| Raccontare unesperienza non è 
                  mai semplice, ma diventa ancor più difficile quando, 
                  come nel nostro caso, si tratta di comunicare e riassumere delle 
                  attività che contemplano anche delle emozioni e dei vissuti. 
                  Listituto Comprensivo di San Biagio di Callalta (periferia 
                  di Treviso) è una grossa realtà: circa 950 alunni 
                  divisi in sei scuole elementari e due scuole medie.
 Da tre anni il sottoscritto e un gruppo di docenti dei due ordini 
                  di scuola abbiamo visitato alcune esperienze scolastiche particolarmente 
                  significative (Summerhill School nel Suffolk, Park e Sands School 
                  nel Devon, Forsoksgymnaset ad Oslo, Carl Rogers School a Budapest. 
                  Di queste esperienze ho scritto su «Libertaria»), 
                  accomunate da una impostazione molto particolare e significativa. 
                  In queste scuole, e in altre in diverse parti del mondo che 
                  seguono la medesima filosofia, la democrazia è il principio 
                  su cui si regge tutta lorganizzazione e la vita quotidiana. 
                  Ciò significa che, ad esempio, le decisioni sono prese 
                  in assemblea alla quale partecipano tutti coloro che vivono 
                  la vita della scuola ed ognuno esprime pariteticamente il suo 
                  voto, le lezioni sono tutte, o in parte, facoltative e non vi 
                  è obbligo di frequenza.
 
 Summerhill 
                  School  Alternative percorribili 
 Da queste visite e dalla volontà di trovare modi più 
                  veri e profondi di educare alla vita democratica (vera) abbiamo 
                  cominciato ad interrogarci e a cercare delle alternative, percorribili 
                  nella nostra realtà di scuole statali, sia allorganizzazione 
                  tradizionale che ai contenuti formali della democrazia. Il primo e più importante concetto sul quale abbiamo 
                  riflettuto e discusso è stato questo: si dice che la 
                  scuola deve preparare alla vita, ma si può constatare 
                  come molto spesso la vita sia espulsa dalla scuola. Il secondo, 
                  ma non per questo meno importante, concetto è la constatazione 
                  che la scuola, nei suoi programmi, contempla e sottolinea limportanza 
                  di insegnare la democrazia, ma al suo interno, spesso non si 
                  vive la democrazia.
 Ultima considerazione, che mi sembra giusto sottolineare, è 
                  che la scuola sposta tutta la sua attenzione sul dover essere 
                  (un bravo ragazzo, uno zelante cittadino, un serio lavoratore, 
                  ecc.) e quasi mai si preoccupa dellessere.
 Anche la democrazia ha la tendenza a diventare un dogma mentre, 
                  al contrario, essa dovrebbe mettere in evidenza la moltitudine 
                  di conflitti taciti o evidenti che essa porta in sé.
 Da queste esperienze e da queste considerazioni nasce il nostro 
                  modesto progetto di democrazia nella scuola (illustrerò 
                  qui in particolare lesperienza della scuola media).
 Lo scopo può essere individuato nella volontà 
                  di perseguire due obiettivi principali negli alunni: lautonomia 
                  e la responsabilità.
 Sono fenomeni comuni nelle scuole atti di vandalismo, furti, 
                  bullismo, ecc., ecco perché cercare risposte nuove anche 
                  a questi problemi è importante. Lavorare per la responsabilizzazione 
                  e al contempo per lautonomia individuale e critica, diventa 
                  quindi indispensabile.
 La nostra scuola è impegnata a riflettere su una concezione 
                  della democrazia, e della partecipazione degli alunni alla vita 
                  della scuola, che non si risolva in un gioco sterile e formale 
                  di ruoli, oppure come una banale tecnica didattica, ma che essa 
                  consista veramente in uno stile di vita.
 Questo ha comportato ( e comporta continuamente) da parte degli 
                  insegnanti, del personale non docente, del sottoscritto, un 
                  cambiamento nello stile professionale molto profondo e una sostanziale 
                  uscita da un ruolo così codificato e definito. Per quanto 
                  riguarda gli alunni il lavoro si concentra sul passaggio da 
                  meri fruitori di un servizio a protagonisti consapevoli.
  Strumenti 
 Gli strumenti che abbiamo messo in atto per perseguire questi 
                  scopi sono i seguenti:  Progetto «La scuola è ambiente di vita». 
