|  
                 Il 19 agosto a Montevideo é morta Luce Fabbri. Militante anarchica, 
                  intellettuale, docente di letteratura italiana, donna lucida, 
                  curiosa, appassionata ha attraversato il Novecento a testa alta, 
                  aiutandoci a capire, a sperare e soprattutto ad impegnarci, 
                  senza dare mai niente per scontato.  
                  In queste pagine la ricordiamo con una bio-bibliografia curata 
                  da Gianpiero Landi (pag. 29); con le testimonianze di un nostro 
                  redattore (pag. 31), del pacifista viterbese Peppe Sini (pag. 
                  32) e della uruguayana Comunidad del Sur (40); con una poesia 
                  inedita di Luce (pag. 36); con una scheda sulla sua biografia 
                  del padre Luigi; ed infine con l'ultima intervista (pag. 38) 
                  rilasciata da Luce, lo scorso maggio, nella sua casa di Montevideo, 
                  al nostro collaboratore Massimo A. Rossi.  
                  Per le fotografie, si ringraziano l'Archivio storico "Armando 
                  Borghi" di Castelbolognese - in particolare Gianpiero Landi 
                  - e Olga Cressatti, nipote di Luce Fabbri, a Montevideo.  
                  Sul prossimo numero della rivista sarà pubblicata la traduzione 
                  di un articolo della studiosa brasiliana Margareth Rago (autrice 
                  di una biografia di Luce) originariamente apparso sulla rivista 
                  "Brecha" in occasione del 90° compleanno di Luce. La stessa 
                  Rago ricorderà Luce sul prossimo numero della Rivista storica 
                  dell'anarchismo.  
                  
                    
                  
                  a Porto 
                  Alegre (Brasile), 1946 
                Da Malatesta a Internet 
                  di Gianpiero Landi  
                 Dall'ambiente familiare anarchico della fanciullezza 
                  e della gioventó, all'esilio forzato con la famiglia prima in 
                  Francia e poi in America Latina, dove ha poi trascorso oltre 
                  60 anni. Una vita vissuta con forte tensione morale, saldamente 
                  radicata nella migliore tradizione anarchica, mai dogmatica, 
                  sempre aperta al nuovo ed al diverso. Fino ad imparare, a 90 
                  anni suonati, a comunicare anche tramite la Rete.  
                  
                Con la morte di Luce Fabbri, avvenuta 
                  a Montevideo il 19 agosto 2000 all'età di 92 anni, scompare 
                  una delle figure più rappresentative dell'anarchismo 
                  internazionale, una militante e una intellettuale di grande 
                  prestigio che ha saputo conquistarsi l'affetto e la stima di 
                  molte persone, dentro e fuori il movimento libertario, grazie 
                  alla sua limpidezza morale e politica e alla esemplare chiarezza 
                  e profondità del suo pensiero. I suoi scritti politici 
                  (ma Luce ha lasciato anche opere di storia e critica letteraria, 
                  e perfino poesie), sparsi tra vari libri e opuscoli e soprattutto 
                  tra le pagine di numerosi giornali e riviste spesso di difficile 
                  reperibilità, costituiscono un patrimonio prezioso di 
                  pensiero che merita di essere letto e meditato, ancora oggi 
                  e nel futuro, da chiunque creda ancora nei valori della libertà 
                  e della dignità degli esseri umani. La sua produzione 
                  teorica, sempre lucida e stimolante, si caratterizza fondamentalmente 
                  per lo sforzo costante e instancabile di approfondire le ragioni 
                  di fondo dell'anarchismo e di attualizzarlo alla luce delle 
                  trasformazioni nel mondo contemporaneo. La sua esistenza si 
                  è svolta essenzialmente tra l'Italia, che lasciò 
                  a vent'anni esule del fascismo insieme alla famiglia, e l'Uruguay 
                  che l'accolse e che divenne la sua seconda patria. L'influenza 
                  dei suoi scritti e della sua attività politica si è 
                  fatta sentire però anche in altri paesi di entrambi i 
                  continenti, l'Europa e l'America. 
                  
                  
                   Sulle orme del padre 
                Era nata a Roma il 25 luglio 1908, figlia primogenita del noto 
                  militante e teorico anarchico Luigi Fabbri e di Bianca Sbriccioli. 
                  La famiglia, a cui Luce resterà sempre legata da un affetto 
                  tenace e profondo, si completa ben presto con la nascita del 
                  fratello Vero, avvenuta nell'ottobre del 1910 a Bologna, dove 
                  nel frattempo Luigi Fabbri ha trovato lavoro come segretario 
                  di un sindacato e poi come maestro elementare. Luce cresce in 
                  un ambiente libero e culturalmente stimolante, testimone privilegiata 
                  insieme al fratello dell'intensa attività politica e 
                  culturale del padre, figura di primo piano dell'anarchismo italiano 
                  delle prime decadi del Novecento, a contatto con i numerosi 
                  compagni e amici che frequentano la sua casa, sia bolognesi 
                  che di passaggio (tra di essi ricorderà sempre con particolare 
                  affetto Errico Malatesta, che ai suoi occhi assumerà 
                  quasi la figura di un nonno). Nasce in quegli anni il rapporto 
                  di amicizia - mai interrotto fino alla morte - con il maestro 
                  bolognese Aldo Venturini, all'epoca giovane anarchico collaboratore 
                  di Fabbri, futuro studioso e divulgatore dell'opera di Saverio 
                  Merlino.L'educazione ricevuta dal padre, sempre rispettoso dell'altrui 
                  personalità, è fondata sulla discussione pacata 
                  e razionale e sul libero convincimento individuale. I valori 
                  ideali e morali trasmessi, solidaristici e umanitari, sono incentrati 
                  sull'amore per la libertà e la giustizia nei rapporti 
                  sociali. Ben presto, crescendo in questo ambiente, Luce si accorge 
                  di condividere i valori e le idee del padre e con naturalezza 
                  diventa anch'essa anarchica. Ancora giovanissima pubblica sulla 
                  rivista "Pensiero e Volontà" (1924-26), redatta dal padre 
                  e diretta da Malatesta, il suo primo articolo che firma con 
                  lo pseudonimo Epicari. In seguito eviterà per molto tempo 
                  di effettuare altri tentativi, per il pudore tipico dell'adolescenza. 
                   
