Rivista Anarchica Online
Irizzazione all'inglese
La statalizzazione della Leyland
"Dite no all'elefante" è lo slogan lanciato dalla confederazione
dell'industria inglese che riassume la volontà degli
imprenditori privati di resistere all'intervento dello Stato (l'elefante) nell'economia. Ma lo slogan è
solo velleitario
perché industriali e forze conservatrici non sono riusciti (né avrebbero in qualche modo
potuto) impedire
"l'irizzazione" della British Leyland Motor Corporation. Questa società - la
maggiore casa automobilistica inglese (circa 170.000 dipendenti) nata nel 1968 dalla fusione
della British Motor Company con la Leyland Motors - ha conosciuto in
questi ultimi anni una lunga serie di
insuccessi e ha conseguito perdite considerevoli, tanto da indurre il governo, nel dicembre 1974, a
concedere una
sovvenzione di 75 miliardi di lire. Ma questo intervento non è riuscito a risollevare le sorti
dell'impresa è così il
governo presieduto dal laburista Wilson ha predisposto un intervento governativo che prevede un
finanziamento
dello Stato di circa 1200 miliardi di sterline (1800 miliardi di lire), scaglionato in 7 anni. La Leyland
passerà sotto il controllo pubblico tramite l'acquisizione del 75p.c. delle azioni da parte della
National Enterprises Board (l'I.R.I. inglese). Il passaggio di proprietà
avverrà con un'offerta pubblica di acquisto
lanciata dalla N.E.B. che si è impegnato ad acquistare le azioni Leyland al prezzo di dieci pence
ad azione,
nonostante il valore corrente di borsa si aggiri intorno ai sei pence. L'intervento del N.E.B.
comporterà modificazioni anche a livello aziendale. Lord Stocks, presidente della società,
cederà il comando ad Alec Park, già direttore finanziario della società e
più vicino "ideologicamente" alla nuova
filosofia statalizzatrice di Sir Don Ryder candidato alla presidenza del N.E.B. La gestione
dell'impresa dipenderà da una collaborazione tra dirigenti e shop stewards (delegati
di reparto
inglesi). L'attività produttiva (Austin Morris, Rover, Triumph e Jaguar) sarà suddivisa
in quattro divisioni:
autovetture, veicoli commerciali, progetti speciali, e rapporti con le sussidiarie all'estero. Il passaggio
allo Stato della Leyland denota il perdurare dello stato di crisi della industria automobilistica europea
(ma anche negli U.S.A. Ford e General Motors navigano in cattive acque), oggi delle quattro grandi
imprese
automobilistiche del vecchio continente - Volkswagen, British Leyland, Renault e FIAT - solo
quest'ultima è
ancora a capitale privato. La crisi economica ha accelerato il processo di statalizzazione economica
in atto nei paesi industriali avanzati.
Mentre il capitalismo privato si mostra giorno dopo giorno incapace di risolvere organicamente la propria
congiuntura sfavorevole, i "nuovi padroni" della programmazione statale conquistano, sempre
più, nuove posizioni
di potere.
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