Un mondo di condivisione 
                 
                  Anche su questo numero della rubrica torno su un tema che ho 
                  trattato ormai più volte, il dono e la condivisione. 
                  Questa volta prendo spunto da una pubblicazione curata da uno 
                  dei migliori festival italiani, I dialoghi sull'uomo 
                  di Pistoia diretti da Giulia Cogoli. Si tratta di un agile volume 
                  dal titolo esplicativo; L'arte della condivisione. Per un'ecologia 
                  dei beni comuni (UTET, 2015). In questo testo di sole 113 
                  pagine trovano spazio numerosissimi spunti anche perché 
                  è un'opera collettanea di ben otto autori. Cercherò 
                  brevemente di parlare degli spunti più interessanti dei 
                  vari autori che hanno scritto nel testo. 
                  Il libro si apre con la penna di un caro amico antropologo Marco 
                  Aime, il suo pezzo potrebbe sembrare un fuori tema perché 
                  al lettore che prende in mano questo testo sulla condivisione 
                  verrebbe subito da pensare alle società primitive, a 
                  Malinowski e il suo kula, quello scambio simbolico di 
                  doni effettuato nelle isole Trobriand (nell'Oceano Pacifico) 
                  tra le popolazioni di queste isole che è basato su un 
                  rapporto di fiducia, oppure potremmo pensare alle trattazioni 
                  di Pierre Clastres e invece Aime inizia il suo scritto con una 
                  citazione di intellettuali antifascisti al confino. Precisamente 
                  prende in prestito le parole di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi 
                  ed Eugenio Colorni che confinati dal regime fascista a Ventotene 
                  redassero in quelle lunghe giornate di prigionia un testo importante: 
                  Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto, 
                  quello che è passato alla storia come il Manifesto 
                  di Ventotene. 
                   In 
                  questo scritto mentre in tutto il mondo si combattevano feroci 
                  e decisive battaglie contro il nazismo, questi antifascisti 
                  riflettevano su come porre fine non solo ai totalitarismi, ma 
                  anche all'egemonia del capitale seguendo una via nuova, che 
                  superasse gli interessi particolari dei singoli stati. Quella 
                  che si immaginavano era un'Europa, un mondo per tutti, un mondo 
                  di condivisione, pace ed uguaglianza. A questo punto capiamo 
                  perché lo scritto di Aime non solo non è un fuori 
                  tema ma è anche un ponte con il contemporaneo, con quello 
                  che è sotto i nostri occhi quotidianamente, ovvero un 
                  mondo che non è stato in grado di creare uguaglianza 
                  e condivisione e in questo testo l'autore sostiene con forza 
                  che o cambiamo rotta e lavoriamo tutti insieme per creare un 
                  mondo di accoglienza e condivisione come quello sognato dagli 
                  antifascisti di Ventotene, o cominciamo a costruire un progetto 
                  di solidarietà diffusa e il riconoscimento di tutti gli 
                  individui come esseri umani oppure il futuro sarà tragico. 
                  Il secondo saggio è invece una conversazione tra Adriano 
                  Favole e Matteo Aria che ci espongono le differenze che passano 
                  tra dono e condivisione e ci spiegano anche con semplici esempi 
                  perché la condivisione è una componente importante 
                  del legame sociale. In questo testo si sottolinea come la ricerca 
                  dell'utile non possa essere l'unica spiegazione del comportamento 
                  umano. A differenza del dono però, la condivisione non 
                  implica il possesso e neppure l'obbligo di ricambiare, la condivisione 
                  caratterizza tutte quelle situazioni in cui gli “io” 
                  si dissolvono in un “noi”. Gli autori di questo 
                  saggio sottolinenao i pericoli di un'economia del dono e si 
                  fanno sostenitori del concetto più aperto e libertario 
                  di condivisione. 