                  Nell'autunno del 1926, dopo la definitiva affermazione del fascismo, 
                  Luigi Fabbri espatria clandestinamente attraverso la frontiera 
                  svizzera, recandosi poi in Francia dove lo raggiungerà 
                  nell'anno successivo la moglie Bianca. La decisione, per lui 
                  particolarmente sofferta e dolorosa, è dovuta essenzialmente 
                  alla perdita del lavoro di maestro come conseguenza del suo 
                  rifiuto di giurare fedeltà al nuovo regime, oltre che 
                  all'impossibilità di svolgere qualsiasi attività 
                  politica libera in patria. Con dolore, per ragioni di necessità, 
                  la famiglia si separa. All'età di soli 16 anni Vero, 
                  per non pesare sui genitori, si reca a Roma dove apre con un 
                  amico un laboratorio artigianale per la lavorazione del legno, 
                  diventando un buon ebanista ma vivendo, soprattutto i primi 
                  anni, in notevoli ristrettezze economiche.  
                  La separazione dal figlio, che non rivedrà più 
                  fino alla propria morte, rappresenterà poi un motivo 
                  costante di sofferenza per Luigi Fabbri. (Vero - attentamente 
                  vigilato e più volte arrestato dalle autorità 
                  fasciste - durante la seconda guerra mondiale sarà obbligato 
                  a prendere parte alla campagna di Russia e al ritorno correrà 
                  seriamente il rischio di essere deportato in Germania. Parteciperà 
                  poi alla Resistenza a Roma, nel corso della quale si iscriverà 
                  al PCI. Subito dopo la fine della guerra, seguendo percorsi 
                  propri, riscoprirà il proprio anarchismo. Nel 1946 si 
                  trasferirà a Montevideo dove sarà militante della 
                  FAU e in seguito del gruppo libertario fondato dalla sorella. 
                  E' morto nel 1991). Luce rimane da sola a Bologna per terminare 
                  gli studi universitari, ospite in casa di un amico di famiglia, 
                  il socialista Enrico Bassi. Verso la fine del 1928 finalmente 
                  si laurea presso la Facoltà di Lettere dell'Università 
                  di Bologna, con una tesi su Eliseo Reclus che resterà 
                  inedita (alcuni estratti verranno pubblicati in seguito in lingua 
                  spagnola sui quotidiani "Imparcial" di Montevideo e "La Capital" 
                  di Rosario). Due mesi dopo la laurea anche Luce espatria clandestinamente 
                  attraverso la frontiera svizzera, con l'aiuto del ferroviere 
                  anarchico ticinese Giuseppe Peretti, che le fornisce un passaporto 
                  falso e la fa passare per la propria moglie. Ai primi di gennaio 
                  del 1929 Luce raggiunge i genitori a Parigi e la famiglia, almeno 
                  in parte, si ricompone.  
                  A Parigi, dove si concentra uno dei nuclei più consistenti 
                  dell'emigrazione antifascista, Luigi Fabbri fonda e dirige il 
                  quindicinale "La Lotta Umana" (1927-29), espressione dei gruppi 
                  che si riconoscono nei programmi e nei metodi della "Unione 
                  Anarchica Italiana", ma l'intero corpo redazionale, composto 
                  anche da Ugo Fedeli, Camillo Berneri e Torquato Gobbi, viene 
                  espulso dalla Francia. Il 20 marzo 1929 Fabbri viene prelevato 
                  dalla polizia e costretto ad attraversare clandestinamente la 
                  frontiera con il Belgio, sotto la minaccia di un arresto da 
                  parte dei gendarmi francesi. In aprile la moglie e la figlia 
                  lo raggiungono a Bruxelles e il mese successivo la famiglia 
                  parte dal porto di Anversa per l'Uruguay, all'epoca l'unico 
                  paese disposto ad accogliere immigrati privi di passaporto, 
                  nella speranza di trovare finalmente un luogo ospitale dove 
                  non si debba vivere sotto la minaccia costante di un decreto 
                  di espulsione.  
                  
                  a 90 anni 
                  Luce ha iniziato a navigare in Internet ed a spedire email  
                  
                  
                    In sud America 
                 I primi anni a Montevideo sono difficili per i problemi economici 
                  e di inserimento, mentre la nostalgia del paese natale si fa 
                  sentire in modo acuto. Fin dai primi giorni i Fabbri ricevono 
                  perï la solidarietà e avvertono il calore dei numerosi 
                  compagni anarchici e antifascisti, italiani e di altre nazionalità, 
                  residenti in Uruguay e nella vicina Repubblica Argentina. Tra 
                  i compagni che vanno ad accoglierli al loro arrivo al porto 
                  di Montevideo ci sono gli anarchici di origine italiana Antonio 
                  Destro e Domenico Aratari ("Adario Moscallegra"). Quest'ultimo 
                  li ospita per il primo mese nella propria casa all'estrema periferia 
                  della città, in mezzo ai campi, fino a quando non sarà 
                  possibile il trasferimento in un'abitazione pió centrale presa 
                  in affitto.  
                  Luce conosce già un poco di spagnolo medievale, letterario 
                  e antiquato, appreso durante gli studi universitari a Bologna. 
                  Per aiutare la famiglia, impartisce lezioni private di italiano 
                  e di greco, e partecipa a commissioni annuali d'esame per l'italiano, 
                  che era materia curricolare nelle scuole secondarie superiori 
                  dell'Uruguay.  
                  I Fabbri frequentano l'ambiente del Circolo Napolitano, l'unica 
                  delle società italiane di Montevideo che non avesse o 
                  non stesse per aderire al fascismo.  
                  L'anarchismo, che aveva egemonizzato il movimento operaio in 
                  America latina nell'ultimo quarto del XIX secolo, agli inizi 
                  degli anni Trenta nei paesi del cono sud appare ancora molto 
                  forte. In grande maggioranza il movimento è di ispirazione 
                  anarcosindacalista, e trova espressione soprattutto in due potenti 
                  organizzazioni sindacali controllate da anarchici, la FORA (Argentina) 
                  e la FORU (Uruguay). Luigi Fabbri collabora con le tendenze 
                  del movimento a lui più affini e in particolare con il 
                  gruppo del quotidiano "La Protesta", organo della FORA, senza 
                  rinunciare peraltro a esprimere chiaramente il proprio dissenso 
                  rispetto alla concezione dell'organizzazione operaia prevalente 
                  all'epoca tra gli anarcosindacalisti sudamericani. Un dissenso 
                  molto più marcato prova nei confronti delle gesta e delle 
                  idee degli anarchici "espropriatori" come Severino Di Giovanni, 
                  che proprio in quegli anni sta concludendo in Argentina la sua 
                  tragica parabola. Dopo l'assassinio da parte di Di Giovanni 
                  del direttore della "Protesta", Lopez Arango, che lo aveva accusato 
                  di essere al servizio della polizia, Fabbri scriverà 
                  un articolo colmo di indignazione per il quale sarà oggetto 
                  di minacce e correrà alcuni rischi personali.  
                  Durante la prima estate nel nuovo paese (che nell'emisfero australe 
                  corrisponde ai mesi invernali dell'emisfero boreale), per ristabilirsi 
                  nella salute compromessa dagli strapazzi del viaggio, Luce trascorre 
                  un periodo di vacanza sulle montagne di Cordoba, in Argentina, 
                  ospite di Diego Abad de Santillan e della sua famiglia. E' l'origine 
                  di una amicizia con Santillan (da anni in corrispondenza con 
                  Luigi Fabbri, con il quale collaborerà a varie iniziative 
                  editoriali), che per Luce durerà tutta la vita.  
                  Sempre nell'estate si svolge a Montevideo un Congresso latinoamericano 
                  dei maestri, che rappresenta per Fabbri e per la figlia l'occasione 
                  di conoscere persone interessanti di vari paesi, e di stabilire 
                  legami in particolare con gli intellettuali anarchici argentini 
                  Concepciòn Fernàndez (nata in Galizia) e José 
                  M. Lunazzi.  
                  Un'altra amicizia importante è quella con Simòn 
                  Radowitzky, l'anarchico di origine russa che ancora adolescente 
                  aveva lanciato la bomba che aveva ucciso Falcòn, il massacratore 
                  degli anarchici argentini, e che per questo era stato condannato 
                  all'ergastolo nel terribile bagno penale di Ushuaia, nella Terra 
                  del Fuoco. Nel 1930, graziato dopo vent'anni di continue sofferenze, 
                  Radowitzky viene obbligato a lasciare l'Argentina e giunge a 
                  Montevideo, dove viene accolto calorosamente dai compagni locali. 
                   
