Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 40
giugno 1975


Rivista Anarchica Online

I due volti della repressione

Spagna 1975

Con regolarità impressionante, i quotidiani danno notizia senza sosta di arresti ed in genere di operazioni di polizia attuati in Spagna dal regime di Franco contro i militanti antifascisti. Se si considera poi che gli arresti, le perquisizioni, le torture e le condanne di cui la stampa quotidiana dà notizia non sono che una parte, una piccola parte, dell'intera realtà repressiva del franchismo, allora il quadro che ne deriva è davvero impressionante. La macchina repressiva dello Stato spagnolo colpisce un po' in tutti i settori dell'opposizione, dai moderati ai rivoluzionari. Ma - e questo è il dato che qui ci preme sottolineare - il regime fascista non fa certo... di ogni erba un fascio, e il trattamento repressivo riservata ai settori moderati dell'opposizione è molto, molto differente da quello che colpisce selvaggiamente i gruppi e le organizzazioni rivoluzionarie.
Intendiamoci bene. Noi siamo ben lieti (e come potremmo non esserlo?) del fatto che oggi, nel 1975, finalmente, dopo tanti anni di bestiale ed indiscriminata repressione, il regime del boia Franco abbia attenuato la sua violenza nei confronti di una parte dell'opposizione anti-franchista. Ogni condanna mitigata o evitata, ogni arresto non effettuato ci fa piacere - il nostro pensiero essendo sempre rivolto con solidarietà con chi in Spagna lotta contro l'attuale regime. Ma, al di là di questa indispensabile puntualizzazione, ci si pone il problema della comprensione del perché di una simile differenziazione.
La risposta a questo nostro interrogativo non è ardua. Basta analizzare attentamente la strategia delle numerose forze operanti nell'ambito dell'opposizione anti-franchista per comprendere il perché di questa relativa "tolleranza" del regime nei confronti di una parte dei suoi oppositori.
In modo schematico, ma non per questo meno veritiero, possiamo nettamente distinguere - come sopra accennato - due settori nell'opposizione anti-franchista. Da una parte (a destra, se si vuole) ritroviamo i comunisti, i carlisti, parte dei socialisti ed altre forze minori, tutte raggruppate nella Junta Democratica; poi, su posizioni sostanzialmente non dissimili, vari altri raggruppamenti di tendenza cristiana, socialdemocratica, socialista, ecc. Tutti costoro costituiscono l'ala moderata dell'opposizione, quella contro cui la repressione negli ultimi tempi si è fatta più morbida, e non senza motivo. Obiettivo loro è infatti quello di realizzare un trapasso indolore dal franchismo al post-franchismo, garantendo dunque una continuità senza scosse- sia pure spingendo verso la realizzazione di un sistema democratico, rappresentativo, di tipo "occidentale", tanto per intenderci. Tra l'ala moderata dell'opposizione e l'ala moderata ("liberale") del regime (contrapposta, quest'ultima, ai settori più conservatori e fascisti del franchismo - legati soprattutto alla Falange) si stanno continuamente realizzando nuove convergenze. In questa politica trasformista trova il suo ruolo ideale il Partito Comunista Spagnolo, che con la Junta Democratica è già riuscito a legare al suo carrozzone sia squallidi elementi già compromessi fino al collo con la dittatura franchista (ed ora, vista l'oramai prossima mala parata, passati all'opposizione), sia altre forze della tradizionale opposizione moderata.
Tra le forze rivoluzionarie nell'opposizione anti-franchista ricordiamo innanzitutto gli anarchici e gli anarco-sindacalisti (raggruppati parte nella F.A.I.-C.N.T., parte nei gruppi autonomi), quindi l'organizzazione indipendentista basca E.T.A. ed altre formazioni di differente ispirazione marx-leninista (anche se, a onor del vero, alcune di queste ultime gravitano verso il PCE). Orbene, nei confronti dei militanti rivoluzionari il maglio della repressione non si è mai allentato, anzi: è dalla fine della "guerra civile" che gli anarchici spagnoli subiscono l'implacabile attacco da parte dello Stato. E proprio nella coerenza dell'anarchismo iberico, nella sua assoluta indisponibilità a qualsiasi pateracchio con il regime e l'opposizione riformista, proprio in ciò sta la ragione della costanza repressiva franchista nei suoi confronti, così come verso tutti coloro che come gli anarchici si pongono sul terreno rivoluzionario.
Un esempio recente ed estremamente significativo di quanto andiamo dicendo lo abbiamo avuto nello scorso febbraio, con il differente trattamento riservato dalla "giustizia" da una parte al comunista Camachoe ad altri suoi colleghi della Comisiones Obreras, dall'altra ai nostri quattro compagni (Burro, Edo, Urbano, Ferran): pur accusati di simili reati, i primi hanno "ottenuto" una condanna relativamente lieve, e i secondi 23 anni in totale.
Ma c'è un ultimo dato che qui ci preme sottolineare, ed è il comportamento della stampa di informazione in Italia e negli altri Paesi democratici. Salvo secondarie eccezioni, infatti, i nostri bravi "giornalisti democratici" hanno fatto di tutto per stravolgere nell'opinione pubblica la visione della realtà spagnola. Dando infatti grande risalto a tutti gli atti giudiziari relativi all'opposizione moderata e passando per lo più sotto silenzio la tragica repressione che attanaglia le forze rivoluzionarie, la stampa continua a fornire l'impressione al lettore medio che siano propri i moderati a subire con maggiore pesantezza il maglio repressivo franchista.
Ma nemmeno questo atteggiamento della stampa "democratica" ci può meravigliare. La prospettiva rivoluzionaria, per cui lottano intransigentemente gli anarchici ed altre forze iberiche, "disturba" non solo il piano di cogestione interclassista dei comunisti spagnoli e dei loro reggicoda, ma anche i riformisti nostrani e degli altri Paesi democratici.