha fatto sì che venisse organizzata spontaneamente e direttamente l'opera di
salvataggio.
Ma l'azione non si è fermata all'elemento tecnico, sta divenendo anche consapevolezza
politica: si sta riscoprendo il valore dell'azione in prima persona senza delegare ad altri le
sorti della propria vita.
A Brest tutto questo è stato fermamente ribadito durante una grande manifestazione
ecologica che ha visto la partecipazione di ecologi, di complessi musicali, di pescatori, di
gente comune che da una rabbia istintiva sta passando a una volontà di lotta più profonda
e cosciente.
La "marea nera" della Bretagna è un altro dei, sempre più frequenti, disastri ecologici, ma
quando il petrolio non sarà più la principale fonte di energia, quando entreranno in
funzione sempre più numerose centrali nucleari, quando non si saprà dove "neutralizzare"
le scorie radioattive e quando il controllo energetico sarà in mano a pochissime persone
"altamente specializzate" chi ci garantirà da un altro piccolo "errore tecnico"?
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