                  Luigi Fabbri nel frattempo ha avviato una nuova importante iniziativa 
                  editoriale, la pubblicazione della rivista "Studi Sociali", 
                  il cui primo numero esce con la data del 16 marzo 1930. Alla 
                  redazione collaborano Ugo Fedeli e Torquato Gobbi, e anche Luce 
                  scrive alcuni articoli firmati con lo pseudonimo Lucia Ferrari. 
                  I primi 8 numeri vengono pubblicati a Buenos Aires, appoggiandosi 
                  alle strutture del quotidiano "La Protesta".  
                  La relativa libertà di cui si godeva nelle due repubbliche 
                  rioplatensi dura ben poco. Il 6 settembre 1930, con il colpo 
                  di stato del generale Uriburu in Argentina, si scatena contro 
                  gli anarchici una feroce repressione. La FORA assiste inattiva 
                  al colpo di stato, convinta che si tratti di uno scontro interno 
                  alla borghesia, che non avrà particolari conseguenze 
                  sul movimento operaio. Santillan, divenuto il nuovo direttore 
                  della "Protesta", con preveggenza vede incombere la catastrofe, 
                  e insiste in modo disperato per la proclamazione di uno sciopero 
                  generale che bloccherebbe il paese e potrebbe fare fallire il 
                  colpo di stato, ma non viene ascoltato. Le conseguenze sono 
                  tragiche. In pochi giorni l'intera organizzazione della FORA 
                  e "La Protesta" vengono spazzate via. Molti militanti vengono 
                  uccisi, torturati, deportati a Ushuaia. Quelli che riescono 
                  a fuggire vanno a Montevideo, dove s'ingrossa la comunità 
                  degli esiliati. Tra gli altri profughi, oltre a Santillan e 
                  a Lunazzi, arriva Ermacora Cressatti, un muratore anarchico 
                  di origini friulane, di cui ben presto Luce si innamora e che 
                  diventa suo marito nel 1933 (alcuni anni dopo la coppia sarà 
                  allietata dalla nascita di una figlia, Luisa). Scomparso l'appoggio 
                  del gruppo de "La Protesta", la rivista "Studi Sociali" dovrà 
                  fare da sè, con crescenti difficoltà economiche. 
                  Sono gli anni della "grande crisi" economica originata dal crollo 
                  della Borsa di New York del 1929, e le conseguenze si fanno 
                  sentire anche in America latina. Perfino le sottoscrizioni alla 
                  rivista dalle individualità e dai gruppi anarchici italiani 
                  del nordamerica si fanno sempre pió scarse. 
                  
                    Studi sociali  
                 Le preoccupazioni per la rivista si sommano a quelle per il 
                  mantenimento della famiglia. Luigi Fabbri perde ben presto, 
                  per ragioni politiche legate al suo antifascismo, un incarico 
                  come maestro presso la Scuola Italiana di Montevideo e si mette 
                  a vendere libri, ma i guadagni sono scarsi e aleatori. Cominciano 
                  inoltre, già a partire dal gennaio del 1932, alcuni seri 
                  disturbi di salute che tormenteranno i suoi ultimi anni e lo 
                  porteranno infine a una precoce morte. Un grande dolore per 
                  lui è rappresentato poi dalla morte di Malatesta (luglio 
                  1932). Luce diventa il principale sostegno economico della famiglia, 
                  soprattutto dopo avere vinto un concorso pubblico che le apre 
                  la strada all'insegnamento nella scuola secondaria superiore, 
                  come docente di storia in un Liceo.  
                  Il giorno 11 marzo 1933 si apre a Montevideo un Congresso internazionale 
                  antimilitarista organizzato da un comitato proletario dietro 
                  cui si celava il partito comunista, in occasione della guerra 
                  del Chaco (scoppiata nel 1932 tra Paraguay e Bolivia). Luigi 
                  Fabbri e Luce (che ha la delega di un gruppo anarchico argentino) 
                  vi prendono parte con altri anarchici latino-americani. Prima 
                  della conclusione i 45 anarchici presenti lasciano la sala per 
                  protesta, nell'impossibilità di potere discutere il documento 
                  finale preparato in anticipo. Con gli anarchici lasciano la 
                  sala anche molti delegati reclutati dai comunisti tra i "compagni 
                  di strada". L'episodio si risolve nei giorni seguenti in un 
                  abbandono delle organizzazioni comuniste da parte di molti simpatizzanti 
                  e in un rafforzamento dei gruppi libertari.  
                  Il 31 marzo 1933, quasi in coincidenza con l'avvio del nuovo 
                  lavoro di Luce nel Liceo, si verifica in Uruguay il colpo di 
                  stato di Gabriele Terra, che interrompe il clima di tolleranza 
                  politica del paese e instaura un regime autoritario, anche se 
                  meno feroce della contemporanea dittatura argentina e del fascismo 
                  italiano. Alcuni anarchici di origine italiana, tra cui Fedeli, 
                  vengono deportati in Italia e consegnati nelle mani delle autorità 
                  fasciste. Per Luigi Fabbri si riaffaccia l'incubo di una nuova 
                  possibile espulsione che però non avrà luogo, 
                  forse perchä la sua attività politica è rivolta 
                  quasi esclusivamente alla propaganda e alla lotta contro il 
                  regime di Mussolini, senza intromissioni nelle questioni interne 
                  del paese ospitante.  
                  Nel settembre 1933 Luce si reca in Argentina, a Rosario di Santa 
                  Fe, per tenere un ciclo di sei conferenze sul fascismo all'Istituto 
                  di Studi Superiori. Le conferenze verranno poi pubblicate nel 
                  volume Camisas Negras (Buenos Aires, Nervio, 1935). Nel 
                  1932 era già apparso il volume I canti dell'attesa, pubblicato 
                  a Montevideo dall'editore Bertani, una raccolta di poesie da 
                  cui traspare soprattutto la nostalgia per il paese natale e 
                  lo sdegno per il fascismo e le sue imprese.  
                  Il 22 giugno 1935, a seguito di un intervento chirurgico, muore 
                  Luigi Fabbri. Luce, gravemente ammalata, non può assistere 
                  ai suoi ultimi istanti e neppure prendere parte al funerale. 
                  La perdita del padre che adorava rappresenta uno dei pió grandi 
                  dolori della sua vita. Cerca di reagire continuando l'opera 
                  iniziata dal padre, in particolare "Studi Sociali" di cui era 
                  da poco uscito il numero 40. Nella biografia del padre, scritta 
                  a distanza di tanti anni, la stessa Luce ha spiegato le ragioni 
                  di quella decisione:  
                  "La rivista non morì. Dopo una lunga malattia (una cortico-pleurite) 
                  e durante una lunghissima convalescenza - ebbi sei mesi di licenza 
                  nel mio lavoro d'insegnante - preparai il primo numero della 
                  nuova serie, non senza molti dubbi e molti scambi di lettere 
                  coi compagni. Non credo nell'al di là, e far uscire ancora 
                  la rivista era l'unica maniera di rimanere in contatto con lui, 
                  quella parte di lui che la morte non poteva toglierci: il suo 
                  pensiero. C'era sufficiente accordo fra noi, perchè potessi 
                  farlo senza sacrificare niente della mia indipendenza, ch'era 
                  il valore ch'egli mi aveva insegnato a difendere gelosamente. 
                  Avevo però molta paura. Non pensavo di sostituirlo, ma 
                  volevo mantenere un certo livello e temevo di non saperlo fare. 
                  Ma mi parve di dover affrontare il rischio. M'accorsi però 
                  che, assorbita com'ero, dopo la guarigione, dall'insegnamento 
                  ed anche dal movimento locale, a cui s'aggiunsero ben presto 
                  il lavoro di solidarietà con la Spagna libertaria e, 
                  infine, la maternità, non potevo conservare il ritmo 
                  di attività del babbo per quel che si riferisce alla 
                  rivista. Questa uscì quando potè, fino alla fine 
                  della seconda guerra mondiale; nel '46, col risorgere della 
                  nostra stampa in Italia, perse la sua principale ragion d'essere 
                  e cessò." (Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, 
                  p.215)  
                  Il primo numero della seconda serie di "Studi Sociali", quasi 
                  interamente dedicato al fondatore della rivista, esce il 20 
                  novembre 1935 con articoli di Torquato Gobbi, Virgilio Bottero, 
                  Emilio Frugoni, Domingo Rodriguez, Gaston Leval e alcuni scritti 
                  dello stesso Fabbri. L'articolo di Luce si intitola "L'educatore", 
                  ed esamina la figura del padre sotto il profilo del suo comportamento 
                  nella vita privata, in famiglia e in particolare con i figli. 
                  Anche in seguito Luce conserverà a lungo una certa ritrosia 
                  a scrivere del padre come personaggio pubblico, per il timore 
                  di non riuscire ad essere completamente obiettiva nei giudizi. 
                  
