Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 38
aprile 1975


Rivista Anarchica Online

D'accordo, ma...

Cari compagni,
ho trovato sostanzialmente valido il vostro redazionale "Tutti provocatori?" apparso sul n. 37 di "A". Non è dunque con intento polemico che vi sottopongo le osservazioni seguenti, anzi vi dirò che mi è sembrato anarchicamente inopportuno il gesto di quei compagni che non hanno diffuso la rivista contenente l'intervista con l'avv. Messina e profondamente scorretto il comportamento di quanti - in riferimento alle posizioni da voi assunte sul Bertoli - vi hanno frettolosamente tacciati di provocazione.
Oggi il movimento rivoluzionario ha piuttosto bisogno di riflessione e di chiarezza, di rifiuto dell'animosità, di spirito di tolleranza e di equilibrio critico, specie quando si dibatte un argomento così delicato ed importante come quello della violenza.
Mi sembra però che nel suddetto redazionale, non sia sufficientemente posta in luce quella che chiamerei "l'altra faccia della medaglia".
D'accordo, Bertoli si è comportato al processo con coerenza (dal suo punto di vista - che, per il fatto di non condividerlo, non mi azzardo certo a condannare) e gli elementi di collegamento alla "trama nera" sono quantomeno nebulosi. Tuttavia, non esistono neanche elementi atti a sostenere la tesi contraria. Cioè: Bertoli potrebbe aver agito sotto l'influenza negativa di elementi "dubbi" che - facendo leva sul suo ribellismo ingenuo lo avrebbero attratto in una provocazione, successivamente perdente dato il peso crescente del nuovo orientamento politico, teso al rilancio di strategie "conciliari". Naturalmente siamo nel campo delle ipotesi: ma, proprio per questo, mi sembra necessario non trascurarne alcuna.
Il periodo che attraversiamo è piuttosto complesso e rimane aperto lo scontro tra forze "avanzate" ed "arretrate" della nostra economia. In questa prospettiva, colpire a sinistra, dopo aver colpito a destra, può ancora essere un obiettivo perseguibile da parte del potere che in un certo sottobosco politico ricattabile e genericamente ribelle ha trovato, trova e potrà trovare elementi adatti ai propri disegni.
Ora - ed è questo il punto - se è vero che tutti gli anarchici sono dei ribelli, non è certamente vero il contrario. Prendere le distanze da questi confusionari della rivoluzione (nella migliore delle ipotesi) non è solo opportuno, è soprattutto ideologicamente ed eticamente doveroso.
Abbiamo scelto l'organizzazione perché detestiamo l'improvvisazione, non siamo dei Don Chisciotte e, come dite voi stessi, "... non si scherza con gli ordini di morte"; inoltre - differentemente dal periodo resistenziale da voi ricordato - oggi non riusciremmo certo ad essere "arditi del popolo" se prima non sapremo mettere in grado il popolo di capire il nostro ardimento (e qui è una questione di tempi, non certo di scelte di fondo). Certo è importante che anche dall'altro punto di vista non si degeneri: e in questo credo che stia sostanzialmente la lezione fondamentale del vostro discorso. Le involuzioni "legalitarie" di certi compagni sono decisamente preoccupanti, e i giudizi emessi su Brigate Rosse ecc... ne confermano gli aspetti ripugnanti: a costoro va fatto capire senza tentennamenti che la rivoluzione è soprattutto un atto illegale.
Ma - ecco rispuntare l'altra faccia della medaglia - essa necessita di un lungo periodo di preparazione in regime di "legalità" ove - a causa del peso dei mass media sull'informazione- gli atti genericamente ribelli rischiano di far franare da un momento all'altro tutto un paziente lavoro di crescita politica (almeno fino a quando esso non si sia saldamente radicato tra le masse) traducendosi - quali che siano le intenzioni degli esecutori - in oggettive provocazioni (non vi sembra di averne liquidato semplicisticamente il concetto?). Sta poi al potere decidere le proporzioni di questa "frana" in relazione alle sue scelte, sta a noi evitare di lasciarci coinvolgere nelle grottesche - e a volte tragiche - esercitazioni di impetuosi iconoclasti. Nella speranza che questo utile dibattito continui e si arricchisca di nuovi contributi. Saluti anarchici

R. Pernice