Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 43
novembre 1975 - dicembre 1975


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Cipriano Mera: una vita per la rivoluzione libertaria

Il 24 ottobre scorso, a Boulogne-sur-Seine (Francia) è morto il compagno Cipriano Mera.
Nato a Madrid nel 1897, cominciò a lavorare ancor fanciullo ed all'età di sedici anni fu dal padre iscritto al sindacato muratori dell'U.G.T. (socialista). Fu a quell'epoca che il giovane Cipriani si iscrisse alle scuole serali, riuscendo così ad uscire dall'avvilente stato di analfabetismo in cui si trovava. Cominciò ad interessarsi sempre più attivamente alla questione sociale, sentendo presto i limiti dell'azione dell'U.G.T.; a vent'anni entrò così nella C.N.T. (anarcosindacalista) e successivamente svolse la sua attività anche in seno al movimento anarchico specifico (F.A.I.). Fu tra gli organizzatori del sindacato muratori della C.N.T., tra i promotori dei "Grupos de Defensa Confederal" e successivamente, nel '33, fece parte con Buenaventura Durruti ed altri del "Comité Revolucionario". Incarcerato ripetutamente per la sua attività anarchica, fu strappato alla galera dalla vittoriosa insurrezione popolare del 19 luglio 1936 - che, dando l'inizio alla rivoluzione sociale spagnola, liberò in totale trentamila detenuti politici.
Unitosi subito ai gruppi anarchici che in armi contrastavano il "golpe" reazionario di Franco, Cipriano Mera iniziò così quella sua intrepida attività di combattente che già in quegli anni rese leggendaria la sua figura. Sempre in prima fila sui più aspri campi di battaglia antifascista, Mera fu - fra l'altro - il protagonista (insieme con i suoi compagni) della decisiva battaglia di Guadalajara, che segnò una netta sconfitta del Corpo di spedizione italiano (fascista) agli ordini del generale Roatta. Nell'ottobre del '37 fu nominato generale comandante della IV armata dell'esercito repubblicano. Nel marzo '39, quando al governo del comunista Negrin successe un "Consejo Nacional de Defensa", le truppe filo-comuniste tentarono un "golpe" di marca stalinista che fu stroncato da anarchici, socialisti ed altri: Cipriano Mera, con le sue truppe, fu l'elemento ancora una volta determinante nella sconfitta degli stalinisti. Ormai le speranze di vittoria antifascista erano ridotte agli sgoccioli: la definitiva caduta della Repubblica e la vittoria di Franco costrinse Mera - e con lui centinaia di migliaia di antifascisti - all'espatrio. Si rifugiò in Algeria, dove fu immediatamente arrestato; riuscì ad evadere, ma rifiutò di imbarcarsi su di una nave diretta in Messico pur di non lasciar soli alcuni suoi compagni. Nuovamente catturato, fu consegnato alle autorità fasciste della repubblica di Petain, che ben volentieri lo riconsegnarono alle autorità spagnole (1942); condannato a morte, ebbe la fortuna di incappare in una vasta amnistia che tre anni dopo gli rendeva la libertà. Rimase quindi in Spagna fino al '47 svolgendovi pericolose azioni clandestine; ritornò quindi in Francia, definitivamente.
Pur nel duro esilio, Cipriano Mera ha continuato fino alla fine la sua attività anarchica, partecipando a tutte le iniziative della numerosa emigrazione anarchica in Francia (nel '70, tra l'altro, è stato tra i fondatori del mensile "Frente Libertario"). Per guadagnarsi il pane, ha continuato ad esercitare il suo mestiere di muratore.
Ai suoi funerali hanno preso parte seicento persone, tra le quali esponenti delle altre tendenze dell'emigrazione spagnola. Una testimonianza in più, questa, della stima che Cipriano Mera si era conquistato anche al di fuori del nostro movimento grazie ad una vita interamente spesa per la Rivoluzione Sociale.

La Redazione