Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 1 nr. 1
febbraio 1971


Rivista Anarchica Online

Unità sindacale sulla pelle dei lavoratori
Militanti U.S.I. di Sestri Ponente

A Firenze dal 26 al 29 ottobre 1970 si sono riuniti i consigli generali delle tre centrali sindacali CGIL, CISL e UIL, per i soliti approcci sull'unificazione sindacale, con i soliti discorsi che riempiono tanto la bocca (unificazione "organica", incompatibilità ecc.), con i soliti documenti che riempiono tanto le pagine dei giornali (c'è stata anche una dichiarazione di dissenso da parte di 21 membri dell'assemblea, se così la si può chiamare). In ogni caso l'orientamento generale sulla via da seguire per attuare questa famigerata unità è rimasto quello di prima ed è stata riconfermata la volontà (da parte sempre dei "vertici" sindacali) di attuare al più presto questa riunificazione.
Un'analisi superficiale potrebbe a questo punto farci concludere che tutto questo bailamme, stile cafè-chantant, non abbia nulla a che vedere con la reale unità dei lavoratori, intesa come un momento fondamentale della lotta rivoluzionaria degli sfruttati, ma purtroppo questo non è vero.
La natura riformista e la strumentalizzazione da parte padronale delle tre grandi centrali sindacali non è, crediamo, una novità per nessuno (le esperienze storiche d'altra parte ce ne danno la conferma più ampia, il tradimento consumato alle spalle della classe operaia nel '20 da parte dei social-riformisti della CGL, padri spirituali del sindacalismo moderno, è oggi illuminante più che mai). D'altra parte questo processo di integrazione del sindacato nei confronti del sistema è oggi in piena evoluzione (esemplare a tale proposito la revoca dello sciopero generale nazionale durante l'ultima crisi di Governo) e non serve a questo proposito notare che durante gli ultimi scioperi, contrattuali e non, i sindacati hanno mostrato di far proprie alcune parole d'ordine che provenivano dalla base (comitati di reparto, delegati, scioperi articolati ecc.). Ci interessa piuttosto il fatto che non ne potevano fare a meno, a causa della ritrovata combattività di larghi strati della classe operaia, pena la loro definitiva squalifica.
Vediamo anche come sono state stravolte queste parole d'ordine: i comitati e i delegati di reparto sono diventati presto docili strumenti nelle mani delle sputtanatissime commissioni interne e tramite queste dei padroni; gli scioperi articolati un mezzo per danneggiare ancora di meno la produzione e via discorrendo.
Che cosa rappresenta quindi il sindacato unico in questo allegro (si fa per dire) panorama?
Rappresenta, secondo noi, un ulteriore passo nell'ufficializzazione di questo organismo rispetto alle strutture del sistema, la quasi completa "tradeunionizzazione" delle organizzazioni tradizionali della classe operaia. Il sindacato diventa ufficiale, tende sempre più a partecipare alla gestione dell'impresa diventa il propugnatore di una rinnovata efficienza produttiva, partecipa in misura sempre crescente alla gestione del potere economico a livello nazionale. Mostra insomma la sua vera faccia di sostegno alle forze nuove del capitalismo e nello stesso tempo getta le basi per un nuovo potere di classe: non il potere del proletariato, beninteso, come essi vanno dicendo, ma quello della loro classe, la piccola borghesia tecno-burocratica.
Nei confronti degli operai e delle loro lotte questa escalation piccolo-borghese raggiunge dei vertici di pompieraggio difficilmente emulabili dal miglior corpo dei VV.FF., le esigenze di lotta autonoma e spontanea che vengono dalla base operaia sono boicottate, ingabbiate e tradite con ogni mezzo; la figura dell'operaio non iscritto al sindacato sta scomparendo dalla fabbrica (ogni mezzo è buono per intruppare i lavoratori nelle file della "loro" organizzazione: ricordiamo tra l'altro le 3.000 lire di trattenuta imposte i nostri iscritti per l'acquisto del libretto sugli accordi contrattuali contro le 1.000 per i "sindacalizzati").
L'unità reale della classe operaia si fonda sulla continuità delle lotte e sulla loro spontaneità ed autonomia (lotte quindi non mediabili da accordi di nessun tipo, gli interessi reali degli sfruttati sono rivoluzionari perché tendono a distruggere la divisione classista della società e del lavoro, a eliminare sfruttamento e sfruttatori e non a ricercare una illusoria e falsa pace sociale con questi ultimi).
Contro tutto questo si pone decisamente il processo di unificazione, la tendenza al sindacato unico e "ufficiale", benedetto e santificato da Confindustria e padronato, ma noi crediamo che la classe operaia possa trovare in sé la maturità e quindi la capacità di smascherare definitivamente questo pugno di traditori e di burocrati, per imboccare decisamente l'unica strada giusta, quella della lotta a oltranza allo sfruttamento capitalista, attraverso una rinnovata unità dei lavoratori, verso la costruzione di una società senza classi, senza sfruttatori e sfruttamento.

Militanti U.S.I. di Sestri Ponente