| 
                 
                
  
                Steve McQueen, regista inglese  
                  di Bruno Bigoni 
                  
                  Non siamo soliti dedicare queste 
                  pagine a recensioni cinematografiche e anche questa volta ci 
                  asterremo dal farlo. Volevamo però segnalarvi un nuovo 
                  e grande autore (che lavora ormai da anni, ma sconosciuto al 
                  grande pubblico fino al recente Oscar 2014) su cui vale la pena 
                  fare alcune riflessioni, ai fini di un discorso politico-estetico 
                  che permetta allo spettatore di interrogarsi su cosa significhi 
                  oggi avere una coscienza critica. I suoi film riflettono sul 
                  reale, indagando nella realtà più profonda e sgradevole, 
                  lontano dalle facili apparenze, dai luoghi comuni, dalle facili 
                  argomentazioni. I suoi film sono tre in tutto: Hunger 
                  (sulla detenzione e la morte di Bobby Sand nelle carceri Inglesi) 
                  Shame (sulla dipendenza sessuale che conduce a una spirale 
                  di solitudine e dipendenze varie) e 12 anni schiavo, 
                  suo ultimo film premiato con l'Oscar (sul tema della schiavitù 
                  narrata in tutte le sue atroci realtà). Questi sono i 
                  film di Steve McQueen, regista inglese, abilissimo nel trattare 
                  temi forti di grande impatto emotivo, abile narratore di storie, 
                  fine sperimentatore linguistico. Ci sembra che McQueen si distingua 
                  in modo particolare per una coerenza e una lucidità che 
                  rendono i suoi film profondamente politici ma al contempo ricchi 
                  di passioni, sentimenti, azioni, idee che provocano un aumento 
                  di coscienza critica proprio in senso politico e culturale, 
                  come Bertold Brecht ci ha più volte ricordato attraverso 
                  il suo teatro e i suoi scritti. McQueen è un autore di 
                  parte che si getta nella mischia della problematica politica, 
                  con la piena coscienza di sollevare numerose cortine fumogene, 
                  di demistificare la realtà, di provocare lo spettatore. 
                  Tutto questo affrontando il mercato, la sfida al grande cinema 
                  di consumo, una distribuzione ostile a tutto ciò che 
                  sa di politico. Ci sembra che il suo cinema sia tra i più 
                  coerenti nel panorama del cinema contemporaneo. Un autentico 
                  pensiero politico, in un cinema rigoroso e spettacolare al tempo 
                  stesso. Un autore europeo con la coscienza vigile e con la consapevolezza 
                  che la creazione artistica oltre a intrattenere è anche 
                  azione politica.
                  Bruno Bigoni
                |