Rivista Anarchica Online
Leninismo e guerriglia
di Horst Stowasser
Gli "anarchici dell'Armata Rossa. In questo articolo inviatoci dalla Germania, il compagno Stowasser
analizza la vicenda della Frazione dell'Armata
Rossa (la famosa banda "Baader-Meinhof") e del gruppo "2 Giugno" alla luce degli ultimi avvenimenti
che hanno
visto il rapimento del democristiano Lorenz - La posizione degli anarchici tedeschi.
La leggenda della "guerriglia urbana anarchica" è entrata nelle
teste di milioni di tedeschi come l'immagine di
una furia feroce, capace di qualunque cosa e che minaccia lo stato e i suoi rappresentanti. In effetti
mai si è tanto parlato di anarchia come in questi ultimi tempi e mai come ora si è stati
più lontani dal
suo significato reale. Questa popolarità non desiderata dagli stessi anarchici è dovuta
a vari nuclei di guerriglia urbana esistenti nella
Repubblica Federale Tedesca, tra cui la R.A.F. (ormai quasi completamente liquidata) e il Movimento
2 Giugno.
Analizziamo, innanzitutto, se si tratta veramente di gruppi "anarchici". La R.A.F. (Rote Armee
Fraktion,
Federazione dell'Armata Rossa) è (o meglio era) una organizzazione nettamente e chiaramente
definita come
marxista-leninista. Lo è non solo per la sua struttura organizzativa, per la sua tattica e per i suoi
atteggiamenti,
ma soprattutto per sua stessa dichiarazione. Già nel loro primo comunicato, intitolato "Der
Bewaffnete Kampf"
(La lotta armata) essi si dichiarano decisamente marxisti-leninisti, parlano della dittatura del proletariato
che
desiderano imporre in Germania, della necessità della ricostruzione di un "Partito Comunista
Proletario" e della
sua funzione di avanguardia tra le masse; essi cioè, sin dall'inizio, sono su posizioni nettamente
marxiste-leniniste.
Citano moltissimo Mao Tse Tung, pur ammettendo che "anche se non siamo anarchici, non neghiamo
il nostro
rispetto al valore di molti anarchici". Questo avvenne nel 1971, poco dopo la liberazione di Andreas
Baader da carcere di Berlino. L'unica differenza, a quel tempo, tra la R.A.F. e gli altri gruppi
marxisti-leninisti, era costituita dal fatto che la
prima utilizzava la violenza invece delle parole. La prima reazione a questo fenomeno da parte degli
anarchici
tedeschi fu uno studio sulla R.A.F. che venne pubblicato sul periodico anarchico di Berlino "883", e che
venne
intitolato "La R.A.F., leninisti con fucili". In questo studio si metteva in chiaro la caratterizzazione
politica della
R.A.F. e si spiegava che il suo principale errore strategico consisteva nel riconoscere come "violenza"
solo
l'azione armata di un nucleo molto ridotto - circa 50 persone in tutto - completamente staccato dalla
popolazione
e di ignorare le altre forme più proficue di violenza come gli scioperi spontanei, le occupazioni
di case, le azioni
dirette, ecc. Nello stesso tempo su "Anarco-Info", un bollettino interno anarchico,
uscì un articolo in cui si chiariva che gli
anarchici non erano né contro la violenza né contro la pratica della stessa da parte di
piccoli gruppi, ma
criticavano la R.A.F. per avere organizzato questa lotta o guerriglia urbana in modo dilettantesco e
irresponsabile.
In questo articolo si puntualizzava che gli anarchici erano interessati a migliorare i rapporti fra i progettati
gruppi
"legali". Questo dibattito nel movimento anarchico produsse una frattura fra un settore favorevole
all'azione
"illegale" e un settore favorevole invece al lavoro tra le masse; si può dire che il gruppo "2
Giugno" sia il risultato
della prima corrente. Ma ne parleremo più avanti. Quanto alla R.A.F. e all'accusa a lei rivolta
di dilettantismo, si deve riconoscere che questo gruppo non si è mai
organizzato né strutturato organicamente ma è stato un insieme di aderenti eterogenei
che furono spinti alla lotta
armata ciascuno per propri problemi e tutti per la montante repressione poliziesca tedesca contro il
movimento
rivoluzionario degli anni 1967-1969. Così, la sua teoria guerrigliera, copiata minuziosamente da
Mao e da
Marighella, è stata applicata in seguito restando sempre indietro rispetto alla realtà. I
membri della R.A.F. non
disponevano della preparazione e dell'esperienza indispensabile per portare avanti la lotta armata. Queste
carenze
sono dimostrate fra l'altro da tre fattori: i membri più conosciuti della R.A.F., fra cui Ulrike
Meinhof e Andreas
Baader, erano già molto conosciuti e attivi come militanti nell'ambito legale prima di iniziare a
fare la guerriglia
e per questo la polizia li perseguitava. Lo stesso Baader, poi, fu arrestato perché dopo un
incendio da loro
provocato in un supermercato avevano lasciato sul posto materiale di propaganda che li denunciava.
