Rivista Anarchica Online
Verso una nuova mistificazione?
di Alfonso e Lino N.
L'abolizione delle classi differenziali. Istituite per isolare i bambini "difficili", insubordinati e
non-integrati, le classi differenziali verranno abolite -
Senza la soluzione delle gravi contraddizioni sociali dell'attuale sistema, però, le cause del
disadattamento
persisteranno e renderanno puramente esteriore la fine di questo odioso sistema discriminatorio.
L'anno scolastico sta per terminare e già tutti direttori didattici si
apprestano a preparare i programmi per l'anno
prossimo. Abbiamo la netta sensazione che anche per quanto concerne le scuole elementari le
autorità scolastiche
cercheranno di tener conto delle critiche e delle contestazioni emerse in questi mesi - come durante tutti
gli anni
scolastici. Un problema di notevole portata, strettamente collegato con il funzionamento delle classi
elementari, è quello
delle classi differenziali: si tratta di quelle classi "speciali" in cui vengono raccolti tutti i bambini "difficili",
turbolenti, incapaci di adattarsi alla socialità scolastica, insomma diversi. Le prime classi
differenziali risalgono
al 1928, quando furono create dal regime fascista con un intendimento chiaramente discriminatorio; nel
secondo
dopoguerra fu il forte fenomeno di migrazione interna (dalle regioni del Sud al Centro-Nord) a dare
impulso
all'istituzione di classi differenziali riservate di fatto ai figli degli immigrati meridionali. È
intuitivo che soprattutto dal disadattamento socio-culturale deriva l'incentivo al disadattamento
individuale:
gli stessi problemi familiari sono per lo più originati dalle condizioni di sfruttamento e di
indigenza in cui
moltissime famiglie di immigrati sono costrette a vivere. Ne consegue che non è certo a livello
scolastico che il
problema dei bambini "disadattati" può essere risolto, perché è la società
capitalistica ed autoritaria la causa di
fondo dei loro problemi. Non ci si accusi di superficialità o di limitarci a ripetere i consueti
slogans sulle colpe dell'attuale struttura sociale:
chiunque infatti analizzi concretamente, caso per caso, le caratteristiche e le motivazioni di questi
fenomeni di
"disadattamento", potrà rendersi conto della verità di quanto noi abbiamo affermato. Si
pensi per esempio - è solo
un problema fra i tanti - al problema del verde, cioè della quasi assoluta carenza di "aree verdi",
di parchi, di prati,
di giardini, insomma di posti liberi dove i bambini ed i ragazzi possano giocare in libertà. Qui al
quartiere
Canazza, nel comune di Legnano (Milano), dove viviamo e dove svolgiamo la nostra attività
anche come
componenti del "gruppo sociale quartiere Canazza", abbiamo sviluppato un'esperienza molto positiva in
proposito:
siamo riusciti a coinvolgere parte degli abitanti in una lotta diretta per il verde, spiegando e facendo
comprendere
(il che non è poi tanto difficile!) l'importanza di vivere e soprattutto di far vivere i giovani in un
ambiente quanto
meno disumano possibile. Ed oltre alla mancanza di verde, vanno messi in conto i turni di lavoro, il
fenomeno
da noi estesissimo del "pendolarismo", il continuo vertiginoso aumento del costo della vita, ecc.: tutti
fattori che
rendono certo più dura la vita nelle famiglie proletarie e favoriscono il "disadattamento", anche
nelle sue forme
negative di asocialità e di introversione. Finora a questi problemi la società - ed in
particolare le autorità scolastiche - ha risposto con l'istituzione delle
classi differenziali: nel 1958/59 comprendevano 13.673 bambini, 8 anni dopo oltre 85.000. Nel periodo
1960-1969, nelle scuole per "anormali psichici" si sono registrate le seguenti variazioni percentuali del
numero degli
iscritti: in Italia più 55,27p.c., in Lombardia più 69,22p.c., nella sola Milano più
71,22p.c. Secondo noi questo boom può essere spiegato tenendo presente il
contemporaneo boom economico, che accelerò
il trasferimento al Nord di migliaia di famiglie proletarie meridionali. L'estrema difficoltà per
questi numerosissimi
immigrati ad "integrarsi" nel sistema di vita e di sfruttamento tipico di Milano e degli altri centri industriali
spiega
in buona parte il fatto che proprio i figli di questi immigranti abbiano sempre costituito la grande
maggioranza
degli iscritti alle classi differenziali. Oggi, però, si parla di abolire queste "classi per scemi",
come in realtà sono sempre state considerate le classi
differenziali. La scandalosa discriminazione fra bambini bravi (e benpensanti) e cattivi (e proletari)
è ormai
inaccettabile e tutti - comprese le autorità scolastiche - si dichiarano oggi per la loro abolizione.
Si parla di fare
il possibile per integrare i bambini "difficili" nelle classi normali insieme ai loro coetanei "non-difficili":
non c'è
praticamente nessuno disposto a difendere l'istituto delle classi differenziali. Noi, evidentemente, non
possiamo
che essere d'accordo con questa abolizione di una discriminazione istituzionalizzata. Ma dobbiamo
andare oltre,
molto oltre. Con questo nostro scritto vogliamo infatti ribadire che esse è vero, come
è vero, che causa a dei vari
"disadattamenti" è la società capitalistica ed autoritaria con le sue ingiustizie
macroscopiche, allora ne consegue
che l'abolizione delle classi differenziali non può aver nessun significato positivo se si limita ad
abolire un
istituzione formale: in questo caso la discriminazione continuerà a sopravvivere. Noi
anarchici vogliamo andare alla sostanza del problema, non possiamo accontentarci di palliativi che
sembrano
mettere a posto la nostra coscienza, ma che in realtà non servono a niente. Dobbiamo denunciare
sempre le cause
economiche e sociali che provocano i cosiddetti "disadattati": anche perché non è certo
nostro obiettivo quello
di integrare la gente (ed in particolare gli sfruttati) in questo sistema. Solo al di fuori e contro questo
sistema -
di cui le autorità scolastiche sono parte integrante - la nostra lotta può assumere quel
carattere rivoluzionario che
costituisce l'unica valida premessa e garanzia per la soluzione dei gravi problemi che assillano tutti i
lavoratori.
Alfonso e Lino N. (gruppo sociale quartiere Canazza - Legnano)
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