                  in alto 
                  da sx a dx: Aldo Venturini, Giordana Garavini. 
                  seduti: Domenico Girelli, Luce Fabbri 
                  
                  
                    Al fianco dei cenetistas 
                 Tra il 1936 e il 1939 Luce - che è in contatto soprattutto 
                  con Santillan, rientrato in Spagna fin dal 1931 e che è 
                  uno dei massimi dirigenti della CNT in Catalogna - si impegna 
                  a fondo nel sostegno agli anarchici spagnoli che lottano sul 
                  doppio fronte della guerra contro il fascismo e della rivoluzione, 
                  con la creazione e la difesa delle collettivizzazioni libertarie 
                  osteggiate dagli stalinisti e dalle forze borghesi repubblicane. 
                  Va segnalato che alcuni suoi scritti del periodo e successivi, 
                  improntati a una certa comprensione nei confronti delle ragioni 
                  di quegli esponenti anarchici spagnoli che nel corso della guerra 
                  civile avevano accettato di fare parte del governo di Madrid 
                  e di quello autonomo della Catalogna, susciteranno dissensi 
                  e critiche in settori del movimento libertario internazionale. 
                  La stessa Luce preciserà in alcune occasioni che si trattava 
                  appunto di comprensione per il dramma umano e politico di quei 
                  compagni (convinti di scegliere il male minore in una situazione 
                  obiettivamente difficile e piena di rischi nella quale avvertivano 
                  drammaticamente il peso della propria responsabilità), 
                  e non della accettazione del ministerialismo che non condivideva. 
                   
                  Nel 1937 pubblica, con lo pseudonimo Luz d. Alba, il volume 
                  19 de julio. Antologìa de la revoluciòn espanola, 
                  con lo scopo di informare l'opinione pubblica dell'America 
                  latina di ciò che sta realmente accadendo in Spagna. 
                  L'anno dopo esce a Lugano, a cura di Carlo Frigerio, l'opuscolo 
                  Gli Anarchici e la rivoluzione spagnola, contenente l'articolo 
                  di Luce "Il problema del governo" e un intervento sullo stesso 
                  tema di Santillan. Collabora inoltre intensamente alla pubblicistica 
                  anarchica, in particolare a quella uruguaiana e argentina.  
                  La rivoluzione spagnola, che aveva suscitato all'inizio tante 
                  speranze, si conclude infine tragicamente, seguita poco dopo 
                  dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante la guerra 
                  Luce compila in italiano "Rivoluzione libertaria" (un giornale 
                  da mandare clandestinamente in Italia, di cui escono 5 numeri), 
                  e subito dopo la pagina italiana di "Socialismo y libertad", 
                  un interessante esperimento di periodico trilingue edito a Montevideo, 
                  a cui collaborano socialisti, anarchici e repubblicani uniti 
                  dalla comune lotta al fascismo.  
                  Nei primi mesi del 1946, terminata la guerra, Luce fa un viaggio 
                  in Brasile, ospite a Rio de Janeiro degli anarchici italiani 
                  Nello Garavini e Emma Neri, esuli antifascisti, e della loro 
                  figlia Giordana. Al ritorno da una visita a una proprietà 
                  dei Garavini nella località di Mangaratiba, nella selva 
                  amazzonica, Luce e Nello vengono colpiti da febbri malariche 
                  e si teme per la loro vita. Luce rientra in marzo a Montevideo, 
                  dove l'attendono il marito e la figlia di pochi anni, ormai 
                  fuori pericolo e in convalescenza, ma debilitata dalla malattia. 
                  Pochi mesi dopo si chiude anche l'esperienza della terza serie 
                  di "Studi Sociali", che durante la guerra aveva cambiato di 
                  formato e aveva rallentato ulteriormente le apparizioni dei 
                  nuovi numeri. 
                  
