L’uomo scaricabile 
                 
                  Numeri. Non c’erano altro che numeri nella sua testa. 
                  Vorticavano a mulinello per fi nire nell’imbuto dello 
                  stesso pensiero. Era intrappolato in un pantano in discesa che 
                  lo stava facendo scivolare sotto il livello dello zero, in un’avvilente 
                  forma di esistenza algebrica. 
                  Cinquantatré, come la sua età. 
                  Tre, come gli amici rimasti. 
                  Meno nove, come le amiche perdute negli ultimi anni. 
                  Suonava come una lotteria beffarda: estrazioni sulla ruota del 
                  declino. Si sentiva sopraffatto da una sequenza numerica senza 
                  speranza, ma fu proprio a una strana combinazione di numeri 
                  che dovette la risalita. Stavano scritti nell’inserzione 
                  pubblicitaria di un quotidiano: Identità 3.0. Regalati 
                  una versione aggiornata di te stesso. Rivolgiti ai nostri rivenditori 
                  autorizzati. 
                  Lì per lì fu colto da un accesso di rabbia. Troppo 
                  evidente la bugia di chi spacciava per regalo un acquisto che 
                  sarebbe stato sicuramente a caro prezzo. 
                  Poi però rifl etté. Il download di se stesso nella 
                  versione più aggiornata… Il Marco Toniotti 3.0... 
                  Un uomo scaricabile. Probabilmente un tipo meno stanco e lamentoso. 
                  Di lì al più vicino rivenditore il passo fu breve. 
                  Ci arrivò quello stesso pomeriggio. Lo accolse un giovane. 
                  Colpiva in lui la camicia a scacchi colorati su cui era stampato 
                  il logo della catena commerciale. 
                  Sembrava un Arlecchino della promozione costretto a sorridere 
                  nonostante la catena. 
                  <Vede> spiegò il commesso <Ogni versione scaricabile 
                  ha un prezzo diverso, lei capisce…> 
                  No, non capiva. 
                  <Pensi ai manager, alle donne e agli uomini di successo. 
                  Per loro è necessario disporre di aggiornamenti potenti 
                  e sofisticati, e più si sale più il costo aumenta… 
                  vediamo, mi dia solo un paio di minuti per consultare il suo 
                  stato in rete. Iscritto a qualche community o social?> 
                   Purtroppo 
                  sì, pensò. Si limitò ad annuire. Avrebbe 
                  dovuto essere ansioso di conoscere il suo valore stimato, perfi 
                  no felice di pagare un prezzo alto, ma non gliene fregava più 
                  un cazzo. Non a quel punto, ormai. 
                  <…ecco signor Torlotti, ci siamo> 
                  <Toniotti> 
                  <Toniotti, certo, mi scusi. Diciamo che nel suo caso possiamo 
                  fare 350 euro. Prezzo ivato, s’intende> 
                  Odiava quel gergo da venditore incallito. Ivata o meno, era 
                  una somma impegnativa per un indebitato come lui. Ma all’improvviso 
                  si ritrovò addosso lo spirito febbrile degli anni migliori, 
                  quando una fiammata di entusiasmo bastava a risvegliarlo dal 
                  torpore. 
                  <Grazie, ci penso sopra> disse al commesso. 
                  Quello lo ricambiò con lo sguardo seccato di chi conosce 
                  a memoria le frasi fatte dei clienti per uscire da un negozio 
                  a mani vuote. Invece lui riprese a lavorare con impegno raddoppiato, 
                  accumulando ore di straordinario, domeniche e festivi compresi, 
                  risparmiando su tutto pur di arrivare a un nuovo appuntamento. 
                  Due mesi dopo, si sentì pronto e tornò nello stesso 
                  negozio. 
                  <Buongiorno, ero venuto qui un paio di mesi fa e...> 
                  <Ah, certo. Come sta?> chiese il commesso che non ricordava 
                  affatto chi avesse di fronte. 
