Rivista Anarchica Online
Liberiamo Marini
Il 2 aprile si aprirà al Tribunale di Salerno il processo d'appello
contro l'anarchico Giovanni Marini. Ritenuto
responsabile della morte dello squadrista fascista Carlo Falvella (avvenuta a Salerno il 7 luglio 1972 nel
corso
di una aggressione fascista contro tre giovani anarchici, fra i quali Marini), il nostro compagno è
stato condannato
in prima istanza a 12 anni di carcere ed a non meno di tre anni di libertà vigilata. Il primo
processo, iniziatosi il
28 febbraio dello scorso anno, dimostrò fin dalle sue prime battute quanto inconsistenti fossero
le "prove" addotte
dalla pubblica accusa e dalla parte civile (rappresentata da avvocati fascisti, fra i quali il famigerato De
Marsico)
per sostenere la colpevolezza di Marini. Grazie al fiero comportamento dell'imputato ed alla difesa
"politica" dei
suoi avvocati emerse invece chiaramente un impressionante quadro delle violenze fasciste a Salerno, dei
finanziamenti al MSI da parte dei massimi industriali ed agrari locali, delle solite connivenze delle
autorità statali
con la teppaglia in camicia nera. Messa in difficoltà anche dalla massiccia mobilitazione di piazza
a sostegno di
Marini (scioperi, cortei, occupazioni dell'Università, presenza militante di centinaia di anarchici
ed extra
parlamentari di fronte al Tribunale, ecc.) la Corte preferì sospendere il processo e riprenderlo
poi due mesi dopo
nella sede distaccata di Vallo della Lucania, un centro sperduto fra i monti del Cilento, sperando
così di stroncare
la mobilitazione popolare e di intimidire Marini. Centinaia di compagni, però, continuarono a
sostenere il nostro
compagno anche a Vallo, mentre una dopo l'altra cadevano le restanti "prove" dell'accusa. La dura
condanna
contro Marini, assurda dal punto di vista processuale, può essere spiegata solo come un tentativo
della
Magistratura e dello Stato di colpire l'antifascismo militante. Pur avendo sempre sostenuto la sua
innocenza per
il reato contestatogli, infatti, Marini non ha tralasciato occasione per confermare che rispondere con la
violenza
alla violenza dei fascisti e dello Stato è diritto-dovere di ogni rivoluzionario. In vista del processo
di aprile si sta
intensificando in queste settimane la campagna per la liberazione di Marini, che vede i gruppi ed i
comitati
anarchici in prima fila nel tentativo di coinvolgere tutti gli antifascisti contro l'infame sentenza di primo
grado.
La Redazione
|