                  
                    Contro il mito castrista 
                 Negli anni successivi la rivista sarà sostituita da 
                  una collana di opuscoli, alcuni dei quali redatti da Luce: La 
                  libertà nelle crisi rivoluzionarie (1947), L'anticomunismo, 
                  l'antimperialismo e la pace (1949), La strada (1952). 
                  Gli altri due opuscoli della collana, di autori diversi, usciranno 
                  con una sua introduzione: Max Nettlau, Saverio Merlino (1948); 
                  Errico Malatesta, Organizzazione - Luigi Fabbri, Libera 
                  sperimentazione (1950). Nello stesso periodo collabora 
                  con una certa regolarità alla rivista "Volontà", 
                  all'epoca diretta a Napoli da Giovanna Berneri e Cesare Zaccaria. 
                  Nelle edizioni RL, legate alla rivista, vengono pubblicati Sotto 
                  la minaccia totalitaria. Democrazia Liberalismo Socialismo Anarchismo 
                  (1955), uno dei suoi testi pió significativi, e Problemi 
                  d'oggi (1958).  
                  In lingua spagnola escono El totalitarismo entre las 
                  dos guerras (Buenos Aires, 1948) e La libertad entre 
                  la historia y la utopìa (Rosario, 1962). In questa 
                  ultima opera Luce - all'interno di una riflesione più 
                  generale su libertà, socialismo, rivoluzione e dittatura 
                  - esamina criticamente, da un punto di vista libertario, gli 
                  esiti autoritari della recente rivoluzione cubana. Va rilevato 
                  che in Uruguay e in altri paesi dell'America latina la rivoluzione 
                  cubana, che soprattutto all'inizio suscita entusiasmo e speranze 
                  in vasti settori dell'opinione pubblica, avrà effetti 
                  dirompenti sul movimento anarchico, indirizzando verso il castrismo 
                  e la lotta armata una parte dei militanti e simpatizzanti, in 
                  particolare quelli pió giovani. Si riproduce in certa misura, 
                  a distanza di alcuni decenni, la situazione che si era creata 
                  in molti paesi dopo la rivoluzione d'ottobre, allorchè 
                  l'entusiasmo per gli avvenimenti russi aveva convogliato verso 
                  i nascenti partiti comunisti una larga parte delle masse operaie 
                  e anche militanti provenienti dall'anarchismo. Le differenti 
                  valutazioni della rivoluzione cubana provocano accese discussioni 
                  e polemiche all'interno della Federazione Anarchica Uruguayana 
                  (FAU), e infine Luce, trovandosi in minoranza su una questione 
                  decisiva, deve lasciare l'organizzazione con pochi altri compagni 
                  e fondare un proprio gruppo autonomo. La frattura non sarà 
                  mai più ricomposta, anche se il tempo si è incaricato 
                  di darle ragione, facendo giustizia della mitologia castrista 
                  e guevarista e della tragica illusione della guerriglia latinoamericana. 
                   
                  A partire dagli anni sessanta si assiste a un rallentamento 
                  nella produzione di scritti politici, mentre diventano sempre 
                  pió numerosi i saggi su argomenti di storia e di critica letteraria. 
                  Nel 1949 Luce ottiene la cattedra di Letteratura Italiana all'Università 
                  di Montevideo (la terrà fino al 1991, quando finalmente 
                  andrà in pensione). Nel 1951 viene inoltre nominata docente 
                  di Storia della civiltà italiana (in seguito anche di 
                  Letteratura italiana) all'Istituto per la formazione dei professori 
                  Artigas. Gran parte del suo tempo e delle sue migliori energie 
                  vengono dedicate all'insegnamento e alla ricerca sui temi ad 
                  esso legati. Nel 1966 pubblica il saggio Influenza della 
                  letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853), 
                  completato l'anno successivo da un secondo volume relativo al 
                  periodo 1853-1915. A distanza di qualche anno appare La poesìa 
                  de Leopardi (1971), preceduto e seguito da saggi su Foscolo, 
                  Machiavelli, Dante. I numerosi contributi su quest'ultimo autore 
                  culmineranno, a conclusione della sua attività di studiosa, 
                  nel volume La Divina Comedia de Dante Alighieri, pubblicato 
                  nel 1994 dall'Università di Montevideo.  
                  Tra il 1973 e il 1985 anche l'Uruguay, come altri paesi del 
                  continente, conosce l'epoca dei colpi di stato e della dittatura 
                  dei militari, con una durissima e sanguinosa repressione dei 
                  movimenti di sinistra. Forse per l'età già avanzata 
                  e per il suo prestigio di studiosa, Luce non subisce particolari 
                  persecuzioni, anche se deve rinunciare a svolgere un'attività 
                  politica pubblica e nutre fondate preoccupazioni per la figlia, 
                  simpatizzante di gruppi politici radicali, e per le due giovani 
                  nipoti (nel frattempo sono morti la madre Bianca e il marito 
                  Ermacora). Per evitare il rischio di un sequestro durante una 
                  perquisizione, dona il suo prezioso archivio (che comprende 
                  anche le carte del padre) all'IISG di Amsterdam, che provvede 
                  al trasferimento dei documenti originali nella propria sede 
                  in Olanda. 
                  
                  
                    Le ultime opere 
                Dopo la fine della dittatura militare, che lascia comunque 
                  al paese una pesante eredità di sparizioni e di persone 
                  torturate o uccise, si creano le condizioni per un intervento 
                  politico non clandestino. Luce riprende l'attività con 
                  i compagni anarchici a lei più affini. Il "Grupo de Estudio 
                  y Acci¢n Libertaria", di cui fa parte, nel 1986 dà vita 
                  a un periodico che all'inizio si chiama "Geal", come la sigla 
                  del gruppo stesso, e poi dal terzo numero assume il titolo "Opciòn 
                  libertaria". Collabora inoltre con numerosi altri libertari 
                  in Uruguay e in altri paesi dell'America latina, divenendo per 
                  molti di essi un sicuro punto di riferimento. A Montevideo le 
                  sono particolarmente vicini i compagni dell Comunidad del Sur, 
                  fondata nel 1955 e tuttora attiva. Nel 1983 esce a Buenos Aires, 
                  a cura di alcuni compagni locali, El anarquismo: mas allà 
                  de la democracia, un opuscolo che raccoglie la traduzione 
                  in spagnolo di alcuni interventi di Luce apparsi su "A rivista 
                  anarchica", di notevole interesse per approfondire il suo pensiero. 
                   
