  
                
  
				Cose che capitano 
                  testo e foto di Santo Barezini 
                  
                  ”Essendo necessaria alla sicurezza di uno stato libero una milizia regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto” 
(Secondo emendamento della costituzione americana) 
 
”L'unica cosa che può fermare un cattivo con la pistola è una brava persona con la pistola” 
(Wayne La Pierre, National Rifle Association, dopo il massacro del 14 dicembre 2012 alla Sandy Hook Elementary School di Newton, Connecticut) 
 
”Sono cose che capitano” 
(L' ex governatore della Florida, Jeb Bush, a commento del massacro del primo ottobre 2015 all'Umpqua Community College di Roseburg, Oregon) 
                 Signor Jeb Bush, mi consenta di indirizzare idealmente a lei 
                  la lettera di questo mese da New York. A lei e ai tanti politicanti 
                  che hanno a cuore il secondo emendamento della costituzione 
                  americana più della vita della gente. A lei e a tutti 
                  quei suoi concittadini che ritengono indispensabile avere una 
                  pistola sempre a portata di mano, in borsa di giorno, nel letto 
                  alla sera (si vendono persino pratiche fondine da materasso, 
                  sicuramente ne è al corrente). A quelli che trovano normale 
                  comprare un gelato in un'armeria o un fucile in una gelateria, 
                  come preferisce, e che mentre gustano un sorbetto ordinano il 
                  fucile che regaleranno al figlio per Natale. Ai tantissimi americani 
                  che tengono in casa un arsenale, per il caso in cui un malintenzionato 
                  violasse i sacri confini del loro giardino. A lei, ai lobbisti 
                  della National Rifle Association e a tutti quegli industriali 
                  che su questa storia da western americano, macchiata però 
                  di sangue vero e di genuino dolore, fanno affari d'oro. 
                  Non mi capita spesso di rivolgermi a politici, imprenditori 
                  e lobbisti, mi creda, sono anzi categorie che evito accuratamente. 
                  Ma, vede, ho dei figli anch'io, che qui a New York frequentano 
                  una scuola pubblica. Una buona scuola, badi bene, a differenza 
                  delle tante che amate chiamare “failing schools”, 
                  quelle che non ricevono finanziamenti adeguati, tanto sono frequentate 
                  dai figli dei poveri, dagli etnici, dai neri, dai latinos, insomma 
                  da tutti quelli con poca speranza destinati a diventare, nel 
                  migliore dei casi, bassa manovalanza, servitù per la 
                  quale non vale la pena investire in cultura e conoscenza. 
                  E guardi che non è cosa da poco: le vostre statistiche 
                  del 2001 raccontano di quarantaquattro milioni di semianalfabeti1. 
                  Micheal Moore, commentando questo dato impressionante, scriveva 
                  quell'anno2: “Se abiti 
                  in una nazione in cui quarantaquattro milioni di persone non 
                  sono in grado di leggere e circa altre duecento milioni potrebbero 
                  leggere, ma non lo fanno, vuol dire vivere in un luogo spaventoso. 
                  Una nazione così non dovrebbe guidare il mondo, almeno 
                  non fino a quando la maggioranza dei suoi cittadini non sarà 
                  in grado di individuare sulla carta geografica dove si trovino 
                  il Kosovo e tutte le altre nazioni che ha bombardato”. 
                  Scuola, perquisizioni e metal detector 
                Ho un po' divagato, me ne rendo conto, ma le sto raccontando 
                  tutto questo perché, vede, c'è una cosa che mi 
                  angustia: la scuola dei miei figli è sempre presidiata 
                  dalla polizia. Gli studenti la trovano ogni mattina all'ingresso, 
                  divisa blu e pistola alla cintura. Anche a distanza di tempo 
                  non ci ho fatto l'abitudine e mi rabbuio al pensiero che, sfilando 
