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                 a cura della redazione 
                 
                  “Numero speciale: Spagna 1976, le lotte anarcosindacaliste” 
                  è la scritta che campeggia nella copertina di “A” 
                  44 (febbraio 1976). E dentro articoli sulle speranze di 
                  ripresa del movimento libertario nella terra che maggiormente 
                  ha visto realizzarsi, in un drammatico biennio (1936/37), alcune 
                  delle proposte di organizzazione sociale degli anarchici. 
                  Non manca l'appello a sottoscrivere per la ripresa di Solidaridad 
                  obrera, lo storico quotidiano della Confederacion Nacional 
                  del Trabajo, il sindacato libertario che in quei mesi inizia 
                  a ritornare alla luce del sole dopo decenni di clandestinità 
                  e di esilio. 
                  In questo numero si parla anche della crisi delle sinistre in 
                  Francia (ne scrive dettagliatamente Louis Mercer Vega - S. 
                  Parane), c'è un'intervista di Roberto Ambrosoli (R. 
                  Brosio) ad Angelo Pezzana sulle lotte degli omosessuali, 
                  e poi l'“anatomia di una lotta” alla Renault (tradotta 
                  dalla rivista Spartacus), una serrata critica del ruolo 
                  dell'ARCI firmata da Claudia Vio e un intervento polemico con 
                  il ruolo dei sindacati ufficiali, di Luciano Lanza (Emilio 
                  Cipriano) che in apertura del numero firma anche un attacco 
                  al governo Moro. Interessante, sul piano storico, una presa 
                  di posizione redazionale sulle Brigate Rosse, all'indomani del 
                  secondo arresto del loro leader Renato Curcio. 
                  
                   
                  Con il numero 44 si chiude il quinto anno di vita della rivista 
                  e nel tradizionale Ai lettori, che ancora oggi apre ogni 
                  numero di “A”, la redazione traccia un sintetico 
                  bilancio dell'esperienza. Ci pare interessante riprodurne la 
                  parte centrale, ancora valida nei suoi intenti programmatici: 
                  La linea prescelta (cioè un periodico che si ponesse 
                  a mezza strada tra il foglio di lotta e la rivista teorica) 
                  è stata accolta dai compagni, dai simpatizzanti e dai 
                  lettori più in generale in modo favorevole, come dimostra 
                  l'andamento delle vendite che si mantiene ad un buon livello 
                  (anche se non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda 
                  i pagamenti!). 
                  Di questa simpatia e dell'interesse per la rivista abbiamo 
                  avuto una conferma concreta nella dodicesima assemblea di “A” 
                  tenutasi a Roma il 18 gennaio scorso. Gli interventi dei partecipanti 
                  (oltre un centinaio) hanno rilevato i pregi e le carenze della 
                  rivista e sono state nel contempo avanzate anche serie proposte 
                  operative che hanno ribadito la validità della formula 
                  adottata. Cioè di una pubblicazione che non è 
                  portavoce “ufficiale” di un'organizzazione anarchica 
                  specifica, che non è strumento di militanza in senso 
                  stretto, che non si limita nella scelta dei temi agli scioperi 
                  operai e alle agitazioni studentesche, ma che allarga la sua 
                  tematica a tutti i campi della lotta rivoluzionaria che per 
                  noi anarchici è non solo politica, ma economica, culturale, 
                  sessuale ecc. 
                 
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