Rivista Anarchica Online
Le "dimissioni" del feudatario
Le cronache economiche italiane senza un personaggio come Eugenio
Cefis sarebbero veramente noiose,
punteggiate solo qua e là dagli scandali suscitati da qualche ladrone di stato. Il presidente della
Montedison riesce
invece a movimentare le manovre di corridoio del potere economico con sortite clamorose; tutta la sua
carriera
è un susseguirsi di colpi di scena. L'ultimo in ordine di tempo è la lettera di dimissioni
inviata al Consiglio di
Amministrazione della Montedison. Perché Cefis ha dato le dimissioni? Che reazioni si aspetta?
La sua posizione
di feudatario ribelle ed incontrollabile era stata messa in serio pericolo dalla scalata al possesso azionario
della
Montedison effettuata da due società fiduciarie, la Nicofico e l'Euramerica (pare controllate da
Nino Rovelli,
presidente della S.I.R.). Con una silenziosa e accorta manovra le due società si sono assicurate
quasi
centosessanta milioni di azioni, vale a dire qualcosa come centoventi miliardi di lire, rompendo in questo
modo
l'equilibrio di potere nel colosso della chimica italiana. Cefis ha oggi giocato la sua carta, ha dato le
dimissioni per "accelerare una soluzione", cioè perché gli venga
restituito intatto il suo potere. Cosa vuole Cefis in realtà? Tante, tante cose. Vediamo di
elencarle tutte: 1) mantenere la presidenza della
Montedison ed ottenere quella del sindacato di controllo; 2) eliminare la partecipazione delle fiduciarie
Nicofico
ed Euramerica; (questi primi due obiettivi Cefis li ha già ottenuti); 3) poter accentrare nella
Fingest (una società
del gruppo Montedison) tutte le società operative (Montefibre, Standa, settore farmaceutico,
Snia, settore
bancario e assicurativo, chimica fine, ecc.) lasciando nella Montedison solo il settore petrolchimico; 4)
offrire
agli azionisti privati della Montedison di scambiare le loro azioni con quelle della Fingest; 5) la
riconferma di
Girotti alla presidenza dell'E.N.I.; 6) garantire l'immunità a Mario Einaudi, presidente
dell'E.G.A.M.. Queste richieste avranno come conseguenza che Cefis dovrà rispondere del
suo operato al presidente del
sindacato di controllo, cioè lui stesso, che addosserà allo stato, azionista principale, il
peso del settore
petrolchimico attualmente in condizioni deficitarie mentre avrà trasferito le attività
redditizie in una società dove
i maggiori azionisti saranno uomini o enti a lui legati da forti vincoli: Pesenti, Monti, Bastogi. Ma per fare
questo
è necessario l'assenso dell'E.N.I. e quindi ecco Cefis pretendere la riconferma di Girotti per
ingraziarselo. Cefis estende e consolida il suo impero economico e clientelare e il governo si sta
muovendo con solerzia per
aiutarlo.
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