Rivista Anarchica Online
D'accordo, ma...
Cari compagni, ho trovato sostanzialmente valido il vostro redazionale "Tutti
provocatori?" apparso sul n. 37 di "A". Non è
dunque con intento polemico che vi sottopongo le osservazioni seguenti, anzi vi dirò che mi
è sembrato
anarchicamente inopportuno il gesto di quei compagni che non hanno diffuso la rivista contenente
l'intervista con
l'avv. Messina e profondamente scorretto il comportamento di quanti - in riferimento alle posizioni da
voi assunte
sul Bertoli - vi hanno frettolosamente tacciati di provocazione. Oggi il movimento rivoluzionario
ha piuttosto bisogno di riflessione e di chiarezza, di rifiuto dell'animosità, di
spirito di tolleranza e di equilibrio critico, specie quando si dibatte un argomento così delicato
ed importante
come quello della violenza. Mi sembra però che nel suddetto redazionale, non sia
sufficientemente posta in luce quella che chiamerei "l'altra
faccia della medaglia". D'accordo, Bertoli si è comportato al processo con coerenza (dal suo
punto di vista - che, per il fatto di non
condividerlo, non mi azzardo certo a condannare) e gli elementi di collegamento alla "trama nera" sono
quantomeno nebulosi. Tuttavia, non esistono neanche elementi atti a sostenere la tesi contraria.
Cioè: Bertoli
potrebbe aver agito sotto l'influenza negativa di elementi "dubbi" che - facendo leva sul suo ribellismo
ingenuo
lo avrebbero attratto in una provocazione, successivamente perdente dato il peso crescente del nuovo
orientamento politico, teso al rilancio di strategie "conciliari". Naturalmente siamo nel campo delle
ipotesi: ma,
proprio per questo, mi sembra necessario non trascurarne alcuna. Il periodo che attraversiamo
è piuttosto complesso e rimane aperto lo scontro tra forze "avanzate" ed "arretrate"
della nostra economia. In questa prospettiva, colpire a sinistra, dopo aver colpito a destra, può
ancora essere un
obiettivo perseguibile da parte del potere che in un certo sottobosco politico ricattabile e genericamente
ribelle
ha trovato, trova e potrà trovare elementi adatti ai propri disegni. Ora - ed è questo
il punto - se è vero che tutti gli anarchici sono dei ribelli, non è certamente vero il
contrario.
Prendere le distanze da questi confusionari della rivoluzione (nella migliore delle ipotesi) non è
solo opportuno,
è soprattutto ideologicamente ed eticamente doveroso. Abbiamo scelto l'organizzazione
perché detestiamo l'improvvisazione, non siamo dei Don Chisciotte e, come dite
voi stessi, "... non si scherza con gli ordini di morte"; inoltre - differentemente dal periodo resistenziale
da voi
ricordato - oggi non riusciremmo certo ad essere "arditi del popolo" se prima non sapremo mettere in
grado il
popolo di capire il nostro ardimento (e qui è una questione di tempi, non certo di scelte di
fondo). Certo è
importante che anche dall'altro punto di vista non si degeneri: e in questo credo che stia sostanzialmente
la
lezione fondamentale del vostro discorso. Le involuzioni "legalitarie" di certi compagni sono decisamente
preoccupanti, e i giudizi emessi su Brigate Rosse ecc... ne confermano gli aspetti ripugnanti: a costoro
va fatto
capire senza tentennamenti che la rivoluzione è soprattutto un atto illegale. Ma - ecco
rispuntare l'altra faccia della medaglia - essa necessita di un lungo periodo di preparazione in regime
di "legalità" ove - a causa del peso dei mass media sull'informazione- gli atti genericamente ribelli
rischiano di far
franare da un momento all'altro tutto un paziente lavoro di crescita politica (almeno fino a quando esso
non si
sia saldamente radicato tra le masse) traducendosi - quali che siano le intenzioni degli esecutori - in
oggettive
provocazioni (non vi sembra di averne liquidato semplicisticamente il concetto?). Sta poi al potere
decidere le
proporzioni di questa "frana" in relazione alle sue scelte, sta a noi evitare di lasciarci coinvolgere nelle
grottesche -
e a volte tragiche - esercitazioni di impetuosi iconoclasti. Nella speranza che questo utile dibattito
continui e si
arricchisca di nuovi contributi. Saluti anarchici
R. Pernice
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