                  Nel 1993 Luce compie il suo ultimo viaggio in Europa, per prendere 
                  parte alla "Esposiciòn internacional anarquista" di Barcellona. 
                  L'intervento che legge alla platea del Convegno, Una utopìa 
                  para el siglo XXI (tradotto e pubblicato su "A rivista anarchica" 
                  n. 205), può essere inteso come il suo testamento spirituale. 
                  Approfittando del viaggio a Barcellona verrà anche per 
                  qualche settimana in Italia, e sarà per lei l'ultima 
                  volta che rivedrà il suo paese natale (nel dopoguerra, 
                  i suoi viaggi precedenti si sono svolti nel 1954, nel 1981 e 
                  nel 1987).  
                  Negli ultimi anni Luce si dedica alla redazione dell'opera sua 
                  forse pió necessaria, la già citata biografia del padre 
                  che viene pubblicata dalla Biblioteca Franco Serantini di Pisa 
                  nel 1996 col titolo Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero. 
                  In certa misura e al di là delle sue intenzioni, si tratta 
                  anche di una autobiografia, almeno per quanto riguarda il primo 
                  periodo della sua vita, trascorso a stretto contatto con il 
                  padre.  
                  In coincidenza con i suoi novant'anni (festeggiati con un certo 
                  risalto in Uruguay, dove era un personaggio pubblico) escono 
                  nel 1998 due volumi di suoi scritti: Una strada concreta 
                  verso l'utopia. Itinerario anarchico di fine millennio (Pescara, 
                  ed. Samizdat), e La libertad entre la historia y la Utopìa. 
                  Tres ensayos y otros textos del siglo XX (Barcelona-Dreux, 
                  Edicion A. Fontanillas Borràs y S. Torres Planilla). 
                   
                  La sua mente, abituata a ragionare, ha lavorato fin quasi agli 
                  ultimi giorni. Preparava da tempo un saggio sul fenomeno dell'autodidattismo 
                  nel movimento operaio, e non sappiamo a che punto fosse arrivata 
                  nella ricerca e nella elaborazione dei risultati. Nei giorni 
                  stessi in cui ci è arrivata la notizia dolorosa della 
                  sua morte, abbiamo ricevuto anche il numero 33 di "Opciòn 
                  libertaria", contenente come al solito due articoli suoi, probabilmente 
                  gli ultimi che ha scritto nella sua vita lunga e operosa.  
                  Abbiamo perso Luce, e per chi l'ha conosciuta di persona e l'ha 
                  amata si tratta di una perdita grave e irreparabile, anche se 
                  in certa misura prevedibile in considerazione della rispettabile 
                  età che aveva raggiunto. Parafrasando ciò che 
                  lei stessa ha scritto in riferimento alla morte di suo padre, 
                  ci è di qualche conforto sapere che ci resta qualcosa 
                  che nessuno potrà toglierci, e cioè il suo pensiero. 
                   
                  Gianpiero Landi 
                  
                
                   
                    |  
                       Quella 
                        piccola grande donna 
                      La 
                        notizia della morte di Luce Fabbri, appena ricevuta da 
                        Montevideo, non riesce a rattristarmi.  
                        Certo, non ci sarà più occasione di sentire 
                        la sua voce - sempre più vocina, in questi ultimi 
                        anni. Di sollecitarle interventi o puntualizzazioni. Di 
                        immaginarla mentre, in questi ultimi tempi, non riusciva 
                        più a leggere e si faceva leggere da altri quanto 
                        la interessava. Di aspettarla in occasione del suo prossimo 
                        viaggio in Italia per approfondire la questione della 
                        violenza o delle prospettive del nostro movimento.  
                        Tutto questo mi mancherà, certo. E piena è 
                        la coscienza che con la scomparsa di Luce viene meno un 
                        tramite fondamentale - l'ultimo, di tanto spessore - tra 
                        il "vecchio" movimento anarchico di inizio '900 e noi 
                        oggi. Basta per comprenderlo la pur succinta bio-bibliografia 
                        curata in queste pagine da Gianpiero Landi, anima della 
                        Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" di Castelbolognese 
                        e autore dell'intervista a Luce che, pubblicata vent'anni 
                        fa' sulla nostra rivista, ne segnï il rilancio dell'influenza 
                        nel nostro ambiente.  
                        A simboleggiare questo ruolo di Luce, basti pensare al 
                        suo rapporto personale con Errico Malatesta, quel nonno 
                        buono che da Londra le portava il meccano ed insieme a 
                        lei stava steso per terra a fare le costruzioni. E poi 
                        all'evoluzione di quel rapporto, in una continuità 
                        ideale che non era "culto della personalità", ma 
                        proficuo rapporto di scambio ideale con la figura a mio 
                        avviso più ricca e complessa dell'anarchismo di 
                        lingua italiana.  
                        Su questo e su tanti altri aspetti della personalità 
                        di Luce getta una luce indiretta, ma nitida, la biografia 
                        di suo padre, Luigi, che finalmente Luce è riuscita 
                        a completare ed a pubblicare (per ora in italiano, ma 
                        è in corso di produzione la versione in castigliano). 
                        Un volume di eccezionale spessore storico, teorico ed 
                        umano, un vero e proprio scrigno per gli amanti della 
                        libertà.  
                        Ci saranno - ci dovranno essere - occasioni per riprendere 
                        con calma i fili, numerosi e importanti, del percorso 
                        di Luce, di questa donna che ha attraversato un secolo 
                        intero sempre con la coscienza sociale all'erta. Una piccola 
                        grande donna che ha saputo "metabolizzare" Hiroshima e 
                        la parabola del comunismo di Stato, la rivoluzione spagnola 
                        del '36 e quella di Internet, con una volontà di 
                        aprirsi al nuovo, di non fossilizzarsi mai nelle certezze 
                        del passato che è rara anche tra quelli della mia 
                        generazione - figuriamoci in una come lei che (per intenderci) 
                        nell'era dei "capelloni" e del '68 aveva passato la sessantina. 
                         
                        Ci vorrà tempo per scandagliare quella vera e propria 
                        miniera di notizie, relazioni personali, valutazioni politiche, 
                        riflessioni, umanità che Luce era. Una miniera, 
                        credo, in tanta parte inesplorata, un grande patrimonio 
                        che non possiamo disperdere: non tanto per l'affetto che 
                        nutrivamo (e nutriamo) per lei, quanto nel nostro stesso 
                        "interesse", di persone impegnate a cercare di comprendere 
                        il mondo e di trasformarlo.  
                        La nostra rivista, con la quale negli ultimi due decenni 
                        Luce aveva instaurato un rapporto del tutto particolare 
                        (tanto che qui sono apparsi gran parte dei suoi scritti 
                        anarchici), assicura fin d'ora la propria collaborazione 
                        a quanti si impegneranno in questa direzione. Intanto 
                        dedica alla nostra giovane vecchietta, spentasi lo scorso 
                        19 agosto nel lontano Uruguay, la copertina e questo modesto 
                        dossier - comprendente, tra l'altro, l'ultima intervista 
                        da lei rilasciata, proprio ad un nostro collaboratore, 
                        Massimo Annibale Rossi.  
                        Scrivevo all'inizio che, nonostante tutto, la notizia 
                        della morte di Luce non è riuscita a rattristarmi 
                        più di tanto. Il fatto è che una vita come 
                        la sua, così densa, ricca di esperienze e di riflessioni, 
                        piena di tragedie - certo - ma anche di tanta lucida speranza, 
                        è una vita invidiabile. Luce ha molto amato e molto 
                        è stata amata. Ha bevuto a mille sorgenti del libero 
                        pensiero ed ha saputo trasmetterne il distillato a tante 
                        persone, diverse tra loro, sparse nel mondo. Il vuoto 
                        che lascia è immenso, ma la coscienza di quanto 
                        ha costruito e non potrà mai venire distrutto è 
                        ancora più forte.  
                        Con struggente malinconia ma anche con serena coscienza 
                        di tutto ciò, salutiamo per l'ultima volta questa 
                        Luce che se ne va. E, andandosene, resta tra noi.  
                        
