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				 grandi opere/6 
                  
                Dall'asfalto non nasce niente 
                  
                di Alice Boni 
                    
                Da diciassette anni c'è chi propone di realizzare una tangenziale, a sud di Milano, all'interno di uno dei parchi fluviali più grandi d'Europa (Parco della Valle del Ticino) e del Parco Agricolo Sud. Un'urbanista della Rete di Salvaguardia del Territorio ripercorre la storia del progetto e della resistenza delle comunità agricole coinvolte. Contro un modello di mobilità e di sviluppo insostenibile. 
                 
                  Dei progetti di cui si parlerà 
                  nel presente articolo colpiscono almeno due aspetti comuni anche 
                  ad altre grandi opere simili: l'ostinazione da parte delle istituzioni 
                  ad inseguire un modello di mobilità e di sviluppo che 
                  ha ormai mostrato segni evidenti di insostenibilità sul 
                  piano ambientale, economico e sociale, e la resistenza di una 
                  comunità di abitanti che nel corso del tempo ha saputo 
                  crescere, progettare e resistere occupando spazi determinanti 
                  nei processi decisionali ma anche nei territori abitati, sviluppando 
                  esperienze in grado di produrre e riprodurre valore territoriale. 
                  
                  Il territorio 
                I progetti della tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa e della 
                  TOEM (Tangenziale Ovest Esterna Milanese) riguardano un territorio 
                  che si estende tra due parchi che circondano a sud e a ovest 
                  la città di Milano e i comuni di prima cintura. Si tratta 
                  del Parco della Valle del Ticino, riserva della biosfera MAB 
                  (Man and the Biosphere) e tra i più grandi parchi 
                  fluviali europei, e il Parco Agricolo Sud Milano. Su questo 
                  territorio che si sviluppa sotto la cosiddetta “linea 
                  delle risorgive” – che taglia esattamente a metà 
                  e orizzontalmente la regione urbana milanese – i centri 
                  hanno mantenuto una forte connotazione agricola che si è 
                  articolata lungo antichissimi reticoli irrigui. Nonostante lo 
                  sviluppo industriale degli anni del boom economico, il territorio 
                  in questione ha visto una crescita moderata del tessuto urbanizzato 
                  e la sopravvivenza di un'economia agricola che ha contribuito 
                  nel corso del tempo a disegnare un contesto di pregio dal punto 
                  di vista paesaggistico e ambientale. 
                  
                  I progetti delle tangenziali 
                Tra i due progetti, il più avanzato e anche il più 
                  antico, è quello della tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa, 
                  proposto per la prima volta nel 1999 in vista della realizzazione 
                  della terza pista dell'aeroporto di Malpensa (mai avvenuta) 
                  e, successivamente, inserito tra le opere strategiche di interesse 
                  nazionale della Legge Obiettivo. Il progetto, che sarebbe finanziato 
                  con risorse pubbliche, prevede nella versione più recente 
                  redatta da ANAS s.p.a. la realizzazione di una strada a due 
                  corsie per senso di marcia, con tratti e svincoli sopraelevati. 
                  Più recente e proposto solo sotto forma di ipotesi strategica 
                  è stato, invece, il progetto della TOEM, stralciato nel 
                  mese di aprile del 2016 dal Programma regionale della mobilità 
                  e dei trasporti grazie all'opposizione dei Comitati e di tutti 
                  i 32 Comuni toccati dal tracciato e grazie ad una mozione presentata 
                  dal M5S e approvata dal Consiglio Regionale. L'idea della TOEM 
                  era nata nel 2013 con l'obiettivo di completare idealmente l'anello 
                  delle tangenziali esterne di Milano, collegando il tratto del 
                  progetto di tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa con la TEEM 
                  (Tangenziale Est Esterna di Milano) un'altra infrastruttura 
                  che, come la BreBeMi (Brescia-Bergamo-Milano) e la Pedemontana, 
                  ha registrato fin dalla sua inaugurazione un utilizzo ampiamente 
                  al di sotto delle previsioni iniziali. È da notare come 
                  sia la TEEM che la BreBeMi siano state realizzate inizialmente 
                  attraverso lo strumento del project financing che avrebbe 
                  dovuto consentire agli investitori pubblici e privati (imprese 
                  del settore delle grandi opere e bancarie, aziende pubbliche 
                  multiservizi, società autostradali a capitale pubblico 
                  e privato) di rientrare con profitto dall'investimento sostenuto 
                  per la realizzazione delle opere grazie ai pedaggi. Data la 
                  bassa affluenza di autoveicoli, per sopperire ai mancati introiti 
                  previsti, Stato e Regione hanno dovuto aggiungere ulteriori 
                  e ingenti risorse pubbliche. Stessa modalità di realizzazione 
                  sarebbe toccata alla TOEM. Col senno di poi viene da pensare 
                  che sia stata stralciata per evidenti problemi di appetibilità 
                  economica dell'opera. 
                  
