Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 40
giugno 1975


Rivista Anarchica Online

Mister Lira se ne va

Banca d'Italia

Guido Carli, governatore della Banca d'Italia, ha dato le dimissioni e si è ritirato dopo aver retto per quindici anni le sorti della moneta italiana.
Le dimissioni di Carli preannunciano la fine di un periodo che ha visto nella politica monetaria uno degli strumenti per la stabilizzazione del sistema economico. Non si tratta quindi di un semplice avvicendamento alla carica di Governatore dell'Istituto di Emissione.
Oggi gli strumenti monetari non riescono più a contenere l'inflazione (lo stiamo constatando) e per di più si sviluppano, parallelamente ad essa, situazioni di stasi produttiva e di caduta degli investimenti: la cosiddetta stagflazione.
Le recenti misure monetarie anticongiunturali hanno sortito qualche effetto ma "... lo stesso miglioramento della situazione della bilancia dei pagamenti è un fatto provvisorio determinato in parte da esportazioni sottocosto ed ancor più dal calo delle importazioni conseguente alla stasi produttiva. - deve riconoscere lo stesso Carli - Appena quest'ultima dovesse accennare ad allentarsi ci troveremo di nuovo punto e da capo con gli squilibri con l'estero".
Decade quindi per la Banca d'Italia la possibilità di essere il correttore dei cicli economici e decade altresì la funzione di mediazione tra capitale pubblico e capitale privato, tra imprese statali e imprese private che l'ex-governatore Carli cercava di attuare. All'offuscarsi della funzione imprenditoriale fa riscontro una "corporativizzazione" dell'impresa pubblica, incapace non solo di promuovere nuove linee di sviluppo, ma anche, più semplicemente, di gestirsi economicamente. Praticamente nullo è lo spazio di mediazione tra questi due poli e Carli abbandona la partita.
Questo grand commis dello Stato lascia il suo incarico sopraffatto dall'evoluzione della moderna società. Una evoluzione che emargina sempre più le prospettive neoliberali degli uomini come Carli.
Le sue relazioni annuali sono state un punto di riferimento di una strategia economica (enunciata con chiarezza e lucidità) improntata ad una visione di compatibilità dei costi sociali (salari, riforme, ecc.) con il permanere di ampi margini di profitto aziendale.
Una visione neoliberale, appunto. Ma gli equilibri (o meglio squilibri) su cui si regge la nostra economia hanno portato nel processo decisionale forze (ad esempio, i sindacati) estranee alla logica dell'ex-governatore Carli. Inoltre il profitto non è più ricercato attraverso l'efficienza aziendale e la combinazione dei fattori produttivi, ma ottenuto grazie al rapporto clientelare con la classe politica: condizioni privilegiate, tassi agevolati, esenzioni fiscali, contributi a fondo perduto, ecc. Questi elementi evidenziano in maniera chiara la putrescenza del capitalismo privato.
Il potere assunto dai sindacati ha indebolito notevolmente la strategia di Carli, peraltro nota per "l'impazienza antisindacale" alla quale era improntata. E Carli si ritirò in buon ordine prima di essere definitivamente sconfitto. Gli succede Paolo Baffi, un uomo del suo staff, al quale è riservato l'ingrato compito di ingoiare i rospi che Carli non ha voluto mandar giù.