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                 Che cos'è la CGT (Confederation General del Trabajo)? 
                È un'organizzazione anarcosindacalista nata dieci anni 
                  fa, frutto di una sentenza giudiziale che ci impediva di utilizzare 
                  la sigla CNT. È il risultato di una scissione prodottasi 
                  nel Quinto Congresso della CNT, anno 1979. La rottura nasce 
                  quando una parte della CNT considera necessario e imprescindibile 
                  presentarsi alle Elezioni Sindacali per non emarginarsi dal 
                  mondo del lavoro, indipendentemente dal fatto che la nostra 
                  posizione fosse e rimanga critica verso queste elezioni, considerate 
                  però necessarie per ottenere un "carico" sufficiente 
                  per imporsi alla forza padronale. Nella CGT, dopo la separazione, 
                  sono andati confluendo altri settori della CNT usciti dopo il 
                  Quinto Congresso, che hanno vissuto lo stesso problema da noi 
                  denunciato.  
                  La CGT a poco a poco si è andata impiantando nel mondo 
                  del lavoro di tutto lo stato spagnolo; è un'organizzazione 
                  in continuo aumento, che sta ottenendo la "maggiore rappresentatività" 
                  in vari settori e regioni, che tratta contratti collettivi, 
                  che è presente nell'industria e contemporaneamente nelle 
                  manifestazioni di piazza, non solo con una prospettiva unicamente 
                  di settore e puramente sindacalista, per il lavoro quotidiano, 
                  ma anche con una prospettiva generale contro la politica economica 
                  capitalista del governo spagnolo. La CGT, come testimoniano 
                  le manifestazioni contro l'esclusione sociale e la disoccupazione, 
                  è presente anche a livello europeo, come nelle marce 
                  di Amsterdam nel 1997 o di Colonia nel 1999, ed in altre manifestazioni 
                  tenutesi tanto in Francia quanto in altri paesi, insieme al 
                  sindacalismo alternativo europeo. Noi ci sentiamo, al pari delle 
                  altre organizzazioni anarcosindacaliste, prosecutori della tradizione, 
                  pur essendo critici, per quanto crediamo sia necessario. Analizzando 
                  la nostra storia, man mano che cresciamo, la prassi è 
                  la stessa di qualsiasi sindacato libertario, di qualsiasi struttura 
                  anarcosindacalista: una prassi impiantata sull'assemblea, il 
                  federalismo, la solidarietà, il mutuo appoggio, i comitati 
                  non decisionali, il comitato coordinatore, essenzialmente l'azione 
                  diretta. Questo è quello che ci differenzia dal sindacalismo 
                  ufficiale, come Commissiones Obreras e UGT. A 
                  poco a poco stiamo uscendo come un punto di riferimento a sinistra 
                  in Spagna. Senza trionfalismo, con una situazione difficile 
                  nella pratica quotidiana, perché la condizione d'integrazione 
                  del cittadino nel sistema attuale è molto forte, l'apatia 
                  è molto forte, è difficile la mobilitazione contro 
                  il dominio del capitale, è difficile impiantare posizioni 
                  di sinistra. Possiamo quindi dire che ci sentiamo soddisfatti 
                  per questa progressione costante che stiamo ottenendo con un'organizzazione 
                  che è presente nelle lotte ancora non a livello ottimale, 
                  comunque con forza. Dentro il sindacalismo spagnolo pensiamo 
                  che siamo la "forza possibile" dove le donne e gli 
                  uomini che lottano per la libertà e la giustizia sociale, 
                  trovano uno strumento ove possono lavorare e sviluppare le proprie 
                  idee, partecipare e decidere. Questo è ciò che 
                  oggigiorno non permette la società, perché essa 
                  è organizzata su livello della delega. Aspiriamo a essere 
                  un sindacato di massa e un punto di riferimento per la società 
                  civile e la sinistra, in una organizzazione dove esiste un pluralismo 
                  importante, differenti provenienze, ma che mantenga le forme 
                  caratteristiche dell'anarcosindacalismo. Dentro questa dinamica 
                  tessiamo relazioni a livello europeo con la finalità 
                  di creare un'Internazionale, un Coordinamento Europeo, d'ispirazione 
