Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 2 nr. 10
febbraio 1972


Rivista Anarchica Online

Era della croce nera
di C. N.

Georg Von Rauch, assassinato dalla polizia a Berlino

Il 4 dicembre 1971 la polizia tedesca ha assassinato il compagno Georg Von Rauch.
Solo ora la Schwarz Kreuz (Crocenera Tedesca) ha sciolto le riserve sul caso ed ha comunicato che Georg Von Rauch faceva parte di questa organizzazione, di cui era stato uno dei fondatori (*). Il silenzio della Crocenera era motivato dalla necessità di compiere indagini sull'episodio.
Nel giugno del 1971, Georg Von Rauch era riuscito ad evadere nel corso di un processo, quando altri due coimputati erano stati rimessi in libertà provvisoria e Georg che assomigliava molto ad uno di loro, se ne era andato al suo posto. Georg Von Rauch, per questo, è stato subito messo sull'elenco dei ricercati della banda Baader-Meinhof, definiti dalla polizia e dai giornali di Springer "banditi", "anarchici", "tupamaros".
La storia degli ultimi giorni di Von Rauch inizia il 30 novembre. Secondo le dichiarazioni della polizia in quel giorno uno specialista della polizia stradale scoprì nella Winterfeld Platze una Ford-Transit targata B-VII67. Le indagini rivelarono che si trattava di una macchina usata dal gruppo Baader-Meinhof per i loro colpi: cioè una "douplette" (auto rubata uguale ad una regolarmente immatricolata). Da allora la polizia politica e criminale inizia un appostamento attorno all'auto. Il 4 dicembre arrivano i proprietari seguiti da una Wolkswagen anch'essa "douplette". La polizia li segue sino alla Eisenacherstrasse davanti al numero 2. Le due vetture vengono costrette a fermarsi e gli occupanti messi faccia al muro. Dopo poco ha inizio una violenta sparatoria.
Da questo momento le ricostruzioni della polizia sono contraddittorie e in disaccordo con quelle dei pochi testimoni presenti. Il questore di Berlino Ubner ha dato fino ad ora 7 versioni diverse tutte intese a dimostrare che Georg sarebbe stato ucciso dai suoi stessi compagni. Al contrario molte prove dimostrano che Rauch è stato assassinato dal poliziotto Hans-Joachim Schultz facendo cadere la montatura della polizia.
- Proprio il giorno prima la televisione aveva dichiarato che Georg faceva parte del "nucleo duro" del gruppo Baader-Meinhof.
- I caricatori delle pistole in dotazione alla polizia hanno sei colpi. Nel caricatore del poliziotto Schultz restavano soltanto cinque colpi e la sesta pallottola non è stata trovata.
- La polizia e la stampa hanno tentato di far credere che Georg sia stato ucciso dai suoi compagni che, dall'altra parte della strada, sparavano sui poliziotti. Ma la versione non regge perché tra Georg e i compagni vi era di mezzo la Ford-Transit. Su questo punto esistono precise testimonianze.
- Dalle risultanze dell'autopsia ufficiale eseguita dal professor Kraulard risulta che Georg è stato assassinato da un proiettile cal.7,65 (in dotazione alla polizia) che gli ha attraversato il cranio, mentre dalle stesse dichiarazioni della polizia risulta che i compagni di Von Rauch usavano pistole cal.9.
- Un testimone che ha osservato la scena dal balcone dice di aver sentito solo sette colpi e non 25 come stampa e polizia affermano.
- Dopo soli 4 minuti dalla sparatoria e la morte di Georg è arrivata un'ambulanza (strana coincidenza con l'ambulanza di Pinelli).
I poliziotti hanno però dichiarato che non c'era comunicazione radio-telegrafica a causa dell'antenna della televisione troppo vicina.
Lo stato italiano, con le bombe di piazza Fontana ha dato ai governi europei l'esempio di come si arginano le lotte operaie e la "sovversione" interna.
Non è un caso che al 12 dicembre in Inghilterra siano seguiti gli attentati "anarchici" per cui il compagno Stuart Christie è in galera e Prescott è stato condannato a 15 anni per cospirazione.
È seguendo lo stesso modello che in Germania è stata imposta la psicosi del terrore e della caccia all'uomo, partendo da quel grosso castello di menzogne che la stampa e la TV hanno gonfiato sotto il nome di banda Baader-Meinhof. Definito dalla polizia gruppo anarchico, serve come paravento per scatenare la più bieca repressione. "Il popolo si deve abituare a veder circolare i poliziotti armati di MAB (il mitra della polizia tedesca) come a pagare le tasse" (Willy Meyer, ministro degli interni della Vestfalia). Tutto questo serve a far convergere intorno allo "stato forte" consensi del popolo impaurito e dei benpensanti borghesi e far sì che ogni cittadino diventi un poliziotto alla ricerca di questi fantomatici sovversivi. In questo modo i problemi della disoccupazione e della crisi (scioperi alla Wolkswagen - recessione economica - scioperi dei metalmeccanici nella regione Baden-Wurttenberg - ecc.) vengono deviati e coperti con l'instaurazione di un clima di terrore. Il potere ha paura che i bravi operai miracolosi dell'economia tedesca, che hanno stabilito il record del minimo di ore di sciopero in un anno, escano dal loro torpore interclassista. Il potere ha paura della coscienza degli sfruttati e l'assassinio del compagno Rauch ha il significato di una minaccia nei confronti degli operai.
Dopo l'assassinio di Pinelli, uno dei fondatori della Crocenera in Italia, l'incarcerazione e l'incriminazione per "cospirazione", di Stuart Christie, fondatore della Crocenera a Londra, Von Rauch è il terzo compagno della Crocenera contro cui si scagliano gli scagnozzi dello stato. Il continuo contatto con le vittime politiche (ed anche, talora, per "dovere professionale", con provocatori), l'agire in situazioni in cui la repressione si manifesta nelle sue forme più brutali espone i compagni di questa organizzazione a divenire essi stessi vittime della repressione.
Ma ciò che accade ai compagni della Crocenera è anche una misura del valore dell'aiuto reciproco e di quanto polizia e padroni temono il formarsi di una rete di solidarietà internazionale.

C. N.

(*) La Crocenera, delle cui origini e funzioni si è parlato nel secondo numero di questa rivista, è un organismo di assistenza e solidarietà internazionale per le vittime politiche anarchiche. Oltre all'assistenza diretta la Crocenera pratica un costante lavoro di controinformazione, (raccolta e diffusione di notizie relative alle vicende repressive) di promozione di campagne di appoggio, ecc.