Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 40
giugno 1975


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Ma c'è anche Otelo

Socialisti e comunisti in Portogallo

La situazione in Portogallo si va facendo giorno dopo giorno più complessa. Gli avvenimenti si susseguono gli uni agli altri in un continuum senza sosta e quando queste righe saranno pubblicate forse risulteranno superate dagli avvenimenti. Comunque alcuni elementi sufficientemente chiari ci sono. Vediamo di analizzarli.
Nell'esercito ha ripreso voce in capitolo la maggioranza "moderata", forte nell'esercito, ma scarsamente rappresentata nel Consiglio della Rivoluzione. Il vertice del potere - il cosiddetto triumvirato - è l'espressione emblematica delle tre maggiori tendenze presenti nell'esercito portoghese: il settore "moderato", (grosso coacervo di militari reazionari e conservatori con altri di tipo socialdemocratico e socialista) cui fa capo il presidente Costa Gomes; i filocomunisti guidati dal Primo Ministro Gonçalves; e i social-nazionalisti del generale De Carvalho. Il Partito Comunista Portoghese, decisamente minoritario nel Paese, è però forte come organizzazione burocratica, con una schiera di "quadri intermedi" preparati e decisi; inoltre, tramite i suoi aderenti, controlla le cariche dirigenziali dell'Intersindacal (il sindacato unico portoghese). Da questa posizione strategicamente rilevante, Cunhal - il segretario del P.C.P. - ha tentato di assumere la direzione del governo nonostante il suo partito fosse scarsamente rappresentativo. Si è fatto paladino dell'esercito cercando di rafforzare il potere di Gonçalves e della sua corrente e contemporaneamente ha cominciato ad attaccare i socialisti di Soares per screditare il partito vincitore delle elezioni. La manovra però non è riuscita. Troppo smaccatamente stalinista è stata la tattica di Cunhal e questo ha permesso a Soares di ammantarsi di una aureola che non si merita di certo: basti pensare che nel Partito Socialista coesistono correnti che vanno da quella propriamente socialista fino a conservatori illuminati e non. Così ben presto le reazioni anticomuniste non si sono fatte aspettare. A questo proposito bisogna stare attenti e non fare di ogni erba un fascio. Molte manifestazioni, soprattutto le prime, sono state una risposta popolare allo stalinismo del P.C.P., sulla scia di queste si sono ben presto inseriti elementi provocatori con il solo scopo di aumentare la tensione. Le ultime azioni clamorose contro i comunisti sono state compiute da veri e propri "commandos" di mercenari mentre la popolazione era passiva. È sintomatico che per uscire dall'isolamento in cui si trova, il P.C.P. cerchi di avvicinarsi (dopo essere stato rifiutato dal Partito Socialista) ai gruppi extraparlamentari che fino a ieri aveva definito provocatori, pseudorivoluzionari, e al generale De Carvalho ora che Gonçalves è isolato e in situazione precaria.
In questa situazione sempre più fluida si è inserita la Chiesa Cattolica, una delle forze maggiormente compromesse con il regime fascista. Dopo mesi di silenzio ha rialzato la testa e istiga la popolazione contro i "rossi". Nel contempo la crisi economica si sviluppa a ritmo incessante: l'inflazione è stata del 30 per cento in un anno, scarseggiano i beni strumentali, le materie prime e beni di consumo. Il boicottaggio degli U.S.A. e dell'Europa sta producendo i suoi effetti. Restano due soluzioni: o aprire all'Europa e agli U.S.A. con l'avvento al potere dei "moderati" o ripiegare su un socialismo nazionalista e autarchico alla De Carvalho. La rivoluzione è ancora lontana.