                  chiaramente libertaria, anarcosindacalista o per lo meno con 
                  un contenuto anarcosindacalista nella pratica. Per questo teniamo 
                  relazioni con sindacati francesi, la CNT francese e tutti i 
                  sindacati che fanno capo al Gruppo dei Dieci, cioè Sud 
                  Educazione, Poste, Ferrovie, eccetra, per la Svezia con la SAC, 
                  in Italia la relazione più importante è con l'Unicobas, 
                  anche se questo non evita che si abbiano allo stesso tempo rapporti 
                  con altri sindacati come la CUB, il SinCobas, il COMU. La nostra 
                  idea è che tutto il sindacalismo alternativo, di classe, 
                  rivoluzionario, anarcosindacalista sia messo insieme in un coordinamento 
                  internazionale europeo - anche con l'aspirazione ad andare oltre 
                  l'Europa - che sia capace di creare uno strumento che serva 
                  per far fronte alle imposizioni del capitalismo, del neoliberismo, 
                  contro il pensiero unico che sta controllando il mondo e che 
                  sta apportando un taglio delle libertà e un maggior dominio 
                  sull'essere umano, per realizzare invece maggiore giustizia, 
                  maggiore sicurezza, una giusta ripartizione della ricchezza. 
                  Dentro il mondo "alternativo", dentro il mondo anarcosindacalista 
                  esiste poca decisione, esiste eccessivo dogmatismo nel vedere 
                  "con chi stare e con chi non stare", esiste un modo 
                  di essere e di porsi che deve essere superato. La situazione 
                  mondiale è sempre più ingiusta e i benefici e 
                  la ricchezza si concentrano sempre più in poche mani, 
                  mentre la miseria e la povertà sono sempre più 
                  diffuse. Dopo il disastro della dominazione comunista autoritaria, 
                  dopo la caduta del muro di Berlino, era il momento dei libertari, 
                  dell'anarcosindacalismo, dell'anarchismo, ma non siamo stati 
                  all'altezza di quello che la storia ci ha chiesto e ci chiede 
                  in questo momento. In questo momento è necessario superare 
                  la quantità di piccole inimicizie, i piccoli gruppi interessati 
                  solo alla loro piccola forza, influenza ed entità, il 
                  personalismo. È necessario essere molto più aperti, 
                  essere disposti ad andare molto oltre, per buttarsi tutti in 
                  un'azione comune contro il capitalismo. Stiamo arrivando ad 
                  un momento di "schiavizzazione" molto sottile, di 
                  maggior controllo da parte del capitale e dell'apparato dello 
                  stato che è al suo servizio. Il sindacalismo odierno 
                  è diverso da quello storico della CNT della rivoluzione: 
                  allora era chiaro dove stava il capitale e dove il nostro valore; 
                  oggi lo sviluppo tecnologico sta creando soggetti totalmente 
                  differenti. Intendiamo che il sindacalismo non deve solo dedicarsi 
                  al mondo della fabbrica, ma deve guardare anche molto più 
                  in là, a livello molto più globale, relazionandosi 
                  con tutti i problemi sociali. I problemi di oggi sono anche 
                  i problemi del "cittadino", e dobbiamo aspirare a 
                  che il cittadino abbia la possibilità di decidere e potere 
                  di decisione. Questi sono i problemi tanto dei giovani come 
                  degli antimilitaristi e dei non sottomessi, delle donne e dell'ecologismo. 
                  Serve un anarcosindacalismo che sviluppi un'azione completa, 
                  totale e globale, della società contro un capitalismo 
                  organizzato mondialmente, con una medesima idea, con un'organizzazione 
                  mondiale, con uno stesso interesse, con la stessa idea di libertà 
                  e di giustizia.  
                  
                   
                  L'importanza 
                  del confronto 
                La CGT è un movimento sindacale che ha un impatto 
                  reale con il mondo del lavoro e anche, come dicevi tu, con la 
                  società civile ed attrae, come strumento della sinistra, 
                  aree di provenienze le più diverse. Come si realizza 
                  questa sintesi all'interno della CGT e qual è il rapporto 
                  con i partiti politici? 
