Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 6 nr. 44
gennaio 1976


Rivista Anarchica Online

LETTURE
a cura della Redazione

"Bollettino del Centro Documentazione Anarchica",
Periodicità mensile, formato 16,5x24, 24 pagine, abbonamento £ 2.000, estero 3.500.

"Negli ultimi anni - è un fatto - il Movimento Anarchico ha registrato una notevole crescita quantitativa, forse inferiore a quanto sarebbe stato auspicabile, ma certamente ragguardevole, specie per chi, solo poco tempo prima, lo dava affrettatamente per moribondo, Ad esso, però, non è corrisposta un'adeguata crescita qualitativa, nel senso che la capacità di mobilitazione e l'originalità dei primi trattati sono state, speso, al di sotto di quei livelli che per il numero dei suoi militanti, il Movimento sembrerebbe in grado di raggiungere (...). Comunque crediamo che uno dei compiti che, oggi, come militanti anarchici più dobbiamo avere a cuore sia, appunto, la rimozione del maggior numero possibile di tali cause (...). Per dare, senza presunzione, ma con qualche ambizione di efficacia il nostro contributo a quest'opera, è nato il Centro di Documentazione".

Così viene presentata, sul primo numero del Bollettino del C.D.A., la nascita del centro stesso per iniziativa di alcuni compagni del Circolo Studi Sociali E. Réclus (Gruppo Anarchico Malatesta, Gruppo Azione Anarchica e Gruppo Torino 2). Il centro - leggiamo nel programma - si propone di "assolvere ad un servizio di archiviazione di documenti politici non storici del movimento anarchico, delle frange archinoviste, dei movimenti hippy più politicizzati in senso libertario e dell'autonomia operaia". Il centro si struttura: a) in un archivio in cui viene catalogato tutto il materiale che perviene al C.D.A. (Periodici, volantini, ciclostilati): b) in un servizio di pubblicazione del materiale archiviato o di altre pubblicazioni tramite il "Bollettino", con periodicità mensile, che inoltre pubblica le novità editoriali riguardanti l'anarchismo; c) in un servizio di invio diretto del materiale posseduto in più copie, o tramite fotocopiazione; d) in un servizio di traduzioni, specialmente in lingua francese.

Storia dell'anarcosindacalismo spagnolo,
, di Juan Gomez Casas, Jaca, Book, Milano, 1975, pp. 433, £ 3.000.

Sullo scorso numero della rivista lamentavamo la carenza di libri sulla rivoluzione spagnola in edizione italiana che non fossero pregiudizialmente anti-anarchici, cioè reazionari o comunisti. Contemporaneamente a quel numero di A usciva, a parziale contraddizione con quanto scrivevamo, questo libro della Jaca Book. È curiosamente, una casa editrice cristiana, peggio cattolica, che così contribuisce a colmare un poco quel vuoto editoriale Non è del resto la prima volta che la Jaca Book pubblica un'opera anarchica o libertaria (ricordiamo solo, ad esempio, "Né dio né padrone" di D. Guèrin) e lo stesso gruppo editoriale in un pieghevole programmatico inserito nel libro colloca gli "anarco-comunisti", assieme ai "consigliari" ed alla "sinistra comunista", tra i suoi interlocutori definendoli come "una realtà solida, con una cultura e con la storia più genuina del movimento operaio e contadino alle spalle". Non sappiamo se sentircene lusingati o offesi. Imbarazzati certo.

Tornando al libro, si tratta di una storia non solo della rivoluzione spagnola, cui nell'economia dell'opera è dedicato meno d'un terzo dello spazio, e neppure della C.N.T. in senso stretto, ma dell'anarcosindacalismo, come indica il titolo e, inevitabilmente in senso ancor più lato del movimento libertario. Un terzo abbondante della trattazione infatti, si occupa dell'anarcosindacalismo iberico tra l'ingresso della Prima Internazionale in Spagna (di tendenza bakuniniana) e la fondazione della C.N.T. (1910), con un'abbondante retrospettiva anche sulle radici autoctone democratiche, federaliste ed operaie del movimento libertario. Il "taglio" ideologico è, una volta tanto, di parte nostra. Infatti Gomez Casas è un militante libertario che unisce una rigorosa documentazione alla conoscenza vissuta dell'anarcosindacalismo: non è di professione storico bensì imbianchino e, per quindici anni, prigioniero politico nelle galere franchiste. Ne è uscito un libro valido, anche se inevitabilmente, data la vastità della materia, non esauriente su più di un argomento e, soprattutto, su quella che è la parte più interessante, avvincente ed istruttiva della storia anarcosindacalista: la rivoluzione e la guerra civile del '36-'39. Qui, evidentemente, ha influito sull'ampiezza e la profondità della trattazione ed anche, ci pare, sulla chiarezza del linguaggio, il pesante limite oggettivo imposto dalla pubblicazione di questo libro nella Spagna franchista. Esso è infatti uscito, sorprendentemente, nella edizione originale a Madrid nel 1968, per coraggiosa iniziativa di una piccola casa editrice, in uno dei brevi periodi ricorrenti di "liberalizzazione" del regime.

In attesa che escano il fondamentale "La C.N.T. nella rivoluzione spagnola" di J. Peirats (in 4 volumi) e "Rivoluzione e contro-rivoluzione in Catalogna" di C. Semprun-Maura, che le Edizioni Antistato hanno preannunciato (e che sappiamo ritardare per difficoltà tecniche), consigliamo la lettura di quest'opera che, nonostante i limiti, fornisce un buon apporto alla conoscenza dell'anarco-sindacalismo spagnolo in un momento in cui, con la ricostruzione della C.N.T., esso si appresta forse di nuovo a giocare un ruolo di rilievo (se non probabilmente di protagonista come in passato) nella storia sociale della penisola iberica. Un libro che, oltretutto, costa solo £ 3.000.