                  Più strade, più lavoro? 
                È curioso osservare come il leitmotiv utilizzato 
                  dai politici per creare consenso intorno alla costruzione di 
                  queste infrastrutture sia sempre lo stesso da 15 anni a questa 
                  parte, nonostante il mutato scenario economico, gli effetti 
                  devastanti prodotti da queste opere e la diffusione di una maggiore 
                  sensibilità ambientale e di sistemi di mobilità 
                  potenzialmente meno impattanti e più rispondenti ai bisogni 
                  della popolazione. Le ragioni del Sì sono legate alla 
                  possibilità di avere un territorio più accessibile 
                  e attrattivo per l'insediamento delle imprese e la creazione 
                  di posti di lavoro, grazie a un migliore collegamento alle altre 
                  infrastrutture strategiche (aeroporti, tangenziali e autostrade). 
                  Tali argomenti sono stati propinati dalla fine degli anni Novanta, 
                  quando lo scenario economico si caratterizzava per la chiusura 
                  delle grandi industrie manifatturiere (sane) guidate da imprenditori 
                  che delocalizzavano nei paesi dell'est alla ricerca di una manodopera 
                  a minor prezzo o che investivano i profitti realizzati localmente 
                  in prodotti finanziari e nella rendita immobiliare (meccanismi 
                  che come è noto concentrano la ricchezza nelle mani di 
                  pochi e impoveriscono popolazioni e territori). Contemporaneamente 
                  i lavoratori e le lavoratrici, dove possibile, iniziavano a 
                  reimpiegarsi nei neonati grandi centri commerciali e logistici 
                  o a spostarsi nella grande città con il conseguente congestionamento, 
                  nelle ore di punta, delle arterie stradali principali e dei 
                  mezzi di trasporto pubblici. Oggi, in un contesto decisamente 
                  mutato a causa della crisi, le stesse istanze vengono riproposte 
                  in modo identico. 
                  Dietro le grandi opere, si è visto in numerosi altri 
                  casi nazionali, non vi è solo la promessa di nuovi posti 
                  di lavoro. Esse costituiscono dispositivi complessi che oltre 
                  ad avere impatti devastanti sul territorio in termini di consumo 
                  di suolo, di impoverimento del paesaggio e di deterioramento 
                  della qualità ambientale (dei terreni, delle acque di 
                  falda e dell'aria) sono in grado di mobilitare ingenti risorse 
                  pubbliche e importanti interessi economici (dalla progettazione 
                  dell'opera sino alla sua gestione) ma, soprattutto, la loro 
                  realizzazione è spesso frutto di processi decisionali 
                  che sfuggono al controllo di chi abita i territori coinvolti. 
                  La costruzione del consenso intorno alla loro realizzazione 
                  è sempre risultata un'impresa ardua proprio per la difficoltà 
                  da parte delle istituzioni di avviare per tempo processi volti 
                  all'ascolto e all'accoglimento delle istanze locali, riconsiderando, 
                  laddove necessario la stessa necessità dell'opera. 
                  
