Rivista Anarchica Online
Terrorismo di stato in Brasile
a cura di Pietro Granai
Per iniziativa del Tribunale Russel II si sono tenute a Roma, dal 30 marzo
al 6 aprile scorso, una serie di udienze
che vedevano sul banco degli imputati le dittature militari dell'America Latina. Il primo Tribunale
Russel era sorto nel 1967 per denunciare e giudicare i crimini di guerra americani perpetrati
nel Viet Nam. Dopo una ricerca documentata aveva condannato il governo degli Stati Uniti per la sua
aggressione
militare contro il Viet Nam, il Laos e la Cambogia, per il modo criminale con cui conduceva la guerra,
con l'uso
di armi proibite e il bombardamento di obiettivi civili, per il delitto di genocidio nei confronti del popolo
vietnamita. Recentemente ricostituito il Tribunale Russel II ha denunciato all'opinione pubblica la
situazione di oppressione
politica e sociale che grava sull'intero continente sud-americano, gestito dalle dittature militari che vi
hanno preso
il potere quasi ovunque. Attraverso centinaia di testimonianze dirette è emerso l'agghiacciante
quadro della
repressione politica generalizzata nell'America del Sud ed in particolar modo il volto sanguinario
dell'omai
decennale militocrazia brasiliana (oltre che della nuova e nuovissima ma non meno feroce dittatura
uruguayana
e cilena). Un denominatore comune di queste dittature, abbondantemente provato, è l'uso
istituzionale della tortura nei
confronti dei prigionieri politici. La tortura poliziesca, da sempre parte del terrorismo statale, non
è solo un modo
per estorcere informazioni con la violenza fisica e psicologica. Tecniche più efficaci, "pulite" agli
occhi
dell'opinione pubblica, possono essere e sono usate dalle polizie per ottenere informazioni sicure con il
minimo
sforzo. Oggi la tortura è prevalentemente una forma di intimidazione generalizzata da parte dello
stato verso tutta
la popolazione sottomessa per spezzarne, terrorizzandola, la volontà di ribellione. Ecco
perché filtrano facilmente
le notizie sulle violenze subite da centinaia di oppositori politici, ecco perché sono conosciuti i
nomi di alcune
località dove principalmente viene praticata la tortura; terrorismo psicologico prima,
criminalità bestiale dopo
non sono solo le armi del potere brasiliano per stroncare ogni e qualsiasi opposizione organizzata, ma
anche
strumenti "pedagogici", come scrive il noto studioso terzomondista Ivan Illich, per "corrompere
l'integrità di un
popolo e farne materia malleabile pronta a piegarsi all'istruzione dei tecnocrati". La tortura diventa
quindi una istituzione dello stato, con una sua cultura, una sua didattica, una sua tecnologia,
cessa di essere problema per quel poco di coscienza che rimane ai torturatori e diventa anzi per essi un
motivo
di orgoglio professionale. I torturatori oggi vengono istruiti per mezzo di corsi teorici e pratici e questo
contribuisce a renderli convinti della moralità della cosa. Oggi in Brasile la tortura è la
base della Giustizia
Militare, che è uno degli organi costituzionali del Potere Giudiziario, anzi la
professionalità dei suoi torturatori
è talmente celebre nel Sudamerica che le sue squadre vengono esportate anche all'estero per
"insegnare il
mestiere" alle polizie sorelle. Così è recentemente avvenuto quando, all'indomani del
colpo di stato militare in
Cile, lo "squadrone della morte" brasiliano venne invitato allo Stadio Nacional di
Santiago. Da quando ha preso il potere, col colpo di stato del 1964, la dittatura militare brasiliana
ha progressivamente
perfezionato i suoi sistemi di tortura. Non si tratta di metodi complessi, come quelli medioevali,
bensì più semplici
e studiati appositamente per realizzare un lavoro intensivo e non lasciare tracce o mutilazioni
fisiche. Uno dei metodi più usati è il cosiddetto pau de arara. Consiste
un palo di ferro o di legno al quale viene appeso
il prigioniero dopo avergli legato mani e piedi. Ponendo orizzontalmente questa sbarra su due appoggi
elevati il
torturato rimane sospeso ed in questa posizione viene lasciato secondo il sadismo personale degli sbirri.
Dopo
mezz'ora cominciano gli effetti: la circolazione del sangue si blocca, con terribili sensazioni di formicolio
in tutto
il corpo, quindi il gonfiore, finché il dolore non diviene generalizzato. Intanto compito dei
torturatori è spezzare la resistenza psicologica del prigioniero prospettandogli torture ancora
più pesanti. Di tanto in tanto il torturato viene slegato perché non sopravvengano danni
irreparabili da ischemia
e necrosi. In questa posizione, e già sottoposti ad un dolore insopportabile spesso vengono
effettivamente attuati altri metodi
di tortura come lo shock elettrico, bastoni infilati nell'ano, percosse e tortura "idraulica", talvolta viene
anche
acceso sotto il corpo sospeso un piccolo fuoco (procedura chiamata galeto). Uno dei
metodi più usati e più dolorosi di violenza fisica, figlio della moderna tecnologia,
è lo shock elettrico.
