storiografia
                  Una pietra miliare 
                  
                  Quando ho cominciato sfogliare il primo volume 
                    del Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani 
                    (il secondo e conclusivo uscirà a metà 2004), 
                    l’emozione è stata grande. Sapevo di che cosa 
                    si trattasse, avevo seguito – seppure dall’esterno 
                    – l’evolversi negli anni del progetto, ero certo 
                    che avrebbe segnato una pietra miliare nella storia e per 
                    la storiografia del movimento anarchico. Ma ritrovarmi tra 
                    le mani le vite di oltre un migliaio di compagne e compagni 
                    (con il secondo volume saranno più di 2.300) era un’altra 
                    cosa. 
                    Solo con il trascorrere del tempo si potrà cogliere 
                    fino in fondo la profondità e l’importanza di 
                    questo lavoro collettivo, che ha coinvolto oltre un centinaio 
                    di “biografi”. Emergeranno certo le assenze, si 
                    evidenzieranno possibili squilibri nella dimensione delle 
                    biografie, si noterà come alcune aree geografiche siano 
                    meglio “coperte” di altre. A tutto ciò 
                    si potrà porre rimedio ed è fin d’ora 
                    auspicabile la pubblicazione (cartacea o on-line) di integrazioni, 
                    errata corrige, ecc. 
                    Agli storici, agli appassionati della storiografia, il compito 
                    di proseguire il lavoro iniziato con la pubblicazione del 
                    Dizionario. Franco Bertolucci, che più di 
                    ogni altro può essere considerato il primus inter 
                    pares tra i promotori di questo progetto editoriale, 
                    mi dice che le ricerche portate avanti da tanti “biografi” 
                    hanno portato alla luce numerosi nuovi materiali, che aldilà 
                    dello stesso Dizionario già stanno generando 
                    nuove ricerche, nuovi contributi alla ricostruzione della 
                    storia del movimento anarchico. L’onda lunga di queste 
                    ricerche – aggiunge Bertolucci – farà sentire 
                    i suoi effetti per almeno un decennio. 
                    A me pare che tra i tanti possibili “usi” che 
                    si possono fare del Dizionario, uno – e non 
                    certo secondario – sia quello di “brandirlo” 
                    come una polemica carta d’identità del nostro 
                    movimento. Finalmente c’è un qualcosa di organico 
                    e di concreto, finalmente ci sono queste centinaia di pagine, 
                    queste migliaia di biografie a testimoniare chi siano stati 
                    e dunque anche chi siano gli anarchici. E, soprattutto, chi 
                    non siano stati e non siano. 
                    Dicono che tra noi allignino i violenti e abbondino gli attentatori. 
                    Partiamo da questi ultimi: qualcuno, sì, qualcuno c’è 
                    stato. Qualcuno, appunto, prevalentemente a cavallo degli 
                    ultimi due secoli dello scorso millennio. Ma la quasi totalità 
                    niente ha avuto a che fare con bombe o bombette. E tanti – 
                    a partire da Errico Malatesta, la figura che sicuramente si 
                    staglia più in alto tra i militanti anarchici – 
                    hanno dedicato molte delle loro energie per valorizzare l’anarchismo 
                    sociale e socialista, in dura polemica con i (pochi) sostenitori 
                    del violentismo anarchico. 
                    Dicono che gli anarchici siano stati una componente piccolo-borghese, 
                    elitaria, della sinistra. Quante biografie, di militanti noti 
                    come dei più, semplici e ignoti, sono qui a testimoniare 
                    l’alto grado di radicamento sociale della quasi totalità 
                    degli anarchici. Operaio, alabastraio, meccanico, pittore, 
                    ebanista, maestro comunale, fabbro, frenatore tranviario: 
                    scorro le biografie, leggo i mestieri e davanti agli occhi 
                    mi si dipana un universo di “gente del popolo”, 
                    amante della cultura e dei propri ideali, socialmente impegnata. 
                    
                    A unificare tante e tante di queste biografie così 
                    diverse tra loro, di gente del Nord e del Sud, di ricchi (pochissimi) 
                    e di poveri (tanti), c’è l’amore per la 
                    cultura, coltivata sul piano individuale (quanti autodidatti!) 
                    e diffusa nella società. Le “bombe” che 
                    la gran parte degli anarchici ha cercato e cerca di innescare 
                    sono state le Società operaie, i Circoli di cultura 
                    libertaria, le piccole case editrici, i giornali e le riviste 
                    curati con passione e determinazione, ieri. I centri sociali, 
                    i centri studi, le biblioteche, magari i siti Internet, il 
                    sindacalismo di base, oggi. 
                    Colpisce poi un altro dato che accomuna tante di queste vite: 
                    l’esser stati gli anarchici in varia misura perseguitati 
                    dal governo, dalla polizia, dagli avversari politici. E per 
                    queste persecuzioni, il prezzo pagato è spesso stato 
                    assai alto: galera, ammonizioni, restrizioni della libertà 
                    individuale, difficoltà economiche, emigrazione, vite 
                    familiari distrutte. Di questo è anche fatta la nostra 
                    storia, ricordiamocelo. 
                    Dopo l’uscita di questo Dizionario, chi vorrà 
                    sostenere contro gli anarchici gli stereotipi di sempre potrà 
                    certo continuare a farlo: la malafede e il pregiudizio non 
                    si fanno certo condizionare dalla verità e dalla ricerca 
                    storica. Ma alle persone oneste, anche se distanti dal nostro 
                    modo di pensare, questa malafede e questo pregiudizio appariranno 
                    per quello che sono: malafede e pregiudizio, appunto. 
                  
 
                    Paolo Finzi
                  In questo numero (vedi riquadro qui sotto) pubblichiamo 
                    integralmente la premessa al Dizionario scritta dai 
                    quattro docenti universitari, direttori del progetto; alcune 
                    biografie; una quindicina di foto. Ringraziamo per la collaborazione 
                    Franco Bertolucci e Furio Lippi, delle edizioni BFS. 
                    Il primo volume del Dizionario Biografico degli Anarchici 
                    Italiani (A-G), pp. XX+790+16 di inserto iconografico 
                    , costa 80,00 euro. È possibile acquistarlo in libreria 
                    (distribuzione PDE) oppure richiederlo a BFS edizioni, c.p. 
                    247, 56100 Pisa, tel. 050 57 09 95, fax 050 31 37 201, e-mail 
                    bfspisa@tin.it. Le spedizioni 
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