Rivista Anarchica Online
Ma c'è anche Otelo
Socialisti e comunisti in Portogallo
La situazione in Portogallo si va facendo giorno dopo giorno più
complessa. Gli avvenimenti si susseguono gli
uni agli altri in un continuum senza sosta e quando queste righe saranno pubblicate forse risulteranno
superate
dagli avvenimenti. Comunque alcuni elementi sufficientemente chiari ci sono. Vediamo di
analizzarli. Nell'esercito ha ripreso voce in capitolo la maggioranza "moderata", forte nell'esercito,
ma scarsamente
rappresentata nel Consiglio della Rivoluzione. Il vertice del potere - il cosiddetto triumvirato - è
l'espressione
emblematica delle tre maggiori tendenze presenti nell'esercito portoghese: il settore "moderato", (grosso
coacervo
di militari reazionari e conservatori con altri di tipo socialdemocratico e socialista) cui fa capo il
presidente Costa
Gomes; i filocomunisti guidati dal Primo Ministro Gonçalves; e i social-nazionalisti del generale
De Carvalho.
Il Partito Comunista Portoghese, decisamente minoritario nel Paese, è però forte come
organizzazione burocratica,
con una schiera di "quadri intermedi" preparati e decisi; inoltre, tramite i suoi aderenti, controlla le
cariche
dirigenziali dell'Intersindacal (il sindacato unico portoghese). Da questa posizione strategicamente
rilevante,
Cunhal - il segretario del P.C.P. - ha tentato di assumere la direzione del governo nonostante il suo
partito fosse
scarsamente rappresentativo. Si è fatto paladino dell'esercito cercando di rafforzare il potere di
Gonçalves e della
sua corrente e contemporaneamente ha cominciato ad attaccare i socialisti di Soares per screditare il
partito
vincitore delle elezioni. La manovra però non è riuscita. Troppo smaccatamente stalinista
è stata la tattica di
Cunhal e questo ha permesso a Soares di ammantarsi di una aureola che non si merita di certo: basti
pensare che
nel Partito Socialista coesistono correnti che vanno da quella propriamente socialista fino a conservatori
illuminati
e non. Così ben presto le reazioni anticomuniste non si sono fatte aspettare. A questo proposito
bisogna stare
attenti e non fare di ogni erba un fascio. Molte manifestazioni, soprattutto le prime, sono state una
risposta
popolare allo stalinismo del P.C.P., sulla scia di queste si sono ben presto inseriti elementi provocatori
con il solo
scopo di aumentare la tensione. Le ultime azioni clamorose contro i comunisti sono state compiute da
veri e
propri "commandos" di mercenari mentre la popolazione era passiva. È sintomatico che per
uscire dall'isolamento
in cui si trova, il P.C.P. cerchi di avvicinarsi (dopo essere stato rifiutato dal Partito Socialista) ai gruppi
extraparlamentari che fino a ieri aveva definito provocatori, pseudorivoluzionari, e al generale De
Carvalho ora
che Gonçalves è isolato e in situazione precaria. In questa situazione sempre
più fluida si è inserita la Chiesa Cattolica, una delle forze maggiormente compromesse
con il regime fascista. Dopo mesi di silenzio ha rialzato la testa e istiga la popolazione contro i "rossi".
Nel
contempo la crisi economica si sviluppa a ritmo incessante: l'inflazione è stata del 30 per cento
in un anno,
scarseggiano i beni strumentali, le materie prime e beni di consumo. Il boicottaggio degli U.S.A. e
dell'Europa
sta producendo i suoi effetti. Restano due soluzioni: o aprire all'Europa e agli U.S.A. con l'avvento al
potere dei
"moderati" o ripiegare su un socialismo nazionalista e autarchico alla De Carvalho. La rivoluzione
è ancora
lontana.
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