                  con gli occhi ancora assonnati davanti all'immancabile bandiera 
                  a stelle e strisce, quei ragazzi debbano accodarsi, poggiare 
                  lo zainetto sul tappeto mobile, passare sotto le forche caudine 
                  del metal detector, mostrare il documento di identità, 
                  alle volte subire una perquisizione. La scuola come un imbarco 
                  aeroportuale. 
                  E pensare, guardi che ironia, che quel grande complesso scolastico, 
                  nel cuore di Manhattan, è dedicato a Martin Luther King 
                  Jr. Stringe il cuore vedere il volto del pastore nonviolento, 
                  scolpito nel bronzo, ammiccare proprio dietro le spalle dei 
                  poliziotti armati. Niente di cui preoccuparsi, mi disse la preside 
                  la prima volta che, sconcertati, varcammo quella porta, una 
                  semplice precauzione. Nel 2002 in quell'edificio ci fu una sparatoria, 
                  ma da allora non è accaduto più nulla. Nothing 
                  to worry about. 
                  Stuff happens. “Sono cose che capitano”, 
                  ha detto lei dopo la strage di Roseburg. Ha ragione, le statistiche 
                  lo confermano: nel 2015 è accaduto più di cinquanta 
                  volte in università, scuole superiori, medie, elementari, 
                  materne, persino in uno scuolabus3. 
                  Una mattanza, con più di trenta morti e oltre cinquanta 
                  feriti, chissà quanti traumatizzati a vita. 
                  “Stuff happens, ma non si cambia il codice della 
                  strada dopo ogni incidente”. Sono sempre parole sue, dirette 
                  contro quelli che chiedono regole più severe sul possesso 
                  delle armi. Hanno scatenato forte indignazione, lo sa, lei le 
                  ha pronunciate quando il sangue non era stato ancora lavato 
                  dalle aule dove la vita di nove giovani era stata spenta senza 
                  motivo dalle “cose che capitano”. 
                  Lei mi fa paura signor Bush, come mi fecero paura suo padre 
                  e suo fratello quando furono a capo dell'impero. Ma, per dirla 
                  tutta, mi fanno paura anche molti suoi concittadini, quella 
                  gente semplice che non è collusa col potere ma ne è 
                  così succube da prendere per oro colato le vostre assurde 
                  verità. 
                  Pensi alla madre del giovane responsabile della strage di Roseburg: 
                  suo figlio aveva dei problemi mentali e ciò nonostante 
                  lei teneva in casa sedici armi cariche e pronte all'uso. Proprio 
                  come la madre del ventenne, affetto da autismo, che nel 2012 
                  uccise venti bambini nella scuola elementare dove lei stessa 
                  insegnava, nel tranquillo Connecticut. Mi chiesi all'epoca perché 
                  una normale maestra di scuola avvertisse il bisogno di avere 
                  a casa un arsenale ed è una domanda alla quale ancora 
                  non so dare risposta. 
                  E che dire di tutti quei bravi cittadini che, dopo ogni strage, 
                  ben incitati da interessati lobbisti, chiedono non meno ma più 
                  armi? Quelli che reclamano il diritto di portare le pistole 
                  fin dentro le scuole, per essere pronti a sparare sul prossimo 
                  folle che varcherà la soglia dell'aula impugnando un 
                  fucile. Professori e studenti a lezione col revolver: anche 
                  nel suo Texas, sarà presto realtà4. 
                  Dove appenderanno i cinturoni prima di entrare in campo per 
                  la partita di football o di baseball? Tutto inutile: gli studi 
                  in materia (che suppongo lei non si sia dato la pena di leggere) 
                  dimostrano che il più delle volte questi pistoleri dilettanti 
                  finiscono per farsi male da soli, per farsi ammazzare o per 
                  uccidere chi non c'entra nulla. 
                
