Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 6 nr. 44
gennaio 1976


Rivista Anarchica Online

senza titolo 1

Cari compagni,

con questa lettera voglio richiamare l'attenzione dei compagni della Redazione su alcuni punti che a me come a molti altri lettori, sembrano di seria importanza. D'altra parte voi stessi continuamente sollecitate critiche e consigli da parte dei compagni e dei lettori affinché possa mantenersi un rapporto diretto tra chi fa la rivista e chi la compra o la diffonde; e per contribuire con tutta una serie di suggerimenti, a renderla migliore. Innanzi tutto io ritengo insufficiente il numero delle pagine, veramente poche per una rivista mensile. Poi c'è una vera carenza per ciò che riguarda la situazione internazionale (questa purtroppo è una deficienza di tutta la stampa anarchica di lingua italiana) eccetto naturalmente per la Spagna su cui si torna con una certa frequenza. Il risultato è: incomprensione o addirittura ignoranza delle vicende internazionali, assimilazioni e scimmiottamenti di posizioni e valutazioni ricavate dalla stampa extraparlamentare. Nulla infatti si è scritto sul Medio Oriente, sull'Irlanda, poco sul Portogallo, silenzio assoluto sui movimenti africani e asiatici ecc..... Occorre quindi secondo me mettersi in contatto con compagni di tutto il mondo affinché si supplisca a questa carenza e per essere informati sui movimenti anarchici di ogni parte del mondo, come agiscono, come lottano, che giornali hanno, se sono perseguitati, se sono carcerati e via. Bisognerebbe che la rivista si interessasse di tutte quelle esperienze libertarie e di base in corso su tutto il mondo, delle lotte autonome internazionali, dei movimenti di guerriglia non controllati dai soliti burocrati, se all'interno vi sono compagni anarchici o libertari. Nessuno per esempio dei lettori sa se c'è una tendenza anarchica in Cina, e se c'è che ruolo ha o ha avuto, e così per il Giappone e il resto del Globo. Mi rendo conto che tutto questo chiama in causa l'internazionalismo anarchico da ricostruire e subito, ma al limite del possibile, si può secondo me intrecciare rapporti con compagni dei vari paesi che mandino scritti su queste cose. Tramite la stampa borghese apprendo di compagni anarchici nei lager russi, ebbene sarebbe interessante riuscire a sapere qualcosa sulla condizione dei nostri compagni nelle nazioni a socialismo poliziesco attraverso la Croce Rossa Internazionale, la Lega dei Diritti dell'uomo, il Tribunale Russel o altre vie clandestine e non. Sarebbe utile pure di tanto in tanto un'analisi sulle tendenze del capitalismo internazionale in modo da aiutare i compagni nell'azione rivoluzionaria, fare delle indagini sulle province italiane non industrializzate, dove più drammatica è la situazione della disoccupazione, articoli sul Mezzogiorno e le isole, su ogni manifestazione di disobbedienza al Potere, che ha bisogno di essere pubblicizzata, le interviste agli operai in lotta che purtroppo mancano. Occorre dare pure ampio spazio a elementi di tipo culturale che si tende da ogni parte a dimenticare: teatro, cinema, musica, saggistica, arti figurative, poesia, e non farne solo ed esclusivamente un uso strumentale, ma capirne le tendenze, il messaggio, ciò che c'è di positivo. Utilizzare i compagni che lavorano in questo senso per un impegno che arricchisca l'anarchismo a livello culturale e che sia nello stesso tempo momento di pratica e di verifica. Ci sono moltissimi compagni che scrivono, dipingono, creano forme nuove di linguaggio e di comportamento che devono sentirsi impegnati, ma i compagni della stampa devono occuparsi della poesia anarchica, della saggistica anarchica e di ogni manifestazione culturale che non sia riformista e mercenariamente venduta al Potere, per rompere ogni egemonia riformista e borghese della cultura e per valorizzare quelle forme alternative di sentire che devono aiutare sin da ora a partorire la società libertaria. Spero che i compagni terranno conto di queste esigenze anche se parziali ed espresse disordinatamente.

Fraterni saluti

Angelo Gaccione (Milano)

In linea di massima siamo d'accordo con le osservazioni del compagno Gaccione sulla necessità di allargare l'arco delle questioni trattate sulla rivista. Ci limitiamo pertanto a qualche rilievo.
Innanzitutto non è vero che nulla sia stato scritto sul Medio Oriente e sull'Irlanda (cfr. i nn. 4-15-19). Altrettanto inesatta è l'affermazione che poco spazio sia stato dedicato al Portogallo: ben 11 dei 15 numeri di "A" successivi al golpe del 25 aprile 1974 hanno in diversa misura trattato della situazione portoghese.
Il problema di fondo con il quale ci scontriamo è quello della carenza di valide collaborazioni in molti campi tuttora scoperti su "A".
Ai compagni particolarmente "specializzati" in certi temi e disposti a collaborare periodicamente ad "A" rinnoviamo pertanto l'invito a mettersi in contatto con noi.