                        Paolo Finzi  
                     | 
                   
                 
                  
                
                   
                    |  
                       Una 
                        luce non solo per gli anarchici  
                        Un lutto grande per tutte le persone di volontà 
                        buona: èscomparsa Luce Fabbri  
                       Carissimi, 
                         
                        è deceduta a Montevideo pochi giorni fa Luce Fabbri, 
                        la grande pensatrice,educatrice e militante anarchica, 
                        figlia di Luigi Fabbri.  
                        Aveva novantadue anni e fino alla fine è stata 
                        di una limpidezza e di una lucidità straordinarie, 
                        di una mitezza e di una magnanimità leggendarie. 
                         
                        La sua morte costituisce un lutto grande non solo per 
                        il movimento libertario, ma per tutte le persone impegnate 
                        per la pace e per la dignità umana. E' opinione 
                        di chi scrive che le sue riflessioni e le sue proposte 
                        costituiscano un contributo grande alla lotta nonviolenta, 
                        alla difesa intransigente dei diritti umani di ogni essere 
                        umano, all'impegno contro tutti i totalitarismi, contro 
                        tutte le oppressioni e le denegazioni della dignità 
                        umana, contro tutte le forme di complicità con 
                        l'oppressione, l'ingiustizia, la violenza.  
                        Vorremmo che leggessero almeno le sue limpide parole nell'intervista 
                        a Cristina Valenti (di seguito citiamo la pagina web relativa) 
                        soprattutto le persone che pensano di sentirsi lontane 
                        da un punto di vista anarchico: scopriranno la concretezza 
                        e la lucidità della riflessione e delle proposte 
                        di Luce Fabbri, scopriranno una meditazione ed una prassi 
                        di autentica costruttrice di pace e di convivenza, una 
                        vera e profonda amica della nonviolenza, una educatrice 
                        alla libertà ed alla solidarietà.  
                        Vi segnaliamo alcune pagine nella rete telematica a lei 
                        dedicate:  
                        a) in primo luogo la bella intervista curata su 
                        "A. rivista anarchica" nell' estate 1998  
                        da Cristina Valenti: Luce Fabbri, Vivendo la mia vita, 
                         
                        http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/247/22.htm 
                         
                        b) per chi legge il portoghese c'è un'altra 
                        intervista (in due parti) curata da J. M. Carvalho Ferreira: 
                        Entrevista a Luce Fabbri, http://www.azul.net/m31/utopia/6/html/body_fabbri.html 
                        (prima parte), e: http://www.azul.net/m31/utopia/7/7fabbri2.html 
                        (seconda parte)  
                        c) per chi legge lo spagnolo segnaliamo una testimonianza 
                        di Luce Fabbri su J.B. Gomensoro, http://smu.org.uy/noticias/separ93/fabbri.htm 
                         
                        d) un suo intervento su Socializzazione e libertà, 
                        in "A. rivista anarchica" del giugno 1999 è alla 
                        pagina http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/255/34.htm 
                         
                        e) un ampio profilo di Luce Fabbri, apparso in 
                        spagnolo sulla rivista  
                        uruguayana "Brecha", ha scritto Margareth Rago, La libertad 
                        seg£n Luce Fabbri, http://www.brecha.com.uy/numeros/n659/lucce.html 
                         
                        f) una bella testimonianza di Misato Toda, apparsa 
                        su "A. rivista anarchica" dell'ottobre 1998, è 
                        Il mio incontro con Luce, http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/248/31.htm 
                         
                        g) segnaliamo anche due brevi note apparse su "Umanità 
                        Nova" n. 5 del 14 febbraio 1999  
                        http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio1999/un05/art379.html 
                        ) e n. 22 del 20 giugno 1999  
                        http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio1999/un22/art629.html 
                        ) 
                         
                        Peppe Sini  
                        Centro di ricerca per la pace di Viterbo  
                        strada S. Barbara 9/E _ 01100 Viterbo _ tel. e fax 0761/353532 
                         
                        e-mail: nbawac@tin.it 
                         
                     | 
                   
                 
                  
                
                   
                    |  
                       BIBLIOGRAFIA 
                        DEGLI SCRITTI POLITICI DI LUCE FABBRI 
                       Scritti 
                        politici Libri e opuscoli  
                        _ Camisas Negras. Estudio crìtico històrico 
                        del origen y evoluciòn del fascismo, sus echos 
                        y sus ideas, con nota final proyectada a la actualidad 
                        autoritaria argentina por JosÇ M. Lunazzi, Buenos Aires, 
                        Ediciones Nervio, 1935, pp. 276  
                        _ (con lo pseudonimo Luz D. ALBA) 19 de Julio. Antologìa 
                        de la revoluciòn espaNola, Montevideo, Colecciòn 
                        Esfuerzo, 1937  
                        _ (insieme a D. A. de SANTILLAN) Gli anarchici e la rivoluzione 
                        spagnola, Lugano, Carlo Frigerio Editore, marzo-aprile 
                        1938, pp.20.  
                        _ La libertà nelle crisi rivoluzionarie, Montevideo, 
                        Edizioni Studi Sociali, 1947, pp. 42  
                        -- El totalitarismo entre las dos guerras, Buenos Aires, 
                        Ediciones Union Socialista Libertaria, 1948, pp. 24  
                        -- Max NETTLAU, Saverio Merlino, traduzione e introduzione 
                        di Luce Fabbri, Montevideo, Edizioni Studi Sociali, 1948, 
                        pp. 35  
                        -- L'anticomunismo, l'antiimperialismo e la pace, Montevideo, 
                        Edizioni di Studi Sociali, 1949, pp. 48 (Edizione in lingua 
                        spagnola, 1951)  
                        -- E. MALATESTA, Organizzazione - Luigi FABBRI, Libera 
                        sperimentazione, a cura di l.f., Montevideo, Edizioni 
                        Studi Sociali, 1950, pp. 24 (introduzione di Luce Fabbri) 
                         