                  A questo proposito i muri della scuola, le porte dei bagni, 
                  degli uffici e delle aule sono stati e sono tuttora dipinti 
                  e colorati da gruppi di ragazzi e insegnanti in modo da far 
                  sentire lambiente come uno spazio «caldo» 
                  e accogliente. Numerosi e vari sono i laboratori pomeridiani. 
                  I ragazzi organizzano, nel corso dellanno, delle feste 
                  in palestra (unico spazio disponibile) alla sera e si gestiscono 
                  lo spazio e lorganizzazione del tempo. I ragazzi entrano 
                  ed escono da scuola non accompagnati e si muovono allinterno, 
                  nei vari spostamenti della giornata, da soli senza la presenza 
                  dellinsegnante. Tutto questo perché pensiamo che 
                  se la scuola viene considerata come uno spazio di vita, uno 
                  spazio proprio, maggiore sarà la cura e la condivisione 
                  globale di tempi, luoghi e spazi e sempre più sottolineata 
                  lautonomia e la responsabilità.  Consiglio dei ragazzi, assemblee. Ogni classe elegge 
                  un rappresentante che, a rotazione per impedire che solo pochi 
                  diventino «esperti», partecipa ad una riunione, 
                  con il sottoscritto e un rappresentante del personale non docente, 
                  nel corso della quale vengono rappresentati tutti i problemi 
                  organizzativi, didattici, di comportamento e relazione, che 
                  ogni classe si trova ad affrontare. Per le problematiche più 
                  rilevanti si convoca lassemblea, prima di ogni classe, 
                  generale poi, per decidere le regole della vita scolastica, 
                  come poter migliorare lo studio e linsegnamento, e le 
                  eventuali sanzioni. I problemi affrontati vanno dalle piccole 
                  questioni quotidiane ai temi più generali e complessi. 
                  Uno dei casi più emblematici è costituito dai 
                  casi di bullismo che si evidenziano particolarmente negli autobus 
                  del trasporto scolastico. Lassemblea ha designato dei 
                  «controllori» rappresentativi delle classi, i quali 
                  segnalano comportamenti negativi reiterati al direttore dopodiché 
                  nei casi eccezionali, viene inviata una lettera, co-firmata 
                  da direttore e controllori, ai genitori interessati per raccontare 
                  laccaduto. Altri rappresentanti degli alunni partecipano 
                  alle riunioni dei consigli di classe per discutere, nella parte 
                  comune con i genitori, e riferire poi al resto della classe 
                  sullandamento didattico e sulle dinamiche relazionali. 
                 Quinta ora. La quinta ora del mattino di ogni giorno 
                  di lezione è tradizionalmente la più difficile 
                  e più stancante. Per affrontare questo problema in modo 
                  positivo, nella scuola è stato creato uno spazio attrezzato 
                  dove i ragazzi che lo desiderano e che si trovano in particolare 
                  difficoltà per stanchezza, irrequietezza, indisposizione, 
                  possono trascorrere lultima ora di lezione in compagnia 
                  di un insegnante e leggere, ascoltare musica, dialogare, produrre 
                  attività con il computer, ecc., in assoluta autonomia 
                  e libertà di scelta.  Porte aperte. La porta del sottoscritto è sempre 
                  aperta, non solo materialmente, ma anche di fatto, per ricevere 
                  alunni individualmente o in gruppo, che rappresentano particolari 
                  problematiche, contestazioni, proposte, rispetto alla vita quotidiana 
                  in classe o nelle varie attività laboratoriali, che cercano 
                  di risolvere conflitti, che hanno problemi personali, che semplicemente 
                  hanno necessità di raccontare episodi e sensazioni individuali. 
                 Naturalmente quanto sopra descritto non rappresenta che la 
                  parte più evidente del continuo lavoro che gli insegnanti 
                  svolgono sistematicamente, oltre alla normale attività 
                  didattica, e che caratterizza la scuola come un luogo nel quale 
                  si sta bene, si cresce, spesso anche sbagliando, assieme. Numerose 
                  sono ancora le cose da fare (per esempio con i genitori), i 
                  problemi non sono stati tutti risolti, ma la strada che abbiamo 
                  intrapreso crediamo possa portare, nel tempo (ma in educazione 
                  i tempi sono lunghi e non ci sono scorciatoie) ad offrire un 
                  contesto di apprendimento che si fonda sul rispetto, la collaborazione, 
                  lassunzione di responsabilità.  Francesco Codello
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