                   
                     | 
                   
                   
                    |   New York, Upper West Side (Stati Uniti) - Il volantino della  
                  polizia appeso nella biblioteca di quartiere recita: “Contanti  
                  in cambio di pistole. Garantito l'anonimato. 100 dollari per  
                  ogni pistola, arma d'assalto, fucile a canne mozze  fino a un 
                  massimo di 300 dollari”  | 
                   
                 
                Il culto delle armi 
                Dovrebbe lasciare da parte il suo fatalismo da quattro soldi 
                  e provare a riflettere su tutto ciò. Delle armi avete 
                  fatto un culto, convinti che possano risolvere ogni problema; 
                  le usate con grande disinvoltura, che si tratti di bombardare 
                  civili inermi in un paese lontano o di abbattere un intruso 
                  nel giardino di casa. Avete incoraggiato milioni di cittadini 
                  a procurarsele, approvato leggi incivili che consentono a giustizieri 
                  improvvisati di cavarsela nelle aule dei tribunali5. 
                  Puntualmente la tragedia colpisce e vi ritrovate a piangere 
                  le vittime innocenti di questa rozza ideologia. La carta geografica 
                  della vostra grande nazione è fiorita di stelle rosse, 
                  una per ogni vittima di questa vostra ossessione6. 
                  Cose che capitano. In che senso, signor Bush? Così 
                  come capita che le vostre bombe intelligenti colpiscano ospedali 
                  mietendo vittime innocenti? Cosa sono i giovani assassinati 
                  in Oregon, i bambini uccisi senza pietà in Connecticut, 
                  danni collaterali del secondo emendamento della vostra costituzione? 
                  Che poi è in realtà un testo criptico, mal formulato, 
                  sul quale generazioni di giuristi si sono scervellati senza 
                  venirne a capo. 
                  Nella bacheca della biblioteca di quartiere, fra le offerte 
                  di lezioni private e le richieste di lavoro, ho trovato tempo 
                  fa un avviso della polizia, un foglietto dove si incoraggiava 
                  a consegnare armi detenute illegalmente: “Cash for 
                  guns, no questions asked”7, 
                  cento dollari a pistola. Signor Bush, questo non è il 
                  suo Texas, questa è la civile, moderna, ricca New York, 
                  ma anche qui circolano armi fra ricchi e poveri e non è 
                  una sensazione piacevole. 
                  Nel 2012 il lobbista della NRA Wayne La Pierre pronunciò 
                  quella frase sui “good guys” e “bad guys” 
                  divenuta famosa in tutto il mondo. Io non capisco dove corra 
                  la linea che separa i buoni dai cattivi. Questi vostri killer 
                  nelle scuole non sono i neri e i latinos dei quartieri poveri 
                  che riempiono le cronache rafforzando i vostri pregiudizi. Sono 
                  quasi sempre studenti, figli di cosiddetta buona famiglia. Ammazzano 
                  i loro compagni di studi, i professori che fino al giorno prima 
                  li avevano avuti in classe. 
                  Non sono come quei giovani che ho conosciuto altrove, quelli 
                  che crescono nei campi profughi e nei ghetti del mondo, che 
                  vivono una gioventù senza speranza e imparano da piccoli 
                  il rancore. I vostri sono ragazzi coi soldi e l'automobile, 
                  hanno i loro sogni realizzabili, una vita buona davanti, un 
                  futuro possibile. In quale momento della loro vita è 
                  scattata la follia? Cosa li ha spinti? Chi ha innescato la miccia? 
                  Non so distinguere i buoni dai malvagi né farebbe differenza, 
                  visto che i buoni e il malvagio di turno ci rimettono sempre 
                  la vita, alla fine. So però che in Svezia o in Danimarca 
                  chiamerebbero gli psicologi, i sociologi, gli analisti sociali, 
                  per provare a capire, per aiutare una comunità traumatizzata 
                  ad avviare un processo di guarigione. Voi proponete invece la 
                  soppressione del “bad guy” di turno: il buono abbatte 
                  il malvagio, come nelle favole, ma poi la vita continua e non 
                  tutti vivono felici e contenti. C'è una catena di dolore 
                  infinita in tutto ciò. 
                  Lo so, signor Bush, certi paragoni a voi politici americani 
                  non piacciono. “Questa non è la Danimarca, questi 
                  sono gli Stati Uniti”, ho sentito dire da una stizzita 
                  Hillary Clinton. I padroni dell'impero guardano sempre con sufficienza 
                  a quel che accade in periferia. Non amano prendere esempio dai 
                  sudditi. 
                  Riflettendoci, comunque, su una cosa mi sento di darle ragione: 
                  la soluzione probabilmente non è nell'approvazione di 
                  leggi più restrittive. Neanche io credo ai divieti, che 
                  comunque, detto per inciso, nella vostra libera società 
                  sono tantissimi e soffocanti. Qui ci sarebbe piuttosto da costruire 
                  un paese nuovo, dove la gente non si debba sentire sotto assedio. 
                  Una cultura nuova, dove i cittadini non debbano identificare 
                  la libertà con il possesso delle armi, la difesa del 
                  proprio giardino come una guerra di confine. Che non debbano 
                  mettere nell'orizzonte del possibile l'uccisione del proprio 
                  simile. Signor Bush, a costo di sembrarle un ospite presuntuoso 
                  mi sento di dirle che qui c'è da ripensare tutto, perché 
                  siamo ancora alle guerre indiane, quando sopprimere un cheyenne 
                  era considerato un atto di progresso per la vostra civiltà 
                  di conquista. C'è bisogno di far funzionare quelle scuole 
                  che formano milioni di disadattati, affrontare il disagio sociale, 
                  combattere la crescita delle ideologie violente che percorrono 
                  questo paese come cicatrici sotterranee. 
                