                        -- La strada, Montevideo, Edizioni Studi Sociali, 1952, 
                        pp. 32 (Edizioni in lingua spagnola, El camino, 1952 e 
                        1998)  
                        -- Sotto la minaccia totalitaria. Democrazia Liberalismo 
                        Socialismo Anarchismo, Napoli, Edizioni RL, 1955, pp. 
                        52  
                        -- Problemi d'oggi, Napoli, Edizioni RL, 1958  
                        -- La libertad entre la historia y la utopìa, pròlogo 
                        de Diego Abad de Santillan,Rosario, Ediciones Uniòn 
                        Socialista Libertaria, 1962  
                        -- El anarquismo: mas allà de la democracia, Buenos 
                        Aires, Editorial Reconstruir, 1983, pp. 59  
                        -- Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, con introduzione 
                        di Pier Carlo Masini, Pisa, BFS, 1996, pp. 240  
                        -- Una strada concreta verso l'utopia. Itinerario anarchico 
                        di fine millennio, con prefazione di Massimo Ortalli, 
                        Pescara, Samizdat, 1998, pp. 206  
                        -- La libertad entre la historia y la Utopìa. Tres 
                        ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona-Dreux, 
                        pròlogo y ediciòn de Antonia Fontanillas 
                        Borras y de Sonia Torres Planells, 1998, pp. 147  
                        Riviste e giornali politici  
                         
                        Direzione e redazione: "Studi Sociali", II e III serie 
                        (1935-1946);  
                        "Rivoluzione libertaria"; "Socialismo y libertad"; "Geal", 
                        poi "Opciòn Libertaria" (1986-in corso)  
                        Articoli e interventi sono stati pubblicati inoltre su 
                        numerosi giornali e riviste di vari paesi. Tra di essi 
                        si segnalano:  
                        "Studi Sociali" (I serie); "Volontà"; "Cènit"; 
                        "Revista Polèmica"; "A rivista anarchica"  
                         
                        Volumi di poesia  
                        -- I canti dell'attesa, Montevideo, M. O. Bertani, 1932, 
                        pp. 111  
                        -- Propinqua Libertas (inedito di prossima pubblicazione) 
                         
                         
                        Scritti di storia e di critica letteraria  
                        -- Influenza della letteratura italiana sulla cultura 
                        rioplatense (1810-1853), Montevideo, Ediciones Nuestro 
                        Tiempo, 1966, pp. 59  
                        -- L'influenza della letteratura italiana sulla cultura 
                        rioplatense (1853-1915), Montevideo, Editorial Lena & 
                        Cìa. S. A., 1967, pp. 75  
                        -- La poesìa de Leopardi, Montevideo, Instituto 
                        Italiano de Cultura, 1971, pp. 519  
                        -- Machiavelli escritor (apartado del libro Vigencia de 
                        Maquiavelo), Montevideo, Instituto Italiano de Cultura, 
                        1972  
                        -- Nicolas MAQUIAVELO, El Prìncipe, pròlogo 
                        y notas de Luce Fabbri Cressatti, Ediciòn bilingùe: 
                        Italiano - Castellano, Montevideo, Editorial Nordan - 
                        Comunidad, s.d. [1993]  
                        -- La Divina Comedia de Dante Alighieri, Montevideo, Universidad 
                        de la Repùblica, Departamento de Publicaciones, 
                        1994  
                         
                        Alcuni saggi pubblicati sulla  
                        "Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" (Montevideo) 
                         
                         
                        -- Interès literario de las "Obras Menores". Ayax 
                        de H. Foscolo, 1952  
                        -- Las Corrientes de Critica e Historiografìa Literarias 
                        en la Italia actual, 1955  
                        -- La poesìa del Paraiso y la metafora de la nave, 
                        1960  
                        -- Alegorìa y profecìa en Dante, 1962  
                        -- Dante, poeta del conocimiento  
                        -- Dante en la poesìa comprometida del siglo XIV0 
                         
                       | 
                   
                 
                  
                
                   
                    |  
                       Ancora 
                        un poco  
                       Frullo 
                        di voli sulla soglia oscura.  
                        Ancora un poco; ancor debbo pensare  
                        a come possa misurare il nulla;  
                        ancor debbo imparare  
                        a scandagliare il fondo del silenzio,  
                        a camminare nell'oscurità.  
                        Non sono preparata: dammi tempo  
                        prima d'entrare.  
                        Non c'è bisogno  
                        che nessuno mi spinga: solo debbo  
                        abituarmi a un sonno senza sogni,  
                        al vuoto opaco dell'eternità.  
                       
                        Luce Fabbri 
                      Dal 
                        libro inedito di poesie di Luce Fabbri, 
                        dal titolo Propinqua Libertas, di prossima  
                        publicazione a cura di alcuni amici e compagni  
                        come omaggio alla sua memoria. 
                     | 
                   
                 
                  
                
                   
                    |  
                         
                      Mio 
                        padre, un 
                        uomo libero 
                       Luce 
                        FABBRI, Luigi Fabbri storia d'un uomo libero, 
                        Pisa, BFS edizioni Biblioteca Franco Serantini, 1996, 
                        pp. 240, ill., L. 25.000  
                         
                        E' la commossa, partecipata e lucida ricostruzione della 
                        vita e del percorso politico di uno fra i più significativi 
                        rappresentanti dell'anarchismo europeo, indubbiamente 
                        il più attento e coerente continuatore dell'anarchismo 
                        sociale e malatestiano. Luce Fabbri, figlia e discepola 
                        di Luigi Fabbri (Fabriano 1877 - Montevideo 1935), ha 
                        saputo ricreare, in un'opera ricca tanto di notizie di 
                        prima mano quanto di dati desunti da una rigorosa ricerca 
                        documentaria, il percorso politico dell'amatissimo padre. 
                         
                        E' il ricordo di una esperienza per certi versi unica, 
                        ma anche comune ai tanti militanti che in quegli anni 
                        drammatici ed entusiasmanti, dettero tutte le loro energie 
                        e il loro impegno, sacrificando la propria libertà, 
                        nel generoso tentativo di costruire una società 
                        più libera e più umana. In un affascinante 
                        affresco da cui emergono le figure pió significative della 
                        vita politica di oltre mezzo secolo (Errico Malatesta, 
                        Pietro Gori, Gigi Damiani ecc.), le intime, private vicende 
                        di una famiglia singolarmente libera e unita, si mescolano 
                        agli avvenimenti che hanno costituito la storia contemporanea 
                        del nostro paese. Dalla repressione crispina ai sommovimenti 
                        dell'inizio del secolo, dalla tragedia della Grande Guerra 
                        alle aspettative del "biennio rosso", dall'avvento del 
                        fascismo alla dura necessità della fuga e dell'esilio, 
                        le vicende di Luigi Fabbri si intersecano con quelle di 
                        un popolo che faticosamente tenta di costruirsi un futuro 
                        migliore.  
                        Un racconto che si stacca dolorosamente dalla vicenda 
                        personale, per elaborare memorie e sentimenti privati 
                        in un ritratto di oggettiva, eppur semplice, grandezza. 
                        Un libro di grande spessore storico, che è anche 
                        il più perfetto gesto d'amore di una figlia per 
                        un padre che le è stato maestro di vita.  
                     | 
                   
                 
                
               |