Copertina 
                  femminista, caratterizzata dal colore rosa, per il numero 
                  72 (marzo 1979) di “A”. La colonna di presentazione 
                  editoriale si apre così: 
                  “Curato dalle compagne della redazione in collaborazione 
                  con Carletta (del gruppo artigiano ricerche visive di 
                  Roma), ma discusso collettivamente da tutti i componenti del 
                  collettivo redazionale (maschietti-in-crisi compresi) esce su 
                  questo numero un ampio servizio dedicato alla donna, che non 
                  pretende assolutamente di affrontare tutte le questioni principali 
                  connesse con il suo ruolo oggi e con le sue prospettive future. 
                  Si tratta soprattutto di interviste fatte a Roma e a Milano 
                  con alcune giovani, compagne e non, militanti e casalinghe, 
                  ecc... Vi sono inoltre alcuni interventi specifici sul rapporto 
                  tra femminismo e prospettiva libertaria, nonché alcune 
                  pagine tradotte dall'autobiografia di Emma Goldman Living 
                  my life (inedita in italiano). 
                  Siamo certe/i che molte/i avranno qualcosa da ridire su alcuni 
                  degli interventi pubblicati: alcuni sembrano proprio scritti 
                  per provocare risposte e aprire un dibattito. Se la pigrizia 
                  non vincerà - come spesso accade - già sul prossimo 
                  numero di “A” altre pagine saranno aperte al dibattito, 
                  alla pubblicazione di lettere/interventi/precisazioni/polemiche/ecc., 
                  alle eventuali risposte delle interessate.” 
                  Metà del numero è occupato da questo dossier “Anarchia 
                  e femminismo”. Dopo una presentazione del dossier stesso, 
                  ecco nove interviste, Claudia Vio si occupa del “prisma 
                  femminista”, la psicoterapeuta Marina Valcarenghi recensisce 
                  il volume “Disertate!” di Annie LeBrun. Chiudono 
                  il dossier quattro brevi estratti dalla bellissima autobiografia 
                  di Emma Goldman, che poco dopo inizierà ad essere pubblicata 
                  in traduzione italiana dalle edizioni La Salamandra (il quarto 
                  conclusivo volume apparirà poi per i tipi di Zero in 
                  Condotta). Significativi i 4 titoli scelti dalla redazione per 
                  i 4 estratti: “Troppo sesso disse Kropotkin”, “Profanando 
                  un tempio maschilista”, “Kollontaj la fredda” 
                  e “A colloquio con Lenin”. 
                  La pagina di chiusura del dossier rilancia una citazione ormai 
                  classica di Goldman, ampiamente ripresa dal movimento femminista 
                  statunitense (e non solo): “non è proprio necessario 
                  che le donne tengano sempre la bocca chiusa e la vagina aperta”. 
                  Gli altri temi affrontati su “A” 72 sono: la sentenza 
                  di Catanzaro al termine di uno dei numerosi processi per la 
                  strage di piazza Fontana 1969; una critica al marxismo-leninismo 
                  sul piano internazionale e anche italiano; un'analisi dello 
                  scontento diffuso nella società; una critica del clericalismo, 
                  firmata dall'intellettuale libertario torinese Piero Flecchia, 
                  che per anni collaborerà irregolarmente con la nostra 
                  rivista; alcune lettere (tra cui una dal carcere militare di 
                  Palermo), la recensione di un libro sull'abitare autogestito; 
                  uno scritto ironico di Roberto Ambrosoli sull'avanspettacolo 
                  elettorale; una sintetica storia del movimento anarchico 
                  in Messico scritta dalla Coordinadora Libertaria Latinoamericana 
                  di Parigi; uno scritto di Amedeo Bertolo (“Emile Henry 
                  e il senso della misura”) di grande interesse e, a nostro 
                  avviso, attualità, in merito all'uso della violenza indiscriminata. 
                  Si chiude con la segnalazione di una mostra su “Cent'anni 
                  di stampa anarchica” in corso alla libreria Utopia di 
                  Milano. Con una piccola nota finale in cui si ricordava che 
                  allora erano aperte altre due librerie Utopia, una a Venezia 
                  e una a Trieste. 
                
   
              
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