Rivista Anarchica Online
No alla cogestione
di R.A.
L'interesse per i Decreti Delegati (o, come sarebbe più esatto dire,
per i nuovi Organi Collegiali della scuola), che
si era un po' addormentato dopo l'exploit pubblicitario subito seguito alla loro
promulgazione, torna a svegliarsi
in vista dell'ormai prossima scadenza elettorale. In... febbraio, in tutte le scuole di stato, genitori e
studenti,
categorie tradizionalmente escluse, finora, dal governo delle cose scolastiche, sono chiamati ad eleggere
i propri
rappresentanti in seno ai neonati Consigli di Istituto e Giunte Esecutive. Abbiamo già chiarito
(A 30) qual è la nostra posizione di anarchici nei confronti di questi organismi. Siamo
convinti che il loro carattere, tanto decantato, di riforma democratica, sia solo una beffa e nasconda la
volontà
di usare la scuola come strumento di manipolazione del consenso, abituando i giovani, proprio
nell'età in cui
sono più ricettivi ed influenzabili, a meccanismi simili a quelli attraverso cui la classe dominante
esercita il suo
potere: la delega decisionale, l'organizzazione verticale autoritaria, eccetera. Ricordiamo, a tale proposito,
che
i Decreti Delegati non prevedono nessun sistema di ratifica "dal basso" delle decisioni prese "in alto",
cioè dai
Consigli e dalle Giunte. In questo, si rivelano ancor più autoritari dello stesso ordinamento
politico del paese,
dove esiste, per lo meno in teoria, un Parlamento che, sempre e solo in teoria, dovrebbe controllare la
rispondenza
dell'operato del Governo agli interessi degli elettori. Nella scuola esisterà invece solo il Governo
(Consiglio di
Istituto e Giunta Esecutiva) e i suoi componenti (i cosiddetti "rappresentanti") diventeranno dei veri e
propri capi,
svincolati da ogni obbligo concreto di rispettare i mandati della base. Non importa se, spesso, le decisioni
di
questo Governo avranno importanza pratica irrilevante. Proprio il carattere esclusivamente "morale" degli
Organi
Collegiali ne rende evidente la funzione di educare all'esistenza e all'accettazione del potere e delle
sue regole. A questo punto è significativi il fatto che tutti i partiti istituzionali (con
la sola eccezione dei fascisti) abbiano
preso posizione a favore di questo perfido disegno, seppur cercando goffamente di
differenziarsi nelle motivazioni
o nelle riserve della propria adesione. Quando si tratta di migliorare l'esercizio del potere, di rinsaldare
le basi,
comunisti, socialisti, repubblicani, democristiani e compagnia sono evidentemente tutti d'accordo, e la
cosa non
fa meraviglia. La fa, invece, assistere alla convergenza sulle medesime posizioni di un tale squallido
fronte
interclassista, da parte di alcuni gruppi della sinistra extraparlamentare, che, Lotta Continua in testa,
invitano i
propri simpatizzanti a partecipare alle elezioni, si danno da fare per entrare nelle liste di genitori ed alunni
(liste
"rosse", si intende) e contribuiscono, di fatto, a tenere in piedi la tragicommedia di questa "nuova
gestione della
scuola". Tutto ciò fa meraviglia non perché noi abbiamo nutrito, finora, eccessiva fiducia
nella loro coerenza
rivoluzionaria (anzi), piuttosto perché la manovra è di un codismo così
scopertamente strumentale, così
opportunista, da rendere incredibile che gente che aspira ad essere l'alternativa di sinistra al PCI non
sprofondi
dalla vergogna, nel sostenerla. I Decreti Delegati sono uno strumento reazionario, questo è
incontestabile. Quindi,
chi accetta di parteciparvi, quali che siano le motivazioni tattiche e le furberie da politici da strapazzo,
contribuisce inevitabilmente a metterli in condizioni di esplicitare la loro deleteria funzione, e si fa
complice del
disegno che li ha generati. L'unica posizione possibile per dei veri rivoluzionari è
l'opposizione intransigente ai nuovi Organi Collegiali e
la lotta per contrastarne con ogni mezzo la capacità di funzionare. Il primo momento di questa
lotta, oggi,
crediamo sia il rifiuto delle prossime elezioni, che significano, soprattutto per gli studenti, scegliersi dei
capi e
istituzionalizzare il ruolo dirigente. Quanto minore sarà la percentuale dei votanti, tanto
più scarsa sarà la
rappresentatività degli eletti, tanto meno effettivo il loro potere. Disertando in massa il voto, gli
studenti hanno
la possibilità di isolare i futuri dirigenti, di dimostrare (e dimostrarsi) la propria fiducia nei modelli
organizzativi
proposti dalla classe dominante, di restare liberi di sperimentare ed attuare forme di organizzazione
autonome,
senza ipoteche di alcun genere, capaci veramente di far fronte alle proprie esigenze di partecipazione e
democrazia
diretta. La contrapposizione continua, puntigliosa, di queste forme di organizzazione (assemblea con
potere
decisionale, deleghe limitate e sempre revocabili, ecc.) a quelle di regime, la volontà e l'impegno
a migliorarle
in senso sempre più libertario, non impediranno certo l'istituzione formale dei nuovi Organi
Collegiali. Ma ne
contrasteranno, nell'unico modo possibile, quello dell'azione "dal basso", l'efficenza reazionaria e
condizionatrice.
R.A.
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