Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 35
gennaio 1975


Rivista Anarchica Online

Interrogations

"Sinceramente il movimento anarchico si mostra inferiore alle sue possibilità. Come movimento, vale a dire come fattore cosciente che interviene nella trasformazione della società, esso ha perso la forza che aveva dimostrato di possedere in Spagna, in Italia, in Francia, in Bulgaria, in Ucraina, in America Latina. Come corrente di idee non gode certo di quella onnipresenza che manifesta la fraseologia marxista.
D'altro canto i temi che hanno costituito la sua originalità per un secolo abbondante, a cavallo tra il XIX ed il XX, in piena rivoluzione industriale rifioriscono e pervadono ciò che resta di inquieto, di lucido nel socialismo...
...Definire ciò che la rivista intende come suo compito significa dunque elencare ciò che manca, in questo ultimo quarto del secolo XX, al pensiero libertario, ai suoi militanti impegnati nelle lotte sociali.
Si tratta di un doloroso sforzo di lucidità, sforzo che deve portare in primo luogo alla verifica ed al "prolungamento" delle tesi anarchiche sul ruolo dello Stato e sulla formazione di una nuova classe dominante, due fenomeni tra loro strettamente connessi. Questo aggiornamento non può concepirsi senza studi paralleli sulle mutazioni sociali, la diversificazione delle classi salariate, l'evoluzione del potere economico e funzionale.
Un altro aspetto della nostra povertà è l'assenza di materiale informativo corretto sui grandi centri - motori o dipendenti - della vita internazionale. Noi viviamo - e la nostra stampa ne dà troppo spesso la dimostrazione - sul difficile uso di una massa di notizie volontariamente od inconsapevolmente troncate e truccate all'origine, riprodotte secondo l'interesse del potere e della propaganda...
...C'è anche sul piano internazionale il bisogno imperioso di conoscere le forme ed i mezzi di intervento dei giochi imperialisti, i diversi aspetti delle lotte per la supremazia, che condizionano in parte le politiche nazionali, economiche o partigiane...
...Infine c'è la conoscenza e la valorizzazione delle forze e delle organizzazioni, esperienze e tentativi che, in tutto il mondo, s'oppongono alla marcia verso la centralizzazione totalitaria, verso la riduzione degli esseri umani a materia prima - manodopera o soldati - che rifiutano la folle corsa verso la potenza ed il potere.
Un programma ambizioso più facile da enunciare che da realizzare...".
Così si presenta la nuova rivista anarchica internazionale, Interrogations, edita a Parigi, il cui primo numero uscito in dicembre è arrivato in Italia a causa degli scioperi postali francesi solo a metà di gennaio.
Un programma ambizioso, certo, ma che solo può giustificare una iniziativa culturale di ambito internazionale. Non possiamo e non vogliamo giudicare Interrogations dal primo numero. Una rivista di questo respiro, con tale programma, di tale impegno potrà essere giudicata forse dopo un anno di lavoro. Non possiamo, per ora, che augurarci che il programma venga anche solo parzialmente soddisfatto e la tematica prescelta affrontata progressivamente con quella serietà che i propositi enunciati promettono e che la materia richiede.
E' una rivista nuova sotto molti aspetti e questo fa si che i primi numeri non possano che essere sperimentali. E' nuova la formula "internazionale". Ricordiamo solo un'altra rivista anarchica internazionale, di cui uscirono pochi numeri negli anni '20 promossa da esuli italiani a Parigi. E' nuova per la pubblicistica anarchica che prevalentemente è rivolta alla propaganda, seppure a diversi livelli e con diversi risultati, l'impostazione programmatica di ricerca scientifica. Nuova è anche la formula multilingue che, nell'impossibilità economica di fare edizioni contemporanee in diverse lingue, consente, seppure con qualche sforzo da parte dei lettori, una collaborazione e diffusione internazionale.
Premesso, come abbiamo premesso, che un vero giudizio su I. potrà solo essere dato fra qualche numero, diverse osservazioni critiche si possono e si debbono fare, a nostro avviso, a questo primo numero, proprio nella prospettiva del programma enunciato e come contributo ad un raddrizzamento del tiro per il prossimo futuro.
Per cominciare, degli scritti pubblicati, solo tre su cinque sono classificabili come ricerche e di essi solo due ci sembrano propriamente nell'ambito del programma: L'expérience de la cogestion en Allemagne Fédérale di Zimmermann (uno studio sulle spinte e sulle resistenze alla diffusione di una collaborazione interclassista cogestionaria nella Germania Ovest e sulle trasformazioni dei rappresentanti sindacali in managers) e l'I.R.I.: nazionalizzazione all'italiana di Bertolo e Lanza (uno studio socio-economico sulla più grande holding pubblica del mondo, modello esemplare di transazione dallo sfruttamento capitalistico allo sfruttamento tecnoburocratico). Il terzo scritto, La ultimas semanas de la Repubblica española, molto interessante peraltro, è un poco "fuori tema". La ricerca storica, crediamo, riguarda il programma di I. se è storia "interpretativa" della Stato (e più in generale del potere) e dei suoi antagonisti; lo studio citato, invece, è storia "descrittiva" delle convulsioni finali politico-militari di una guerra civile non più rivoluzionaria...
Gli altri due scritti (Solzhenitsyn's Politica Philosophy di Paul Avrich e Marx, Bakunin et... Duclos di Marianne Enckell), poi, ci hanno lasciati perplessi. Il primo perché, dopo un'analisi un po' frettolosa ma obiettiva del pensiero politico del grande scrittore russo (un cocktail di "slavinismo, populismo e socialismo etico, con elementi di tecnocrazia e di dispotismo benevolo"), conclude con un giudizio sostanzialmente positivo (se non ci inganna la barriera linguistica) che non tiene conto delle più recenti dichiarazioni dell'esule, le quali marcano una netta involuzione reazionaria progressiva rispetto alle posizioni libertarie (in senso lato) della "Divisione Cancro". Il secondo scritto, recensione di un libro su Bakunin del noto dirigente stalinista francese, si apre con una strana dichiarazione di equidistanza tra "marxisti dogmatici" e "bakuninisti frenetici"(!) e si chiude con una trasparente proposta di superamento della separazione marxismo-anarchismo in una sintesi in cui il primo fornirebbe il "metodo" (cioè il pensiero) ed il secondo il "diavolo in corpo" (lo spirito ribelle?). Una posizione regressiva anche rispetto al marxismo libertario di un Guerin, il quale riconosce la scientificità di molte proposizioni sociologiche anarchiche.
Tutti gli scritti di questo primo numero, comunque, con la eccezione forse dell'ultimo citato, meritano d'essere letti e nel suo insieme il primo numero di I. non ci ha deluso.

"INTERROGATIONS, rivista di ricerche anarchiche", trimestrale, formato 14x21, 132 pagine, una copia 1.000 lire, abbonamento annuo 4.000 lire, amministrazione: G.Yvernel - 32, passage du Desir, 75010 Paris.