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			   curiosità 
                  Ma Babbo Natale è anarchico? 
                  di Ruth Kinna 
                    Secondo Pëtr Kropotkin, 
                  assolutamente sì. Sulla base di una documentazione storica 
                  recentemente scoperta a Mosca, il “principe anarchico” 
                  guardava con simpatia al natale e riteneva auspicabile che durasse 
                  tutto l'anno. 
                 
                  Non sorprende scoprire che Kropotkin 
                  era interessato al natale. Nella cultura russa, san Nicola era 
                  acclamato come difensore degli oppressi, dei deboli e degli 
                  svantaggiati e Kropotkin condivideva questo sentire. C'era anche 
                  un legame famigliare; come tutti sanno, Kropotkin poteva ripercorrere 
                  la storia dei suoi antenati sino all'antica dinastia Rurik che 
                  governò la Russia prima dei parvenu Romanov e 
                  che, sin dal primo secolo d.C., controllò le tratte commerciali 
                  tra Mosca e l'Impero Bizantino. Il ramo della famiglia di Nicola 
                  fu mandato a pattugliare il Mar Nero, ma Nicola era un uomo 
                  spirituale e ricercò una via di fuga dalla pirateria 
                  e dal brigantaggio per i quali la sua famiglia russa e vichinga 
                  era famosa. Così, con un nuovo nome, si insediò 
                  nelle terre meridionali dell'impero, l'odierna Grecia, e decise 
                  di usare le ricchezze che aveva accumulato in una vita di crimini 
                  per alleviare le sofferenze dei più poveri. 
                  Inedite fonti d'archivio recentemente scoperte a Mosca rivelano 
                  che Kropotkin era affascinato da questo legame famigliare e 
                  dalla straordinaria somiglianza fisica tra lui e la figura di 
                  Babbo Natale, diffusa dal volume “A visit from St. Nicholas” 
                  (meglio conosciuto come “The night before Christmas”). 
                  Kropotkin non era corpulento come lui, ma pensava che un cuscino 
                  sotto la tunica avrebbe potuto funzionare. [...] Decise anche 
                  di seguire il consiglio che l'amico Elisée Reclus gli 
                  diede sulla renna e di utilizzare una slitta a mano. 
                   Kropotkin 
                  normalmente non era solito travestirsi, ma sfruttare la somiglianza 
                  per diffondere messaggi anarchici era un'eccellente propaganda 
                  del fatto. [...] Pensava che tutti avremmo potuto comportarci 
                  come Santa Claus; a margine di un foglio, scrisse: “Intrufolatevi 
                  nei negozi, regalate tutti i giocattoli!”. Alcuni segni 
                  sbiaditi sul retro di una cartolina dicono: 
                
 
                   “Nella notte prima di natale, ci accingeremo 
                    mentre tutti staranno dormendo, ci renderemo conto della nostra 
                    potenza 
                    esproprieremo i beni dai negozi, perché è giusto 
                    e largamente li distribuiremo a quelli che ne hanno bisogno”. 
                 