                Quando la CGT ha iniziato a lavorare nel mondo del lavoro, 
                  anche partecipando alle elezionali sindacali, negoziando contratti 
                  collettivi, lavorando giorno per giorno nel quotidiano, combattendo 
                  contro il padronato, si è andata convertendo, mano a 
                  mano, in un punto di riferimento per tutti i sindacalisti e 
                  militanti operai presenti nella lotta e contrari alle logiche 
                  imposte dal sindacalismo tradizionale, da quello che le Comisiones 
                  Obreras e la UGT stanno facendo. Una parte consistente 
                  di questi militanti viene alla nostra organizzazione perchè 
                  ha l'opportunità di continuare a lottare. Non vengono 
                  alla CGT con la finalità di controllarla o di ottenere 
                  posti di responsabilità. Sarà nostra responsabilità 
                  renderci capaci di educarli nella pratica, perchè intendano 
                  che la pratica libertaria e anarcosindacalista è più 
                  adeguata delle pratiche autoritarie che hanno conosciuto nelle 
                  vecchie organizzazioni di provenienza. Questo tipo di apporto 
                  nuovo non ci crea alcun problema. L'anarchismo o l'anarcosindacalismo 
                  non nascono per imporre ideologie, lo sviluppo teorico deve 
                  evolversi in un dibattito permanente, in divenire, che si sviluppi 
                  quotidianamente. Gli anarchici o gli anarcosindacalisti non 
                  possono sottrarsi a questo dibattito semplicemente perchè 
                  pensano di essere nel giusto o di "aver ragione". 
                  Sono le forme dell'azione di base, la pratica, l'assemblearismo, 
                  l'azione diretta, le forme adeguate a cambiare lo stato di cose 
                  esistenti. Isolarsi, sottrarsi al dibattito significa non aver 
                  fiducia in queste stesse forme. Rifiutare il confronto significa 
                  rinunciare a tutto e isolarsi in una posizione intimista. 
                 Che strumenti ha la CGT per salvaguardare l'organizzazione 
                  da tentativi egemonici di partito? 
                L'organizzazione è, per statuto, assolutamente indipendente 
                  da qualsiasi partito politico, chiesa, Stato, dal capitale ed 
                  esiste incompatibilità tra cariche nel sindacato e cariche 
                  di partito, con posti di responsabilità o con partecipazione 
                  attiva alla vita politica, questo è stato precisato. 
                  Abbiamo relazioni puntuali con i partiti politici, non abbiamo 
                  nessun problema nel coltivare rapporti, non di tipo strategico 
                  bensì a carattere tattico, per obiettivi concreti. Stiamo 
                  in un sindacato e crediamo che il sindacato è bene che 
                  sia indipendente ed autonomo da qualsiasi tipo partito politico 
                  o forza esterna, a maggior ragione se questa è al servizio 
                  del denaro o della corruzione. La corruzione della politica 
                  dimostra che abbiamo ragione, è un elemento a nostro 
                  favore. 
                Non ci sono stati casi di scontro, tentativi di rilievo 
                  di infiltrare o condizionare la CGT? 
                Non di rilievo, ma credo che vi sarà sempre qualcuno 
                  che abbia interessi in tal senso; questo fa parte della vita 
                  e della lotta. L'anarcosindacalismo non si deve preoccupare 
                  di questo. Quello che deve emergere è l'attitudine ad 
                  una prassi chiara che impedisce di per sè questi tentativi. 
                  Noi abbiamo più ragioni e più elementi, tali e 
                  tanti da suggerirci di non occultarci ma di stare in prima fila 
                  con maggior orgoglio, onestà ed etica possibili. 
                Lo strumento migliore è, quindi, la prassi? 
                Sì, in questo momento tutto è in discussione 
                  e bisogna dimostrare alla società la differenza: è 
                  facile parlare, criticare, non basta avere storicamente le mani 
                  pulite; difficile e necessario è dimostrare che siamo 
                  una organizzazione differente, che siamo capaci di agire differentemente, 
                  di funzionare in modo differente, di costruire in modo differente, 
                  la prassi è l'unica che possa cambiare il mondo e che, 
                  in una società totalmente screditata, possa dare la possibilità 
                  di credere in qualcosa. 
