Rivista Anarchica Online
Interrogations
"Sinceramente il movimento anarchico si mostra inferiore alle sue
possibilità. Come movimento, vale a dire come
fattore cosciente che interviene nella trasformazione della società, esso ha perso la forza che
aveva dimostrato
di possedere in Spagna, in Italia, in Francia, in Bulgaria, in Ucraina, in America Latina. Come corrente
di idee
non gode certo di quella onnipresenza che manifesta la fraseologia marxista. D'altro canto i temi che hanno costituito la sua originalità per un
secolo abbondante, a cavallo tra il XIX ed il
XX, in piena rivoluzione industriale rifioriscono e pervadono ciò che resta di inquieto, di lucido
nel socialismo... ...Definire ciò che la
rivista intende come suo compito significa dunque elencare ciò che manca, in questo ultimo
quarto del secolo XX, al pensiero libertario, ai suoi militanti impegnati nelle lotte
sociali. Si tratta di un doloroso sforzo di
lucidità, sforzo che deve portare in primo luogo alla verifica ed al
"prolungamento" delle tesi anarchiche sul ruolo dello Stato e sulla formazione di una nuova classe
dominante,
due fenomeni tra loro strettamente connessi. Questo aggiornamento non può concepirsi senza
studi paralleli sulle
mutazioni sociali, la diversificazione delle classi salariate, l'evoluzione del potere economico e
funzionale. Un altro aspetto della nostra
povertà è l'assenza di materiale informativo corretto sui grandi centri - motori o
dipendenti - della vita internazionale. Noi viviamo - e la nostra stampa ne dà troppo spesso la
dimostrazione - sul
difficile uso di una massa di notizie volontariamente od inconsapevolmente troncate e truccate all'origine,
riprodotte secondo l'interesse del potere e della propaganda... ...C'è anche sul piano internazionale il bisogno imperioso di conoscere le forme
ed i mezzi di intervento dei giochi
imperialisti, i diversi aspetti delle lotte per la supremazia, che condizionano in parte le politiche nazionali,
economiche o partigiane... ...Infine c'è la
conoscenza e la valorizzazione delle forze e delle organizzazioni, esperienze e tentativi che, in tutto
il mondo, s'oppongono alla marcia verso la centralizzazione totalitaria, verso la riduzione degli esseri
umani a
materia prima - manodopera o soldati - che rifiutano la folle corsa verso la potenza ed il
potere. Un programma ambizioso più
facile da enunciare che da realizzare...". Così si presenta la nuova rivista anarchica internazionale, Interrogations,
edita a Parigi, il cui primo numero
uscito in dicembre è arrivato in Italia a causa degli scioperi postali francesi solo a metà
di gennaio. Un programma ambizioso, certo, ma
che solo può giustificare una iniziativa culturale di ambito internazionale.
Non possiamo e non vogliamo giudicare Interrogations dal primo numero. Una rivista di
questo respiro, con tale
programma, di tale impegno potrà essere giudicata forse dopo un anno di lavoro. Non possiamo,
per ora, che
augurarci che il programma venga anche solo parzialmente soddisfatto e la tematica prescelta affrontata
progressivamente con quella serietà che i propositi enunciati promettono e che la materia
richiede. E' una rivista nuova sotto molti aspetti
e questo fa si che i primi numeri non possano che essere sperimentali. E'
nuova la formula "internazionale". Ricordiamo solo un'altra rivista anarchica internazionale, di cui
uscirono
pochi numeri negli anni '20 promossa da esuli italiani a Parigi. E' nuova per la pubblicistica anarchica che
prevalentemente è rivolta alla propaganda, seppure a diversi livelli e con diversi risultati,
l'impostazione
programmatica di ricerca scientifica. Nuova è anche la formula multilingue che,
nell'impossibilità economica di
fare edizioni contemporanee in diverse lingue, consente, seppure con qualche sforzo da parte dei lettori,
una
collaborazione e diffusione internazionale. Premesso, come abbiamo premesso, che un vero giudizio su I. potrà solo essere dato
fra qualche numero, diverse
osservazioni critiche si possono e si debbono fare, a nostro avviso, a questo primo numero, proprio nella
prospettiva del programma enunciato e come contributo ad un raddrizzamento del tiro per il prossimo
futuro. Per cominciare, degli scritti pubblicati, solo
tre su cinque sono classificabili come ricerche e di essi solo due ci
sembrano propriamente nell'ambito del programma: L'expérience de la cogestion en
Allemagne Fédérale di
Zimmermann (uno studio sulle spinte e sulle resistenze alla diffusione di una collaborazione interclassista
cogestionaria nella Germania Ovest e sulle trasformazioni dei rappresentanti sindacali in managers) e
l'I.R.I.:
nazionalizzazione all'italiana di Bertolo e Lanza (uno studio socio-economico sulla più
grande holding
pubblica del mondo, modello esemplare di transazione dallo sfruttamento capitalistico allo sfruttamento
tecnoburocratico). Il terzo scritto, La ultimas semanas de la Repubblica española,
molto interessante peraltro,
è un poco "fuori tema". La ricerca storica, crediamo, riguarda il programma di I. se è
storia "interpretativa" della
Stato (e più in generale del potere) e dei suoi antagonisti; lo studio citato, invece, è storia
"descrittiva" delle
convulsioni finali politico-militari di una guerra civile non più
rivoluzionaria... Gli altri due scritti
(Solzhenitsyn's Politica Philosophy di Paul Avrich e Marx, Bakunin et...
Duclos di Marianne
Enckell), poi, ci hanno lasciati perplessi. Il primo perché, dopo un'analisi un po' frettolosa ma
obiettiva del
pensiero politico del grande scrittore russo (un cocktail di "slavinismo, populismo e
socialismo etico, con
elementi di tecnocrazia e di dispotismo benevolo"), conclude con un giudizio sostanzialmente positivo
(se non
ci inganna la barriera linguistica) che non tiene conto delle più recenti dichiarazioni dell'esule,
le quali marcano
una netta involuzione reazionaria progressiva rispetto alle posizioni libertarie (in senso lato) della
"Divisione
Cancro". Il secondo scritto, recensione di un libro su Bakunin del noto dirigente stalinista francese, si
apre con
una strana dichiarazione di equidistanza tra "marxisti dogmatici" e "bakuninisti frenetici"(!) e si chiude
con una
trasparente proposta di superamento della separazione marxismo-anarchismo in una sintesi in cui il primo
fornirebbe il "metodo" (cioè il pensiero) ed il secondo il "diavolo in corpo" (lo spirito ribelle?).
Una posizione
regressiva anche rispetto al marxismo libertario di un Guerin, il quale riconosce la scientificità
di molte
proposizioni sociologiche anarchiche. Tutti gli
scritti di questo primo numero, comunque, con la eccezione forse dell'ultimo citato, meritano d'essere
letti e nel suo insieme il primo numero di I. non ci ha deluso.
"INTERROGATIONS, rivista di ricerche
anarchiche", trimestrale, formato 14x21, 132 pagine, una copia
1.000 lire, abbonamento annuo 4.000 lire, amministrazione: G.Yvernel - 32, passage du Desir, 75010
Paris.
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