Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 4 nr. 29
maggio 1974


Rivista Anarchica Online

Terrorismo di stato in Brasile
a cura di Pietro Granai

Per iniziativa del Tribunale Russel II si sono tenute a Roma, dal 30 marzo al 6 aprile scorso, una serie di udienze che vedevano sul banco degli imputati le dittature militari dell'America Latina.
Il primo Tribunale Russel era sorto nel 1967 per denunciare e giudicare i crimini di guerra americani perpetrati nel Viet Nam. Dopo una ricerca documentata aveva condannato il governo degli Stati Uniti per la sua aggressione militare contro il Viet Nam, il Laos e la Cambogia, per il modo criminale con cui conduceva la guerra, con l'uso di armi proibite e il bombardamento di obiettivi civili, per il delitto di genocidio nei confronti del popolo vietnamita.
Recentemente ricostituito il Tribunale Russel II ha denunciato all'opinione pubblica la situazione di oppressione politica e sociale che grava sull'intero continente sud-americano, gestito dalle dittature militari che vi hanno preso il potere quasi ovunque. Attraverso centinaia di testimonianze dirette è emerso l'agghiacciante quadro della repressione politica generalizzata nell'America del Sud ed in particolar modo il volto sanguinario dell'omai decennale militocrazia brasiliana (oltre che della nuova e nuovissima ma non meno feroce dittatura uruguayana e cilena).
Un denominatore comune di queste dittature, abbondantemente provato, è l'uso istituzionale della tortura nei confronti dei prigionieri politici. La tortura poliziesca, da sempre parte del terrorismo statale, non è solo un modo per estorcere informazioni con la violenza fisica e psicologica. Tecniche più efficaci, "pulite" agli occhi dell'opinione pubblica, possono essere e sono usate dalle polizie per ottenere informazioni sicure con il minimo sforzo. Oggi la tortura è prevalentemente una forma di intimidazione generalizzata da parte dello stato verso tutta la popolazione sottomessa per spezzarne, terrorizzandola, la volontà di ribellione. Ecco perché filtrano facilmente le notizie sulle violenze subite da centinaia di oppositori politici, ecco perché sono conosciuti i nomi di alcune località dove principalmente viene praticata la tortura; terrorismo psicologico prima, criminalità bestiale dopo non sono solo le armi del potere brasiliano per stroncare ogni e qualsiasi opposizione organizzata, ma anche strumenti "pedagogici", come scrive il noto studioso terzomondista Ivan Illich, per "corrompere l'integrità di un popolo e farne materia malleabile pronta a piegarsi all'istruzione dei tecnocrati".
La tortura diventa quindi una istituzione dello stato, con una sua cultura, una sua didattica, una sua tecnologia, cessa di essere problema per quel poco di coscienza che rimane ai torturatori e diventa anzi per essi un motivo di orgoglio professionale. I torturatori oggi vengono istruiti per mezzo di corsi teorici e pratici e questo contribuisce a renderli convinti della moralità della cosa. Oggi in Brasile la tortura è la base della Giustizia Militare, che è uno degli organi costituzionali del Potere Giudiziario, anzi la professionalità dei suoi torturatori è talmente celebre nel Sudamerica che le sue squadre vengono esportate anche all'estero per "insegnare il mestiere" alle polizie sorelle. Così è recentemente avvenuto quando, all'indomani del colpo di stato militare in Cile, lo "squadrone della morte" brasiliano venne invitato allo Stadio Nacional di Santiago.
Da quando ha preso il potere, col colpo di stato del 1964, la dittatura militare brasiliana ha progressivamente perfezionato i suoi sistemi di tortura. Non si tratta di metodi complessi, come quelli medioevali, bensì più semplici e studiati appositamente per realizzare un lavoro intensivo e non lasciare tracce o mutilazioni fisiche.
Uno dei metodi più usati è il cosiddetto pau de arara. Consiste un palo di ferro o di legno al quale viene appeso il prigioniero dopo avergli legato mani e piedi. Ponendo orizzontalmente questa sbarra su due appoggi elevati il torturato rimane sospeso ed in questa posizione viene lasciato secondo il sadismo personale degli sbirri. Dopo mezz'ora cominciano gli effetti: la circolazione del sangue si blocca, con terribili sensazioni di formicolio in tutto il corpo, quindi il gonfiore, finché il dolore non diviene generalizzato.
Intanto compito dei torturatori è spezzare la resistenza psicologica del prigioniero prospettandogli torture ancora più pesanti. Di tanto in tanto il torturato viene slegato perché non sopravvengano danni irreparabili da ischemia e necrosi.
In questa posizione, e già sottoposti ad un dolore insopportabile spesso vengono effettivamente attuati altri metodi di tortura come lo shock elettrico, bastoni infilati nell'ano, percosse e tortura "idraulica", talvolta viene anche acceso sotto il corpo sospeso un piccolo fuoco (procedura chiamata galeto).