                
                   
                  
                   
                  Josè Marì Olaizola Albeniz, segretario 
                  generale della CGT.  
                
                   
                  Contro 
                  la frammentazione 
                Abbiamo notato una certa attenzione, da parte della CGT, 
                  nei confronti dei centri sociali e di tutto quello che si muove 
                  nel basso della società spagnola a livello di antagonismo 
                  sociale. 
                Nella società attuale c'è un 50% di lavoratori 
                  che può dire di avere un lavoro fisso, però l'altro 
                  50% o è disoccupato o ha lavori a termine: più 
                  o meno si tratta di una forma di precariato diffuso. La vecchia 
                  forza del movimento dei lavoratori è oggi completamente 
                  destrutturata: non è la stessa cosa difendere un lavoratore 
                  con il posto fisso ed uno permanentemente ostaggio del capitale, 
                  senza occupazione stabile e senza alcun futuro. Tutta questa 
                  precarietà, disoccupazione, aumento della povertà, 
                  la realtà di cittadini che non sono cittadini perchè 
                  non hanno strumenti, capacità contrattuale e decisionale, 
                  sono problemi che il sindacato deve assumersi. Esiste una proliferazione 
                  di gruppi sociali ognuno dei quali si occupa di una cosa specifica, 
                  con i quali teniamo contatti e che cerchiamo di portare nel 
                  sindacato. A fronte di questo disagio generale, c'è una 
                  risposta parcellizzata: alcuni lottano solo contro la disoccupazione, 
                  altri per l'occupazione delle case, altri per l'antimilitarismo, 
                  altri per gli immigrati. Il capitale ha un progetto globale, 
                  non ha nessun problema che esistano gruppi frammentati con obiettivi 
                  parziali, perchè li può assimilare; l'unica possibilità 
                  è che questa frammentarietà si unisca in un'unica 
                  cosa, un progetto comune contro il capitale. Costruire questo 
                  progetto è il dovere di qualsiasi rivoluzionario: far 
                  sparire la frammentazione delle lotte. 
                Quali obiettivi la CGT ha "puntato" con forza, 
                  negli ultimi anni? 
                Ci sono vari aspetti nella lotta della CGT. Da una parte la 
                  lotta quotidiana in un'impresa o in un settore e bisogna tener 
                  conto del fatto che la CGT ha nel comparto ferroviario una rappresentatività 
                  del 17%, una rappresentatività nella società telefonica 
                  e nelle poste superiore al 10%, una forte rappresentatività 
                  nel settore dell'automobile VOLKSWAGEN - SEAT, FORD, GENERAL 
                  MOTORS, RENAULT etc, stiamo aumentando la rappresentatività 
                  nella sanità, nell'amministrazione pubblica, nel settore 
                  dell'educazione. Esiste, poi, un aspetto generale di confronto 
                  con il capitale che si è concretizzato nella lotta per 
                  la redistribuzione del lavoro e della ricchezza, contro l'esclusione 
                  sociale e la disoccupazione e per le 35 ore settimanali, per 
                  la sparizione dello straordinario e per il salario sociale, 
                  un salario sociale che la società deve fornire se non 
                  dà la possibilità di un lavoro. È un traguardo 
                  che seguiamo da 4/5 anni, sul quale dobbiamo insistere. Vi è, 
                  ancora, il problema della riduzione dei diritti e delle libertà 
                  sociali. 
