Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 39
maggio 1975


Rivista Anarchica Online

I piccoli contestano Agnelli

"Se ciò avviene (il perdurare della conflittualità) è per le difficoltà obiettive che incontrano le direttive dei vertici sindacali ad arrivare alla periferia, la soluzione però non è lo scontro frontale con i vertici sindacali, ma anzi il proseguimento della via della collaborazione".
Questa una delle frasi più significative rivolte da Gianni Agnelli, in veste di presidente della Confindustria, agli industriali delle macchine utensili in un incontro avvenuto il 15 maggio a Milano. La riunione, non priva di spunti polemici espressi dagli industriali al loro presidente, seguiva quella tenuta a Bologna il giorno prima, che aveva visto Agnelli oggetto di aperta ostilità da parte dei 400 industriali emiliani e romagnoli riuniti per discutere sul tema "Ruolo delle regioni per lo sviluppo economico".
Abbiamo registrato questi contrasti in atto nella Confederazione padronale non per amore di cronaca, ma per rilevare il confronto-scontro tra i due aspetti del capitalismo privato italiano, messi in maggiore evidenza dal perdurare della crisi economica.
Il grande padronato italiano (di cui Agnelli è rappresentante) ha capito che per uscire dalla crisi e soprattutto per poter formulare piani a lunga scadenza occorre corresponsabilizzare le centrali sindacali, accettandone alcune rivendicazioni qualificanti, per avviare una sorta di cogestione dell'impresa che, modificando alcuni aspetti dell'assetto istituzionale, preservi la continuità della funzione dell'impresa privata, riconoscendo, nel contempo, nella conflittualità all'interno dell'azienda un elemento di stimolo e di rinnovamento. Beninteso, si tratta (nelle intenzioni di Agnelli) di una "conflittualità programmata" e "ragionevole", tale cioè da non creare eccessive dispersioni nel sistema produttivo.
Si tratta di un progetto decisamente avanzato e soprattutto intelligente che, se attuato, permetterà il riassorbimento della conflittualità extra-sindacale, la vera spina nel fianco di padroni e di burocrati sindacali. Si è creata così una convergenza tra padronato e sindacati che rischia di emarginare ancor più le lotte autonome ed extra-sindacali dei lavoratori.
Ma i piccoli e medi industriali non riescono a comprendere appieno la portata della strategia del loro presidente. Sfruttatori di piccolo cabotaggio e non "navigati" come il padrone della Fiat, essi si mostrano più preoccupati per la situazione di oggi (anche perché hanno le spalle meno solide) e non riescono a capire la portata di una strategia che darà i suoi frutti a tempi medi e lunghi.
Agnelli, il gattopardo degli anni settanta, ha capito che per mantenere in vita il ruolo dell'imprenditoria privata bisogna abbandonare i modelli di sfruttamento tipici di un capitalismo ormai destinato a soccombere e vuole rilanciare l'industria privata rammodernandola, dandogli forme e aspetti nuovi, più consoni ai tempi. E, fatto indicativo, i suoi oppositori più accaniti non sono i "rappresentanti dei lavoratori" ma i rappresentanti della piccola e media industria.