                 I suoi appunti ci danno modo di addentrarci nelle sue idee 
                  sulle caratteristiche anarchiche del natale e nel suo pensiero 
                  sui modi in cui i rituali del natale vittoriano dovessero essere 
                  modificati. “Sappiamo tutti” scrisse “che 
                  i grandi negozi - John Lewis, Harrods e Selfridges – hanno 
                  iniziato a sfruttare le potenzialità delle vendite del 
                  natale, creando grotte magiche e paesi incantati per adescare 
                  i nostri figli e per pressarci a comprare regali che non vogliamo 
                  e non possiamo permetterci”. “Se sei uno di noi” 
                  proseguiva “realizzerai che la magia del natale dipende 
                  dal sistema di produzione di Babbo Natale, non dai tentativi 
                  dei negozi di sedurti per farti consumare inutili beni di lusso”. 
                  Kropotkin descrisse le officine sparse per il Polo Nord, dove 
                  gli elfi lavoravano felicemente tutto l'anno perché sapevano 
                  che stavano producendo per la gioia di altre persone. Kropotkin 
                  aveva notato che quelle officine erano artigiane, non ricercavano 
                  in alcun modo il profitto ed erano dirette secondo logiche comunitarie; 
                  le considerò quindi come prototipi delle fabbriche del 
                  futuro (delineate in Campi, fabbriche, officine). 
                  Sapeva che alcuni reputavano idealistico il sogno di Babbo Natale 
                  di vedere tutti ricevere doni il giorno di natale, ma si poteva 
                  realizzare; infatti, la diffusione delle officine [...] avrebbe 
                  facilitato una generalizzata produzione legata al bisogno e 
                  avrebbe trasformato il regalo da azione occasionale a condivisione 
                  abituale. 
                  “Dobbiamo dire alle persone”, scrisse Kropotkin, 
                  “che le officine comunitarie possono essere costituite 
                  dappertutto e che possiamo mettere insieme le nostre risorse 
                  per assicurarci che i bisogni di tutti siano soddisfatti”. 
                  L'etica anarchica del natale 
                Una delle questioni sul natale che più infastidiva Kropotkin 
                  era il modo in cui il ruolo ispiratore di Nicholas, nella creazione 
                  del mito del natale, ne aveva confuso l'etica. Nicholas era 
                  erroneamente rappresentato come un uomo caritatevole e benevolo, 
                  santo perché generoso. 
                  Le motivazioni che spingevano Nicholas a donare, e che si erano 
                  dissolte nella figura di Babbo Natale, sono state progressivamente 
                  distorte dall'ossessione vittoriana per i bambini. Kropotkin 
                  non ne capiva veramente i collegamenti, ma sentiva che questa 
                  riflettesse un tentativo di moralizzare l'infanzia attraverso 
                  il concetto di purezza che era simboleggiato dalla nascita di 
                  Gesù. 
                  Naturalmente non poteva immaginare la creazione del “Grande 
                  Fratello Babbo Natale” che sa quando i bambini sono addormentati 
                  e svegli e che arriva in città apparentemente sapendo 
                  chi ha meritato di piangere o imbronciarsi. Ma prima o poi, 
                  avvertiva, questa idea di purezza sarebbe stata usata per distinguere 
                  i bambini cattivi dai buoni e solo gli appartenenti al secondo 
                  gruppo sarebbero stati ricompensati con dei doni. 
                  Comunque sia, era importante tirare fuori il principio della 
                  compassione di Nicholas dai discorsi confusi e senza senso sulle 
                  origini folkloristiche di Babbo Natale. Nicholas regalava perché 
                  soffriva a causa della consapevolezza delle sofferenze delle 
                  altre persone. Nonostante non fosse un assassino (per quel che 
                  ne sapeva Kropotkin), condivideva la stessa etica di Sofia Petrovskaya. 
                  Era ovviamente importante preoccuparsi del benessere dei bambini, 
                  ma il principio anarchico prendeva in considerazione le sofferenze 
                  di tutti. 
                  Un'altra credenza sbagliata riguardava la pratica del dono, 
                  che si pensava richiedesse la realizzazione di un piano centralizzato, 
                  supervisionato da un amministratore onnisciente. Tutto ciò 
                  era assolutamente sbagliato: Babbo Natale era stato creato dall'immaginazione 
                  della gente (prendiamo anche solo in considerazione la gamma 
                  di nomi locali accumulati da Nicholas - Sinterklaas, Tomte, 
                  de Kerstman) e la diffusione dell'allegria - attraverso la festività 
                  - era organizzata dal basso verso l'alto. Il principio solidaristico 
                  di mutuo appoggio, sosteneva Kropotkin, era sepolto nel natale. 
                  Sfruttare il potenziale propagandistico 
                Kropotkin apprezzava il significato dei rituali e il valore 
                  che gli individui e le comunità davano ai carnevali, 
                  alle rievocazioni e alle commemorazioni. Non auspicava l'abolizione 
                  del natale come non voleva vederlo statalizzato attraverso una 
                  ristrutturazione burocratica del calendario. Tuttavia era importante 
                  riuscire a separare l'etica presente nel natale dalle caratteristiche 
                  della sua celebrazione. Il significato del suo festeggiamento 
                  avrebbe dovuto essere quello di estendere il principio di mutuo 
                  appoggio e di compassione nella vita di tutti i giorni. Nella 
                  società capitalistica, la festività natalizia 
                  forniva uno spazio per i buoni comportamenti; mentre era possibile 
                  essere un cristiano una volta l'anno, l'anarchismo invece riguardava 
                  l'intera vita. 
                  Kropotkin realizzò che la sua propaganda poteva avere 
                  maggior successo se avesse dimostrato che il messaggio anarchico 
                  era contenuto anche nella cultura mainstream. I suoi 
                  appunti ci rivelano che guardasse con riguardo “Il canto 
                  di Natale” di Charles Dickens per trovare un mezzo che 
                  veicolasse le sue idee. Nel libro erano attribuite al natale 
                  idee di amore, allegria e benevolenza. Kropotkin trovava geniale 
                  la struttura del libro. Cos'è la storia dell'incontro 
                  di Scrooge con i fantasmi del natale passato, presente e futuro 
                  se non una prefigurazione della possibilità di cambiamento? 
                  Guardando al presente attraverso il passato, a Scrooge viene 
                  data la possibilità di modificare la sua vita miserevole, 
                  rimodellando il suo futuro e il futuro della famiglia Cratchit. 
                  Anche se veniva ricordato una sola volta l'anno, il libro di 
                  Dickens dava agli anarchici uno strumento perfetto per veicolare 
                  il loro insegnamento: modificando il modo in cui agiamo oggi 
                  e modellando i nostri comportamenti in riferimento a quelli 
                  di Nicholas, possiamo aiutare a costruire un futuro in cui sia 
                  sempre natale! 
                 Ruth Kinna 
                   
                  traduzione di Carlotta Pedrazzini 
                 Originariamente apparso in Strike! magazine (novembre 
                  2014) con il titolo An anarchist guide to... Christmas.
                 
                   
                    Ruth Kinna insegna Teoria Politica 
                        alla Loughborough University (Gran Bretagna). Dal 2007 
                        è redattrice del giornale Anarchist Studies. È 
                        autrice del libro “Anarchism - A beginners guide” 
                        e di “William Morris: The art of socialism”.  | 
                   
                 
                
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