Infine il fatto
che Ulrike Meinhof fu arrestata quando chiese aiuto a una persona che non aveva mai visto in vita sua
e che,
ovviamente, la denunciò la polizia. Le azioni della R.A.F. sono state, conseguentemente,
ogni volta più disperate e distruttrici: non erano offensive
ma difensive. Alla fine le loro azioni si sono rivolte direttamente contro il popolo ed allora non è
stato possibile
spiegare questi fatti alla gente per mezzo della nostra stampa. Nel corso del 1972 la maggior parte
dei compagni della R.A.F. fu arrestata. In una retrospettiva del 1974 il
periodico libertario berlinese "Der lange marsch", successore di "883", riassumeva la storia
della R.A.F. in poche
parole: "Quello che resta della R.A.F.: leninisti senza fucili". Questo il titolo dell'articolo, che si riferisce
al fatto
che durante la permanenza in carcere diversi militanti della R.A.F. (i più noti, come Horst
Malher e Dieter
Kunzelmann) hanno aderito al mini-partito maoista K.P.D. (Partito Comunista Tedesco), criticando la
"linea
settaria della R.A.F." e invitando i loro compagni e il mondo intero ad entrare in questo "partito" (0.2%
alle
elezioni). Così la R.A.F. si è mostrata per quello che realmente era ed è: un
gruppo di leninisti, uniti temporaneamente nella
lotta armata per pressioni esterne e per l'autorità di alcuni dei suoi capi. Nonostante questo
furono gli anarchici quelli che all'inizio appoggiarono le azioni della R.A.F. e le criticarono
concretamente mentre i maoisti la presentarono come una banda pagata dal governo. Ma la
solidarietà degli
anarchici decrebbe man mano che si riconosceva il vero carattere della R.A.F. e questa nuova posizione
fu
accettata dai maoisti. Bisogna dire che questa solidarietà gli anarchici l'hanno data e la
daranno sempre a qualunque incarcerato
politico, che sia o no della R.A.F. Attualmente il numero dei prigionieri politici in Germania supera i 300,
dei
quali meno di 40 sono della R.A.F. Comunque non vi è alcun dubbio che la identificazione
pubblica tra R.A.F. e anarchici non è altro che il prodotti
di una manovra statale. Dal primo momento in cui apparve la R.A.F., i suoi componenti furono
qualificati come
"anarchici terroristi", attributo che si deve non solo ad ignoranza degli organismi ufficiali e della stampa
ma
piuttosto ad una ben precisa intenzione. Etichettando poi la R.A.F. come anarchica si raggiungevano
due fini con una sola manovra: mettere in cattiva luce
la R.A.F. (poiché la parola "anarchia" viene mal recepita dalla maggioranza della gente, per
ignoranza) e
contemporaneamente attribuire le azioni della R.A.F., come azioni criminali, agli anarchici veri, fatto
questo che
permetteva di perseguitarli più facilmente con la scusa di appoggio o di appartenenza alla
R.A.F. Si consideri poi che oggi il numero degli anarchici incarcerati per sospetta complicità
con la R.A.F. supera i
cinquanta e gli assalti della polizia a gruppi, redazioni, locali e comuni anarchici sono molto frequenti,
sempre
con lo stesso pretesto (...). Il problema della violenza assunse un'altra prospettiva con l'apparizione
del movimento "2 Giugno". Questo sì
è di tendenza e provenienza libertaria, perlomeno secondo i comunicati ideologici che risalgono
a due anni fa e
secondo le dichiarazioni di uno dei suoi ex-militanti, Brockmann. Il "gruppo 2 Giugno" è
precedente alla R.A.F.