Si prendono generatori elettrici e una corrente alternata a 110 volt: due elettrodi vengono applicati nei
luoghi più
disparati del corpo del prigioniero, secondo l'immaginazione del torturatore: piedi, mani, genitali, ano e
viso sono
i più adoperati. Quest'ultimo caso è estremamente pericoloso perché le
contrazioni muscolari incontrollate
possono far inghiottire la lingua. La polizia militare di S. Paolo usa applicare lo shock elettrico nel retto
della
vittima, mediante un elettrodo inserito in un tubo di polietilene, che determina una immediata
incontinenza fecale
ed urinaria. Le scariche elettriche provocano effetti difficilmente definibili, è una storia di
esplosione psichica e
fisica di dolore accompagnata da convulsioni di tipo epilettico. Le torture "idrauliche", così
chiamate dalla polizia di Belo Horizonte, si attuano attraverso l'inserimento delle
narici della vittima di un tubo di gomma dal quale si inietta acqua, dopo aver tappato la bocca. Nel
tentativo di
respirare il prigioniero immette acqua nei polmoni, tossendo poi convulsamente per espellerla, il
trattamento viene
continuato finché la vittima non sviene, per ricominciare poco dopo. Un altro dei metodi
scientifici di tortura è la palmatoria, cioè una bastonatura sistematica,
applicata in genere
sulle mani, sulle piante dei piedi, sulle natiche, mediante bastoni di legno di gomma o di alluminio forato.
Così
facendo le parti colpite a lungo aumentano di volume e la pelle si stacca a poco a poco. La
palmatoria si applica
in genere mentre il torturato sta in piedi su due lattine di conserva vuote con i bordi pieni di punte che
lentamente
penetrano nelle piante dei piedi provocando un forte dolore. Contemporaneamente possono venire
applicati nelle
dita delle mani i ferrinhos, specie di aghi di acciaio. Queste sono le forme di tortura
di uso generale, naturalmente esistono varianti e diversivi dovuti alle capacità
sadiche dei torturatori. Le donne, vengono generalmente sottoposte a sevizie di tipo sessuale,
appositamente
elaborate e profondamente umilianti. Molte sono le testimonianze, come abbiamo detto, che
confermano questa brutale realtà nel mondo latino-americano; molte sono anche le persone che
dapprima torturate sono poi state uccise legalmente dagli assassini
di stato. Il famigerato "Squadrone della morte" svolge, ad esempio, una duplice attività.
Ufficialmente sono i
torturatori professionisti delle prigioni-lager brasiliane. Illegalmente svolgono l'attività di
killers, uccidendo in
incognito le persone scomode al loro datore di lavoro: lo stato. L'uso illegale, da parte dello stato di
queste
squadre omicide ha raggiunto un certo successo anche in altri paesi, come ad esempio l'Argentina
pre-peronista. La maggior parte delle testimonianze dirette sono raccontate dalle donne; più
facilmente gli uomini, presi nelle
mani della violenza statale, vengono uccisi sia attraverso la tortura sia mediante la fucilazione, Alcune
brevi
testimonianze di giovani donne brasiliane, imprigionate e torturate per la loro attività contro il
regime, sono
esemplari di centinaia di altri casi simili. Due sorelle, Zilea e Rosane Resnik furono arrestate a distanza
di un
mese, sotto l'imputazione di appartenere all'MR8 (Movimento Rivoluzionario dell'8 ottobre), entrambe
furono
bastonate e la secondo subì il trattamento dello shock elettrico sul corpo e sui seni. La giovane
Solange Maria
Santana, coinvolta nella repressione del movimento Azione Popolare, fu denudata,
bastonata e sottoposta a shock
accompagnato da docce fredde: per qualche tempo perse la ragione. Maria Eladia Alençar, oltre
la violenza fisica,
subì un continuo terrorismo psicologico, sia attraverso false impiccagioni sia attraverso le
minacce di torturare
il figlio. Un'incredibile odissea è stata quella di Gisel Maria Cosenza de Avelar, torturata a
più riprese e con tutti
i metodi precedentemente elencati solo perché facesse una falsa confessione, che lei
rifiutò di firmare. Dopo essere stata rinchiusa nella prigione di Estêvâo Pinto
e psicologicamente tormentata dalla minaccia che i
suoi aguzzini potessero torturare la figlia natale da pochi mesi, Gisel passò due mesi in
isolamento, in una cella
costantemente illuminata da una lampadina di 100 watt. Per molte notti non poté dormire,
accusando ben presto
disturbi agli occhi e turbe nervose, anche oggi, a distanza di tempo, è incapace di qualsiasi lavoro
che comporti
un minimo sforzo (la tortura del sonno, detto per inciso, venne "inventata" dalla G.P.U.