                  Il terzo saggio scritto da Remo Bodei filosofo della UCLA di 
                  Los Angeles si chiede se è un utopia l'idea di un mondo 
                  condiviso. Nel suo scritto analizza il cambiamento delle “nostre” 
                  città e si pone delle domande sulla condivisione dei 
                  beni primari, la sua conclusione partendo da una citazione di 
                  italo Calvino tratta da Le città invisibili è 
                  che sicuramente vorremmo tutti vivere in una città che 
                  realizzi i desideri dei cittadini, favorire una condivisione 
                  di forme di vita tra loro compatibili anche differenti ma non 
                  antagonistiche, insomma un ideale assolutamente da perseguire 
                  ma con la consapevolezza della sua difficoltà. 
                  Andando avanti nel testo troviamo il contributo del filologo 
                  e linguista Luca Serianni che apporta un'analisi della condivisione 
                  linguistica nel nostro paese, una condivisione che prende l'avvio 
                  dal passato, dall'“italiano pidocchiale” del XVI 
                  secolo, una negazione di una purezza originaria anche nel campo 
                  linguistico che come tutti i fenomeni culturali sono sempre 
                  in dialogo con l'altro. 
                  Non poteva mancare un ragionamento del teorico della “decrescita 
                  felice” Serge Latouche Il filosofo ed economista francese 
                  analizza il rapporto tra ecologia, economia e filosofia. Per 
                  Latouche quello che sta accadendo in campo ambientale, economico 
                  e sociale, è il risultato di una concezione di progresso 
                  che non tiene conto dei limiti naturali e temporali e che alla 
                  cooperazione sostituisce la competizione ed il conflitto. Bisogna 
                  invertire la rotta prima di altre emergenze e disastri a cui 
                  potrebbero corrispondere svolte autoritarie, il cambiamento 
                  è ancora possibile ma ciò implica una metamorfosi 
                  culturale ed una presa di coscienza urgente sull'importanza 
                  del concetto della condivisione in senso profondamente sociale 
                  e comunitario. Concorda con Lautouche un altro autore Alain 
                  Caillé che da più di trent'anni anima La Revue 
                  du M.A.U.S.S. (Movimento anti-utilitarista nelle scienze sociali) 
                  sviluppa quello che definisce un “paradigma del dono”, 
                  seguendo il famoso Saggio sul dono di Marcel Mauss, in cui ritiene 
                  vadano cercati non soltanto i fondamenti possibili di una scienza 
                  sociale in generale, ma anche le basi di un'alternativa ideologica 
                  al neoliberismo. Secondo Caillé non avremo nessuna possibilità 
                  di vincere il capitalismo finanziario e speculativo – 
                  che è il principale responsabile delle crisi economiche, 
                  sociali, ambientali e morali che stiamo vivendo – se non 
                  sapremo prospettare un altro modo di pensare e di abitare il 
                  nostro mondo. 
                  Saggio stimolante quello di Laura Bosio docente di tecnica della 
                  scrittura che attraversa la tradizione letteraria ponendo come 
                  filo conduttore il concetto di condivisione con l'altro attraverso 
                  la partecipazione. Una partecipazione data dallo sguardo che 
                  implica l'apertura nell'altro e la sconfitta della solitudine. 
                  Gli occhi aperti sull'individuo come forma di attenzione che 
                  porta ad indagare di continuo ciò che succede intorno 
                  alle relazioni umane con la consapevolezza che deriva dal guardare 
                  rendendosi conto di ciò che si vede. La scrittrice prende 
                  in esame la poetica, lo spirituale e la letteratura per descrivere 
                  ciò che nell'uomo è una forma naturale e innata 
                  di empatia: il sentire l'altro con gli occhi, il condividere 
                  gli sguardi. 
                  Un saggio ricco di riflessioni, tanti ingredienti per riflettere 
                  sulla possibilità di costruire un mondo di condivisione 
                  e non di profitto e sfruttamento. L'arte di condividere è 
                  una strategia importante e di grandissima attualità. 
                  La condivisione, il mettere in comune risorse e opinioni, è 
                  alla base della convivenza umana e animale. Elemento costitutivo 
                  dell'umanità e di molti aspetti della contemporaneità, 
                  il condividere si contrappone all'individualismo possessivo, 
                  alla competizione e al consumismo.
                
  Andrea Staid
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