Sono da attribuirsi a questo gruppo diverse rapine di banche che, si può supporre, servirono per
la costruzione
di una base tecnica e degli strumenti necessari; in realtà non vi era una chiara delimitazione nella
R.A.F. e fino
ad ora vari elementi della R.A.F. militano nel "2 Giugno". Georg Von Rauch e Thomas Weinsbecker,
a quel
tempo membri della "Croce Nera", furono ambedue assassinati dalla polizia; ambedue erano membri del
"2
Giugno" nei suoi tempi preparatori. Il gruppo "2 Giugno" ha preso questo nome dalla data in cui fui
assassinato
dalla polizia berlinese lo studente Benno Ohnesorg durante una manifestazione pacifica contro lo
scià di Persia. Le azioni del "2 Giugno" più incisive sono state tre: 1) la
liquidazione di un ex-compagno, che davanti alla polizia (sotto pressione) aveva dichiarato alcuni dati
sul
movimento: questa azione fu molto criticata dalla maggioranza degli anarchici; 2) l'uccisione di Von
Drenkmann, giudice supremo di Berlino, come risposta alla morte di Holger Meins,
militante della R.A.F. morto in carcere in seguito allo sciopero della fame contro le torture psicologiche.
Anche
se non siamo soliti condannare gli atti di vendetta statale, bisogna dire che questa azione del gruppo "2
Giugno"
fu compiuta - a dir poco - in modo più che tedesco: a) Von Drenkmann non aveva assolutamente
nulla a che
vedere col caso Meins; b) Von Drenkmann era antifranchista e passò anni nei campi di
concentramento nazisti;
c) Von Drenkmann era membro del SPD e era già affetto da un male incurabile e oggetto
dell'attenzione pubblica
Berlinese. Pertanto questa azione non ha potuto essere compresa se non da alcuni gruppi della sinistra:
è stata
un'azione, questa, che non si può giudicare giusta. 3) Il recente sequestro di Peter Lorenz,
capo della CDU (Democrazia Cristiana) berlinese. Bisogna dire che questa
azione era ben preparata e tecnicamente ben realizzata e ha raggiunto il suo scopo, cioè la
liberazione di cinque
detenuti della R.A.F. o anarchici e il pagamento della somma richiesta. Un dato interessante, anche se
marginale,
è che Horst Mahler, militante della R.A.F. in carcere, attualmente membro del KPD, dopo
essersi consultato con
un funzionario del suo partito, rifiutò di essere liberato dal "2 Giugno". Sebbene il "2
Giugno" questa volta abbia colpito un degno rappresentante del potere odiato da molti (perché
responsabile di molti atti di repressione e perché sostenitore di un regime poliziesco), il "2
Giugno" ha perso
l'opportunità unica di far comprendere il suo gesto alla popolazione. Ripetutamente i suoi membri
esigettero di
fare comunicati alla televisione in tutta la Germania o in alcune regioni, ma invece di spiegare alla gente
il motivo
del sequestro, le motivazioni politiche del gruppo e i crimini di Lorenz, si limitarono a pronunciare alcune
frasi
rivoluzionarie e in un linguaggio che, un'altra volta, poteva essere comprensibile solo per un settore molto
ridotto
della popolazione. La critica anarchica che di conseguenza si fa al "2 Giugno" è
principalmente che i suoi membri operano
completamente isolati da qualsiasi gruppo anarchico o della sinistra extra parlamentare, poiché
i contatti fra
ambedue sono praticamente nulli. Questo provoca una mancanza di coordinamento e
l'impossibilità, quasi, di
divulgare e propagandare le azioni del "2 Giugno". Critichiamo soprattutto che queste azioni non possano
essere
comprese da gran parte del popolo e sembra che il "2 Giugno" non dia molta importanza a questo fattore
e faccia
le sua azioni per una piccola minoranza di sinistra. Per quanto concerne le posizioni ideologiche del
"2 Giugno" per il momento non possiamo dire nulla di concreto
perché da molto tempo questo gruppo non si è espresso. Sicuramente esso sarà
obbligato a dimostrare se ha
appreso qualcosa dai suoi errori e a definirsi ideologicamente, quindi i prossimi mesi non saranno mesi
di
riposo...!
Horst Stowasser
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