staliniana). Sono noti i nomi di alcuni dei più sadici e pervertiti torturatori (il capitano Jesu,
il sergente Leo, per esempio),
tuttavia, come abbiamo già detto, la tortura in Brasile non può assolutamente essere
ricondotta ad una serie di
episodi ed individui ma ad una precisa volontà terroristica del potere.
(testo e fotografie dai documenti del Tribunale Russel)
a cura di Pietro Granai
I generali del desarrollo
I militari al potere in Brasile, dal 1964, non sono degli ottusi uomini d'armi e i risultati della loro
politica
economica in questo decennio stanno a dimostrarlo. Accanto ad una feroce repressione e ad una
politica dittatoriale i militari hanno saputo portare il loro paese a
livelli di produttività e di ricchezza fino a poco tempo fa difficilmente ipotizzabili. Ricchezza per
la classe
dirigente, beninteso, mentre le classi meno abbienti continuano a condurre la propria esistenza in
condizioni di
miseria spaventosa ghettizzate nelle favelas, enormi bidonvilles ai margini delle grandi
città. Il 1973, l'ultimo anno della presidenza del generale Medici, registra i risultati
più spettacolari della gestione
militare del paese. Il Prodotto Nazionale Lordo è aumentato del 12%, mentre il commercio con
l'estero ha
raggiunto i 12 miliardi di dollari, di cui ben 6 miliardi sono rappresentati dalle esportazioni, quasi il
doppio
dell'anno precedente. Particolare rilevante delle esportazioni è che il caffè e i prodotti
agricoli, pur continuando
ad essere la parte più rilevante, stanno perdendo terreno nei confronti dei prodotti lavorati, che
nel 1973 hanno
rappresentato un terzo del valore totale delle esportazioni. Questo significa che il Brasile da paese
"terzomondista" sta entrando in una fase industriale più avanzata. Inoltre i militari brasiliani
ascrivono tra i loro
successi l'aver contratto enormemente il tasso di inflazione portandolo, nel 1973, a circa il 13%. Il
successo è
vistoso se si considera che nel 1964 (l'anno del golpe) il tasso era del 198% (centonovantotto per cento!)
e la
loro politica antinflazionistica è stata additata dagli esperti economici dei paesi industrializzati
come esempio
valido da cui trarre insegnamenti. Parallelamente alla riduzione del tasso di inflazione, i prezzi e il
costo della vita in Brasile hanno segnato una
costante flessione passando da un incremento medio annuo dell'86,6% del 1964 al 12,9% del 1973. Gli
artefici
di questi risultati economici non sono quindi dei soldati di tipo tradizionale, ma dei
managers in divisa. I militari-tecnocrati brasiliani non rappresentano un tutt'uno
omogeneo, ma al loro interno prevalgono due
correnti principali, riferibili a due diverse strategie di sviluppo e di gestione economica e politica del
paese. Il
primo di questi due filoni viene definito "castelista" (dal nome dell'ex presidente Castelo Branco) e vede
tra i suoi
appartenenti gli ufficiali appartenenti alle scuole di specializzazione, come la Scuola di Comando e Stato
Maggiore (EMECE) e la Scuola Superiore di Guerra (ESN); in questi istituti accanto alle materie di tipo
militare
vengono tenuti corsi approfonditi di sociologia, di economia e di amministrazione. Gli appartenenti al
filone
"castelista" si caratterizzano economicamente per una visione neo-liberista che tende allo sviluppo
economico
con la collaborazione del capitale estero, più che a un forte incremento
dell'imprenditorialità statale. Di converso
gli ufficiali del secondo filone, quello "costista" (dal nome dell'ex presidente Costa e Silva) sono per lo
più
ufficiali che hanno fatto carriera nei comandi di truppa e che vorrebbero guidare lo sviluppo del paese
basandosi
più su un intervento diretto dello stato che su investimenti stranieri. Il "miracolo economico"
brasiliano è dovuto all'alternarsi di queste due tendenze economiche che hanno visto
sia un forte afflusso di investimenti esteri sia un discreto sviluppo delle imprese statali. Emblematica del
rapporto
di forze tra le due tendenze è la recente nomina a Presidente del generale Geisel, "castelista", e
a vice Presidente
del generale Pereira dos Santos, "costista".
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