Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 39
maggio 1975


Rivista Anarchica Online

Irizzazione all'inglese

La statalizzazione della Leyland

"Dite no all'elefante" è lo slogan lanciato dalla confederazione dell'industria inglese che riassume la volontà degli imprenditori privati di resistere all'intervento dello Stato (l'elefante) nell'economia. Ma lo slogan è solo velleitario perché industriali e forze conservatrici non sono riusciti (né avrebbero in qualche modo potuto) impedire "l'irizzazione" della British Leyland Motor Corporation.
Questa società - la maggiore casa automobilistica inglese (circa 170.000 dipendenti) nata nel 1968 dalla fusione della British Motor Company con la Leyland Motors - ha conosciuto in questi ultimi anni una lunga serie di insuccessi e ha conseguito perdite considerevoli, tanto da indurre il governo, nel dicembre 1974, a concedere una sovvenzione di 75 miliardi di lire. Ma questo intervento non è riuscito a risollevare le sorti dell'impresa è così il governo presieduto dal laburista Wilson ha predisposto un intervento governativo che prevede un finanziamento dello Stato di circa 1200 miliardi di sterline (1800 miliardi di lire), scaglionato in 7 anni.
La Leyland passerà sotto il controllo pubblico tramite l'acquisizione del 75p.c. delle azioni da parte della National Enterprises Board (l'I.R.I. inglese). Il passaggio di proprietà avverrà con un'offerta pubblica di acquisto lanciata dalla N.E.B. che si è impegnato ad acquistare le azioni Leyland al prezzo di dieci pence ad azione, nonostante il valore corrente di borsa si aggiri intorno ai sei pence.
L'intervento del N.E.B. comporterà modificazioni anche a livello aziendale. Lord Stocks, presidente della società, cederà il comando ad Alec Park, già direttore finanziario della società e più vicino "ideologicamente" alla nuova filosofia statalizzatrice di Sir Don Ryder candidato alla presidenza del N.E.B.
La gestione dell'impresa dipenderà da una collaborazione tra dirigenti e shop stewards (delegati di reparto inglesi). L'attività produttiva (Austin Morris, Rover, Triumph e Jaguar) sarà suddivisa in quattro divisioni: autovetture, veicoli commerciali, progetti speciali, e rapporti con le sussidiarie all'estero.
Il passaggio allo Stato della Leyland denota il perdurare dello stato di crisi della industria automobilistica europea (ma anche negli U.S.A. Ford e General Motors navigano in cattive acque), oggi delle quattro grandi imprese automobilistiche del vecchio continente - Volkswagen, British Leyland, Renault e FIAT - solo quest'ultima è ancora a capitale privato.
La crisi economica ha accelerato il processo di statalizzazione economica in atto nei paesi industriali avanzati. Mentre il capitalismo privato si mostra giorno dopo giorno incapace di risolvere organicamente la propria congiuntura sfavorevole, i "nuovi padroni" della programmazione statale conquistano, sempre più, nuove posizioni di potere.