Uno dei metodi più usati e più dolorosi di violenza fisica, figlio della moderna tecnologia, è lo shock elettrico. Si prendono generatori elettrici e una corrente alternata a 110 volt: due elettrodi vengono applicati nei luoghi più disparati del corpo del prigioniero, secondo l'immaginazione del torturatore: piedi, mani, genitali, ano e viso sono i più adoperati. Quest'ultimo caso è estremamente pericoloso perché le contrazioni muscolari incontrollate possono far inghiottire la lingua. La polizia militare di S. Paolo usa applicare lo shock elettrico nel retto della vittima, mediante un elettrodo inserito in un tubo di polietilene, che determina una immediata incontinenza fecale ed urinaria. Le scariche elettriche provocano effetti difficilmente definibili, è una storia di esplosione psichica e fisica di dolore accompagnata da convulsioni di tipo epilettico.
Le torture "idrauliche", così chiamate dalla polizia di Belo Horizonte, si attuano attraverso l'inserimento delle narici della vittima di un tubo di gomma dal quale si inietta acqua, dopo aver tappato la bocca. Nel tentativo di respirare il prigioniero immette acqua nei polmoni, tossendo poi convulsamente per espellerla, il trattamento viene continuato finché la vittima non sviene, per ricominciare poco dopo.
Un altro dei metodi scientifici di tortura è la palmatoria, cioè una bastonatura sistematica, applicata in genere sulle mani, sulle piante dei piedi, sulle natiche, mediante bastoni di legno di gomma o di alluminio forato. Così facendo le parti colpite a lungo aumentano di volume e la pelle si stacca a poco a poco. La palmatoria si applica in genere mentre il torturato sta in piedi su due lattine di conserva vuote con i bordi pieni di punte che lentamente penetrano nelle piante dei piedi provocando un forte dolore. Contemporaneamente possono venire applicati nelle dita delle mani i ferrinhos, specie di aghi di acciaio.
Queste sono le forme di tortura di uso generale, naturalmente esistono varianti e diversivi dovuti alle capacità sadiche dei torturatori. Le donne, vengono generalmente sottoposte a sevizie di tipo sessuale, appositamente elaborate e profondamente umilianti.
Molte sono le testimonianze, come abbiamo detto, che confermano questa brutale realtà nel mondo latino-americano; molte sono anche le persone che dapprima torturate sono poi state uccise legalmente dagli assassini di stato. Il famigerato "Squadrone della morte" svolge, ad esempio, una duplice attività. Ufficialmente sono i torturatori professionisti delle prigioni-lager brasiliane. Illegalmente svolgono l'attività di killers, uccidendo in incognito le persone scomode al loro datore di lavoro: lo stato. L'uso illegale, da parte dello stato di queste squadre omicide ha raggiunto un certo successo anche in altri paesi, come ad esempio l'Argentina pre-peronista.
La maggior parte delle testimonianze dirette sono raccontate dalle donne; più facilmente gli uomini, presi nelle mani della violenza statale, vengono uccisi sia attraverso la tortura sia mediante la fucilazione, Alcune brevi testimonianze di giovani donne brasiliane, imprigionate e torturate per la loro attività contro il regime, sono esemplari di centinaia di altri casi simili. Due sorelle, Zilea e Rosane Resnik furono arrestate a distanza di un mese, sotto l'imputazione di appartenere all'MR8 (Movimento Rivoluzionario dell'8 ottobre), entrambe furono bastonate e la secondo subì il trattamento dello shock elettrico sul corpo e sui seni. La giovane Solange Maria Santana, coinvolta nella repressione del movimento Azione Popolare, fu denudata, bastonata e sottoposta a shock accompagnato da docce fredde: per qualche tempo perse la ragione. Maria Eladia Alençar, oltre la violenza fisica, subì un continuo terrorismo psicologico, sia attraverso false impiccagioni sia attraverso le minacce di torturare il figlio. Un'incredibile odissea è stata quella di Gisel Maria Cosenza de Avelar, torturata a più riprese e con tutti i metodi precedentemente elencati solo perché facesse una falsa confessione, che lei rifiutò di firmare.
Dopo essere stata rinchiusa nella prigione di Estêvâo Pinto e psicologicamente tormentata dalla minaccia che i suoi aguzzini potessero torturare la figlia natale da pochi mesi, Gisel passò due mesi in isolamento, in una cella costantemente illuminata da una lampadina di 100 watt. Per molte notti non poté dormire, accusando ben presto disturbi agli occhi e turbe nervose, anche oggi, a distanza di tempo, è incapace di qualsiasi lavoro che comporti un minimo sforzo (la tortura del sonno, detto per inciso, venne "inventata" dalla G.P.U. staliniana).
Sono noti i nomi di alcuni dei più sadici e pervertiti torturatori (il capitano Jesu, il sergente Leo, per esempio), tuttavia, come abbiamo già detto, la tortura in Brasile non può assolutamente essere ricondotta ad una serie di episodi ed individui ma ad una precisa volontà terroristica del potere.

