Rivista Anarchica Online
Pinelli e la giustizia di stato
a cura della Redazione
Venerdì 22 ottobre il processo a Pio Baldelli (ex direttore responsabile di Lotta Continua, querelato dal
fu-commissario Calabresi per diffamazione e diffusione di notizie false e tendenziose) si è concluso con
una condanna a un anno, tre mesi e quindici giorni. Non ci si poteva aspettare altro dalla "giustizia di
stato".
Le istanze dei difensori, avv. Gentili e Guidetti Serra, con cui si chiedeva di riesaminare le modalità della
morte di Giuseppe Pinelli non sono state accolte dai giudici che ancora una volta hanno voluto seppellire
Pinelli con la tesi del suicidio o del "malore attivo". La vera giustizia, quella popolare ha ormai marchiato
come "delitto di stato" l'assassinio di Giuseppe Pinelli e a nulla valgono le reticenze e i bizantinismi della
casta dei sacerdoti della giustizia.
Sempre in questi giorni la "giustizia" (questa volta impersonificata nel Consiglio dell'Ordine degli
Avvocati di Milano) si sta attivamente interessando di cinque avvocati: Giugliano Spazzali, Francesco
Piscopo, Luigi Zezza, Alberto Medina e Anna Perosino. Un provvedimento disciplinare è stato iniziato
contro i cinque avvocati rei di usare la loro competenza giuridica per difendere operai e rivoluzionari.
Ricordiamo che Spazzali e Piscopo hanno fatto parte del collegio di difesa di Valpreda e compagni, e
che il primo è attualmente difensore di Giovanni Marini.
L'esempio della Germania di liquidare gli avvocati rivoluzionari sta prendendo piede anche in Italia,
mobilitarsi per contrastare questa manovra è un dovere per tutti i rivoluzionari.
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