                  <Sono venuto per la mia versione scaricabile…>  
                  <Ah, sì… mi ricorda solo il nome?> 
                  <Toniotti. Marco Toniotti> 
                  <Sì, ora ho presente. Ne è passato di tempo, 
                  però…> 
                  <Volevo essere sicuro di una scelta così impegnativa> 
                  <Capisco, certo, ma il fatto è che adesso esiste una 
                  sua versione ancora più aggiornata, la 3.3.1, e con un 
                  piccolo ritocco sul prezzo precedente, lei potrà avere 
                  il meglio di se stesso…. sarebbero 450 euro> 
                  <Ivati o meno?> chiese per prendere tempo. 
                  <Ivati, ivati..> 
                  <Va bene, li ho!> disse con l’urgenza del giocatore 
                  che sta gettando le ultime fiche sul tavolo della roulette prima 
                  che il croupier dichiari chiuse le puntate. E quando passerà 
                  più un treno così? pensò. Era ormai pronto 
                  ad abbracciare il futuro. L’attesa forzata lo aveva ripagato 
                  con una più potente versione di se stesso: 3.3.1. Faceva 
                  pensare alla combinazione di una cassaforte. Dentro che cosa 
                  avrebbe trovato? 
                  <Paga in contanti o con carta di credito?> domandò 
                  il commesso. 
                  <Bancomat, grazie> 
                  <Fattura o ricevuta?> 
                  <Non so… fattura…> 
                  Non faceva alcuna differenza. Era solo impaziente di cominciare. 
                  <Si accomodi per il trattamento. Ci vorranno solo pochi minuti> 
                  spiegò il venditore a suggello dell’acquisto. 
                  Venne portato in uno stanzino privo di fi nestre, umido, poco 
                  accogliente. Dovette aspettare venti minuti, ma il trattamento 
                  fu questione di poco. Gli spararono un microchip sottocutaneo 
                  all’altezza del collo e fu tutto. 
                  Ho lasciato una fortuna in cambio di una minchiata da ciarlatani, 
                  pensò all’uscita del negozio in un rigurgito di 
                  pessimismo. Ma gli ci volle poco per ricredersi. Qualcosa in 
                  lui stava già cambiando. Ad esempio si sentiva pieno 
                  di energie, e con il passare delle ore le forze si moltiplicarono. 
                  Riacquistò il desiderio di vedere, ritrovando in se stesso 
                  un rinnovato interesse per cose che, troppo frettolosamente, 
                  aveva accantonato come inutili. I social, per esempio. 
                  Nei giorni seguenti scrisse una quantità impressionante 
                  di post, su ogni genere di argomento, facendo incetta di Mi 
                  piace. In breve le richieste di amicizia ebbero un’impennata, 
                  tanto che poté perfino assaporare il sottile piacere 
                  di scartarne una ventina. Arrivò a quota mille, la oltrepassò, 
                  si avvicinò al raddoppio. 
                  Finalmente era un uomo digitale compiuto. Ogni momento di ozio 
                  era buono per essere riempito con tweet e messaggi. La vita 
                  sociale, che si era impoverita fino a relegarlo nel bozzolo 
                  domestico, tornò a vibrare come il suo smartphone. Feste, 
                  flash mob, convegni e dibattiti. Divenne un seguace della banda 
                  larga, cominciò a ragionare per obiettivi, ammirò 
                  davanti allo schermo il profilo della sua rinascita: un essere 
                  multitasking. Tutto questo in sole due settimane. 
                  Avrei dovuto pensarci prima, pensò, ma in capo ad altre 
                  due settimane i dubbi tornarono a galla. Aveva l’impressione 
                  che, giorno dopo giorno, il repentino cambiamento si stesse 
                  stabilizzando su una nuova routine, una normalità che 
                  lo riconsegnava per gradi allo stato di torpore da cui era partito. 
                  Le amicizie si rivelavano epidermiche, iniziavano a diradarsi, 
                  così come gli appuntamenti imperdibili. La sua ultima 
                  conquista lo lasciò senza dare spiegazioni. Rabbia e 
                  inquietudine tornarono a impadronirsi di lui. Un uomo scaricabile. 
                  Adesso quell’espressione suonava beffarda. Altri numeri 
                  si agitarono nella mente a nutrire lo spettro dell’esilio 
                  sociale. Che fare? 
                  La risposta arrivò una sera sotto forma di messaggio 
                  e gli ricordò che nella vita tutto ha un prezzo. 
                  Esiste una versione più aggiornata di te stesso. Vuoi 
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  Paolo Pasi 
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