                  Le “opere” del movimento No Tangenziale 
                Il movimento del No alla Tangenziale nasce all'inizio degli anni Duemila quando vengono alla luce i primi progetti del tracciato della Milano-Vigevano-Malpensa. Nasce dall'insorgenza di abitanti, agricoltori, amministratori, movimenti sociali e ambientalisti, preoccupati sia degli effetti potenzialmente distruttivi del progetto dell'infrastruttura sulla loro vita, sul paesaggio, sull'ambiente, sull'economia agricola locale e sia della scelta delle istituzioni di escludere le comunità locali dai processi decisionali. 
L'“opera” del movimento del No nel corso di questi anni è stata capace di dissuadere i decisori pubblici dalla realizzazione dell'infrastruttura attraverso iniziative di sensibilizzazione, ricorsi, manifestazioni popolari, opere di valorizzazione del territorio. 
Contemporaneamente, diverse sue componenti hanno saputo creare progetti che hanno rappresentato non solo pratiche di resistenza ma processi embrionali che negli anni sono maturati costituendo vere e proprie alternative all'attuale modello di sviluppo in crisi. Non è un caso che sia proprio sul fronte delle lotte contro queste opere infrastrutturali e dall'incontro tra gli agricoltori della zona e i membri dei movimenti sociali, che sono nati sodalizi importanti che hanno contribuito a sviluppare narrazioni, pratiche di agricoltura di qualità ed esperienze come per esempio La Terra Trema, un progetto che nasce dall'incontro tra vignaioli, contadini e centri sociali e che trova la sua massima espressione in un evento organizzato ogni anno al Leoncavallo per parlare di agricoltura, cibo, gastronomia, filiere di produzione e di distribuzione, territorio, colture e cultura materiale. 
                  A che punto siamo? 
                Se l'idea della TOEM è stata definitivamente rimossa per ragioni che sostanzialmente sono legate alla mancata sostenibilità economica e alla difficile costruzione del consenso intorno all'opera, il progetto della tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa, periodicamente sventolato dai politici in occasione di elezioni comunali e regionali, rischia invece di essere realizzato. 
Determinante, in questa fase, è stata la combinazione di due fattori: la rottura all'interno del fronte del No, consumatasi tra alcuni sindaci e i comitati a seguito dell'intervento della Città Metropolitana, e la scelta strategica di realizzare l'opera per parti e in tempi diversi. In particolare, l'intervento della Città Metropolitana all'interno del processo decisionale merita un punto di attenzione. Essa ha favorito la nascita di momenti di confronto con gli amministratori e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (titolare dell'opera) organizzando incontri a porte chiuse a cui sono stati invitati alcuni esponenti dei Comitati e degli agricoltori e alcuni Sindaci. Ad essere in discussione tuttavia non sono stati il senso e l'opportunità stessa di realizzare il progetto, contemplando ad esempio la possibilità di reinvestire le risorse in opere di interesse per gli abitanti (potenziamento della rete ferroviaria e delle piste ciclabili, corsia preferenziale per gli autobus, ecc.), bensì minute modifiche al tracciato e mitigazioni ambientali. Rimuovendo così, surrettiziamente, quel vizio legato al mancato coinvolgimento e ascolto della popolazione che per molti anni aveva reso debole il fronte del Sì (poiché l'opera era in Legge Obiettivo ed era considerata di interesse strategico e nazionale, non era previsto il consenso dei comuni e delle popolazioni coinvolte), di fatto, la Città Metropolitana ha contribuito a sbloccare un progetto che da tempo non trovava la legittimità politica per essere realizzato e lo ha fatto celebrando ipocritamente la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. 
Dopo quindici anni di storie, di progetti, di mobilitazioni, la realizzazione dell'opera sembra pericolosamente alle porte. Questi mesi saranno decisivi per capire se vincerà il fronte del No senza mitigazioni e compensazioni, aprendo la strada a un'idea alternativa di modello di “sviluppo”, oppure se verrà posata l'ennesima pietra di un'opera inutile che segnerà indelebilmente il futuro di un territorio e dei suoi abitanti. 
                 Alice Boni 
                  Rete di Salvaguardia del Territorio 
				  
                
                
                   
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                    |   La mappa del progetto della tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa  | 
                   
                 
                 
                  
                
                   
                    L'opera in dettaglio/ La scheda tecnica 
                       
                        Cosa: Tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa e TOEM 
                        (Tangenziale Ovest Esterna Milano) 
                        Dove: Parco Agricolo Sud Milano e Parco della Valle 
                        del Ticino (Lombardia). 
                        Quando: dalla fine degli anni Novanta ad oggi. 
                        Perché: i progetti della Tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa 
                        e della TOEM nascono con l'obiettivo di portare sviluppo 
                        e crescita economica attraverso la realizzazione di nuove 
                        infrastrutture in grado di rendere maggiormente accessibili 
                        e attrattivi i territori per le imprese. I sostenitori 
                        delle opere sono il Governo, la Regione, la Città 
                        Metropolitana, alcuni amministratori locali e alcuni industriali 
                        della zona. Ad opporsi a entrambe le opere, invece, cittadini 
                        e cittadine, movimenti sociali/ambientalisti/ecologisti, 
                        associazioni di agricoltori ed alcuni amministratori comunali, 
                        riunitisi in Comitati contro la realizzazione dell'opera, 
                        per la salvaguardia del territorio e per la riconversione 
                        ecologica dell'economia. 
                        Come: i progetti delle due opere nascono in tempi 
                        diversi con l'unico obiettivo di potenziare il collegamento 
                        tra i comuni del sud e del sud-ovest milanese e con l'Aeroporto 
                        di Malpensa. Il progetto della tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa 
                        era stato inserito tra le opere strategiche della Legge 
                        Obiettivo. La TOEM era stata recentemente inserita come 
                        opera strategica nel programma regionale della mobilità 
                        e dei trasporti (PRMT). Nessuna delle due infrastrutture 
                        è stata finora realizzata. La TOEM è stata 
                        stralciata dal PRMT nel 2016. Per la tangenziale, invece, 
                        è stata messa in programma la realizzazione di 
                        un tratto del tracciato entro la fine del 2017. I progetti 
                        presentati prevedono sostanzialmente la costruzione di 
                        opere che attraversano un territorio occupato da aree 
                        destinate a coltivazioni agricole e da aree naturali e 
                        in misura ridotta l'ampliamento delle strade esistenti. 
                        L'opposizione dei Comitati, articolatasi nel corso degli 
                        anni attraverso attività di sensibilizzazione, 
                        mobilitazioni e lo sviluppo di esperienze d'uso del territorio, 
                        ha impedito sino ad oggi la realizzazione dell'opera. 
                         
                        Riferimenti: 
                        facebook No Tangenziale - Rete di salvaguardia 
                        del territorio 
                        facebook Folletto25603 
                        www.laterratrema.org.  | 
                   
                 
                
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