                   
                     | 
                   
                   
                    |   Front Royal (Virginia, Stati Uniti) Negozio di gelati, 
                  armi e munizioni  | 
                   
                 
                Il sistema non funziona 
                Non parlo solo di dati e statistiche signor Bush, parlo di vita 
                  vissuta, di quotidianità. Sono andato a scuola nei nostri 
                  anni di piombo, cresciuto in una metropoli italiana sotto assedio, 
                  quando avevamo in casa il terrorismo nero, quello rosso e quello 
                  di stato, ma a nessuno venne in mente di far presidiare le scuole 
                  o di armare i professori. I miei figli hanno frequentato asili 
                  e scuole di tre continenti ma solo qui, nella vostra civile 
                  e moderna America, si sono ritrovati la polizia armata a sbarrare 
                  loro il passo ogni mattina. Che poi, guardi, i figli mi segnalano 
                  entrate secondarie non presidiate, mi dicono che, volendo, ci 
                  sarebbe modo di far entrare armi nella scuola di nascosto. Quindi 
                  il vostro sistema non funziona e a me resta questa speranza: 
                  che in quel grande complesso scolastico le armi non entreranno 
                  perché gli studenti che lo frequentano e i professori 
                  che vi lavorano rappresentano un corpo sano di questa società; 
                  sono giovani musicisti, poeti, compositori, scrittori e le loro 
                  armi nella vita saranno penne, libri, computer, pianoforti, 
                  violini, pentagrammi, pennelli, tele e colori. 
                  Mia moglie, riflettendo su tutto questo, mi fece notare un giorno 
                  che nella costituzione italiana è scolpito il diritto 
                  alla salute, in quella americana il diritto a difendersi con 
                  le armi. I vostri poveri, signor Bush, muoiono spesso per non 
                  potersi permettere le cure giuste8. 
                  I benestanti si ammazzano invece ogni tanto senza motivo grazie 
                  alle armi che tengono ben oliate a casa. Sempre più spesso 
                  mi chiedo: è questo il sogno americano, il modello che 
                  volete esportare in tutto il mondo? 
                  Lei difende il diritto ad avere a casa quei piccoli strumenti 
                  di morte. Noi, nel nostro piccolo, periferia dell'impero, preferiamo 
                  invece difendere a tutti i costi quel diritto alla salute che 
                  vogliono strapparci, magari per imitare il vostro folle sistema 
                  sanitario inginocchiato davanti all'industria e agli affari. 
                  Ma badi bene: scenderemo in piazza, protesteremo, grideremo 
                  slogan, ma non avremo pistole per difendere il nostro diritto 
                  a curarci. Sarebbe una contraddizione, non le pare? Le armi 
                  le lasciamo a voi, sperando che vi decidiate un giorno a capire 
                  che è meglio che arrugginiscano negli armadi della storia. 
                 Santo Barezini 
                Note 
                 
                  - “Funcional illiterates”, con scolarizzazione massima 
                  equivalente alla quarta elementare.
                  
 - Stupid White Man, Reganbooks, 2001.
                  
 - Vari siti riportano i dati. Ad esempio: rt.com 
                    e shootingtracker.com. 
                  
 - Dall'agosto 2016, nonstante le proteste degli studenti, 
                    il Texas si aggiungerà agli otto stati che già 
                    adesso consentono di portare armi negli istituti scolastici. 
                    Per approfondimenti si veda armedcampuses.org. 
                  
 - Per un approfondimento si può consultare la voce 
                    “stand 
                    your ground laws” su Wikipedia. 
                  
 - Si veda la mappa su everytownresearch.org/school-shootings. 
                  
 - Contanti in cambio di pistole, garantito l'anonimato.
                  
 - Secondo dati del Dipartimento della Salute dell'ottobre 2015 
                  nella città di New York la differenza nella speranza 
                  di vita fra poveri e benestanti è di ben undici anni!
                  
  
                  
               |