Rivista Anarchica Online
Ancora su Masetti
Vorrei fare una breve ma necessaria precisazione in merito alla critica mossa
al mio articolo ("Cavie in
grigioverde" - "A" n. 35) apparso sullo scorso numero ad opera di Maurizio Z. di
Bari. Quando scrissi, nell'articolo in questione, che il gesto di Masetti trovò
respiro, incoraggiamento e spinta in
un vasto fronte di lotte popolari, intendevo sottolineare il peso del sostegno attivo, dato dalla sinistra e
dalle
masse popolari non ancora irretite dalla propaganda borghese riformista, al suo atto, che fu quindi
esemplare e storicamente utile ai fini dell'emancipazione degli sfruttati. Questo nel 1911, in una atmosfera
cioè caratterizzata da una situazione bellica che giustamente le masse popolari sentivano aliena
dai propri
interessi e che le colpiva direttamente. Oggi, dato che l'esercito italiano attuale non sta
partendo per la guerra e si appresta invece ad andare a
nozze coi sindacati riformisti, gesti del genere sarebbero condannati al silenzio ed alla repressione
più dura,
anzi direi meglio alla più cupa incomprensione. Questo non vuol dire
né ottimismo, né rassegnazione, né tanto meno teorizzazione del prevalere di un
metodo
di lotta su di un altro. Significa piuttosto prendere atto di questa realtà e muoversi
volontaristicamente nella
prospettiva anarchica, utilizzando diversi strumenti di azione coerenti al fine - questo sì - ma
nello stesso
tempo ad esso utili dato un preciso quadro storico e rapporti di forza altrettanto precisi. Altrimenti
rischieremmo di costruire una casa partendo dal tetto, con le ovvie conseguenze che ciò
comporta. Oggi in
Italia, date le attuali condizioni (su cui non mi dilungo per averle già analizzate nell'articolo), la
via giusta
è quella della propaganda e della costruzione alternativa. Il gesto di Masetti appartiene certo ad
un glorioso
passato: il nostro impegno odierno esige nuove strategie non meno valide.
R. Pernice
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