Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 39
maggio 1975


Rivista Anarchica Online

E qui comando io

Comunisti portoghesi

"Questo popolo è uscito dalla lunga dittatura con uno spirito fortemente libertario; se si vuole, anche anarchico. Quello che i comunisti gli proponevano non poteva piacergli". Questa una delle motivazioni - secondo Mario Soares, leader del Partito Socialista portoghese - che dovrebbero spiegare l'insuccesso dei comunisti alle elezioni del 25 aprile, ma che non spiegano però - secondo noi - la forte vittoria dei socialisti (il 38p.c. dei voti, 115 seggi su 247) e la grande affluenza alle urne (il 92p.c. degli elettori).
A eliminare quanto di libertario è rimasto nel popolo portoghese, nonostante la quarantennale dittatura fascista, ci stanno pensando i partiti politici e il Consiglio della rivoluzione composto dai militari. Questi ultimi - i veri dominatori della vita politica ed economica - stanno portando avanti il loro programma di statalizzazione dell'economia (con le ultime recenti nazionalizzazioni, quasi tutti i settori importanti dell'economia sono in mano allo Stato) e nonostante i risultati elettorali continuano considerare quale interlocutore privilegiato il partito comunista. I militari inoltre, avendo riconosciuto come unico sindacato legittimo l'Intersindacal (controllato esclusivamente dai comunisti) hanno chiaramente espresso la loro volontà di voler dare ai lavoratori una dirigenza unica e a loro fedele.
La via portoghese al socialismo presenta anche aspetti interessanti: tra questi la fissazione dei salari tra un minimo e un massimo che impone un rapporto da uno a tre tra i due livelli. Certamente una disparità economica tra le più attenuate oggi nel mondo. Ma il futuro dei lavoratori è comunque tutt'altro che roseo, l'approssimarsi di una molto probabile crisi economica rimetterà molte cose in discussione ed è facile prevedere che i militari cercheranno di ingabbiare, attraverso il sindacato unico, il sorgere di lotte autonome.
Il dopo elezioni in Portogallo è quindi tutt'altro che tranquillo, i militari e i loro alleati comunisti hanno deciso di non attribuire peso ai risultati elettorali e il primo significativo esempio l'hanno dato il primo maggio quando hanno impedito al leader socialista Soares di parlare nello stadio di Lisbona dove si festeggiava la ricorrenza. Per Soares e per i socialisti è stato un grosso smacco e ha fatto constatare che il successo elettorale, se non è benedetto dai militari è poco significativo.
Oggi il partito socialista ripone la speranza di avere un peso politico adeguato ai voti raccolti nell'ammiraglio Rosa Continho, antagonista del generale Vasco Gonçalves, capo del governo provvisorio e principale sostenitore dei comunisti. Continho, a differenza di Gonçalves, propende per un regime socialista pragmatico che sia in grado di inglobare soluzioni politiche ed economiche non univoche, ma articolate.
Tutto questo dimostra comunque che la vita politica in Portogallo viene portata avanti solo in funzione del rapporto con i militari e che anche le elezioni per il Parlamento che si terranno tra sei mesi non intaccheranno minimamente il potere dei governi in divisa.