(testo e fotografie dai documenti del Tribunale Russel)

a cura di Pietro Granai

I generali del desarrollo

I militari al potere in Brasile, dal 1964, non sono degli ottusi uomini d'armi e i risultati della loro politica economica in questo decennio stanno a dimostrarlo.
Accanto ad una feroce repressione e ad una politica dittatoriale i militari hanno saputo portare il loro paese a livelli di produttività e di ricchezza fino a poco tempo fa difficilmente ipotizzabili. Ricchezza per la classe dirigente, beninteso, mentre le classi meno abbienti continuano a condurre la propria esistenza in condizioni di miseria spaventosa ghettizzate nelle favelas, enormi bidonvilles ai margini delle grandi città.
Il 1973, l'ultimo anno della presidenza del generale Medici, registra i risultati più spettacolari della gestione militare del paese. Il Prodotto Nazionale Lordo è aumentato del 12%, mentre il commercio con l'estero ha raggiunto i 12 miliardi di dollari, di cui ben 6 miliardi sono rappresentati dalle esportazioni, quasi il doppio dell'anno precedente. Particolare rilevante delle esportazioni è che il caffè e i prodotti agricoli, pur continuando ad essere la parte più rilevante, stanno perdendo terreno nei confronti dei prodotti lavorati, che nel 1973 hanno rappresentato un terzo del valore totale delle esportazioni. Questo significa che il Brasile da paese "terzomondista" sta entrando in una fase industriale più avanzata. Inoltre i militari brasiliani ascrivono tra i loro successi l'aver contratto enormemente il tasso di inflazione portandolo, nel 1973, a circa il 13%. Il successo è vistoso se si considera che nel 1964 (l'anno del golpe) il tasso era del 198% (centonovantotto per cento!) e la loro politica antinflazionistica è stata additata dagli esperti economici dei paesi industrializzati come esempio valido da cui trarre insegnamenti.
Parallelamente alla riduzione del tasso di inflazione, i prezzi e il costo della vita in Brasile hanno segnato una costante flessione passando da un incremento medio annuo dell'86,6% del 1964 al 12,9% del 1973. Gli artefici di questi risultati economici non sono quindi dei soldati di tipo tradizionale, ma dei managers in divisa.
I militari-tecnocrati brasiliani non rappresentano un tutt'uno omogeneo, ma al loro interno prevalgono due correnti principali, riferibili a due diverse strategie di sviluppo e di gestione economica e politica del paese. Il primo di questi due filoni viene definito "castelista" (dal nome dell'ex presidente Castelo Branco) e vede tra i suoi appartenenti gli ufficiali appartenenti alle scuole di specializzazione, come la Scuola di Comando e Stato Maggiore (EMECE) e la Scuola Superiore di Guerra (ESN); in questi istituti accanto alle materie di tipo militare vengono tenuti corsi approfonditi di sociologia, di economia e di amministrazione. Gli appartenenti al filone "castelista" si caratterizzano economicamente per una visione neo-liberista che tende allo sviluppo economico con la collaborazione del capitale estero, più che a un forte incremento dell'imprenditorialità statale. Di converso gli ufficiali del secondo filone, quello "costista" (dal nome dell'ex presidente Costa e Silva) sono per lo più ufficiali che hanno fatto carriera nei comandi di truppa e che vorrebbero guidare lo sviluppo del paese basandosi più su un intervento diretto dello stato che su investimenti stranieri.
Il "miracolo economico" brasiliano è dovuto all'alternarsi di queste due tendenze economiche che hanno visto sia un forte afflusso di investimenti esteri sia un discreto sviluppo delle imprese statali. Emblematica del rapporto di forze tra le due tendenze è la recente nomina a Presidente del generale Geisel, "castelista", e a vice Presidente del generale Pereira dos Santos, "costista".