                  Su questi fronti lavoriamo, ove è possibile, con gruppi 
                  di disoccupati, gruppi sociali da una parte e, ad esempio, con 
                  IZQUERDA UNIDA dall'altra, o con sindacati come l'USO e la STES 
                  o con il movimento anti-Maastricht. Movimento che si è 
                  rivelato in diverse manifestazioni, come quella del 20/6/98 
                  che ha portato 50.000 persone a Madrid, manifestazione dove 
                  la bandiera anarcosindacalista si è vista come forza 
                  importante con migliaia di manifestanti, cosa che vogliamo portare 
                  anche a livello europeo, come abbiamo fatto a Colonia quest'anno 
                  e ad Amsterdam due anni fa, dove la CGT e l'anarcosindacalismo 
                  sono stati protagonisti in piazza. L'unica organizzazione spagnola 
                  che ha partecipato è stata la CGT; il resto del movimento 
                  libertario spagnolo era assente. C'è da evidenziare che 
                  a Colonia erano presenti differenti organizzazioni anarcosindacaliste, 
                  come i francesi della CNT, gli svedesi della SAC, organizzazioni 
                  libertarie come l'Unicobas, organizzazioni sindacali alternative 
                  tedesche e francesi, e questo è stato lo spezzone più 
                  importante del corteo. Questo è servito a far vedere 
                  a tutto il movimento della sinistra europea quali sono la forza 
                  e le possibilità del nostro schieramento. Qual è 
                  stata l'iniziativa della CGT in tutto ciò? La CGT, considerata 
                  eretica dal movimento anarchico "ufficiale", ha coltivato 
                  in questi anni rapporti con tutto il mondo del sindacalismo 
                  alternativo, anarcosindacalista e libertario europeo, proponendo 
                  obiettivi di lotta comune perchè fosse presente nelle 
                  manifestazioni di Amsterdam e di Colonia. Così, a poco 
                  a poco, abbiamo ottenuto che, nella pratica, si realizzasse 
                  una convergenza significativa. Si è realizzato un disegno 
                  unitario che nella pratica ha messo insieme un settore importante, 
                  reso chiaramente visibile con le bandiere dello stesso colore. 
                  Un'idea comune che realizza un interesse comune. Noi continueremo 
                  con questa iniziativa, senza mai rispondere alle provocazioni: 
                  la provocazione non ci interessa, è perdita di tempo, 
                  di energia, la nostra capacità di lotta deve essere indirizzata 
                  verso altre cose. 
                Quanti affiliati ha la CGT? 
                È sempre difficile rispondere, ma si tratta di circa 
                  60.000 lavoratori iscritti. Naturalmente, nelle elezioni sindacali 
                  abbiamo ottenuto molti più voti. Ultimamente stiamo avendo 
                  anche una discreta presenza giovanile. 
                La CGT ha due periodici - ROJO Y NEGRO e LIBRE PENSAMIENTO 
                  - ed ha una particolare attenzione aal momento di rielaborazione 
                  teorica e culturale, anche tramite la fondazione SALVADOR SEGUI' 
                Rojo y Negro è una pubblicazione mensile molto 
                  diffusa all'interno ed all'esterno dell'organizzazione. Parla 
                  delle nostre iniziative ed analizza la situazione generale, 
                  politico sindacale, del movimento. Tira più di 30.000 
                  copie ed abbiamo l'aspirazione di aumentarne il numero. 
                  Libre Pensamiento è una rivista di riflessioni, 
                  analisi e dibattiti, totalmente aperta e plurale. Non vi scrivono 
                  solo soggetti che appartengono all'anarchismo o all'anarcosindacalismo, 
                  ma anche esponenti di altre correnti di pensiero, di provenienza 
                  marxista o cristiana che, comunque, hanno la possibilità 
                  di spiegare le loro tesi. 
                  Non siamo assolutamente chiusi al dibattito perchè, come 
                  affermavo prima, non dobbiamo avere alcun problema a confrontarci 
                  se siamo sicuri di quello che facciamo. 
                
                   
                  Come 
                  anarchici ed anarcosindacalisti 
                In quali settori, secondo te, è necessaria un'evoluzione 
                  del pensiero libertario?  
                Penso che esista una tensione naturale dell'essere umano verso 
                  l'aspirazione alla libertà, alla giustizia ed alla felicità. 
                  Credo che i settori maggiormente in crisi, in questo momento, 
                  siano quelli di provenienza marxista, socialista, comunista 
                  che aspirano ad una maggiore giustizia sociale, ad un mondo 
                  solidale, egualitario. Questi settori stanno analizzando l'origine 
                  dei propri errori, in cosa hanno sbagliato e di cosa hanno bisogno; 
                  stanno comprendendo che la partecipazione ed il rispetto sono 
                  fondamentali. Al di là di tutto ciò, penso che, 
                  come anarchici ed anarcosindacalisti, dobbiamo guardare all'essere 
                  umano, alla sua aspirazione ad un mondo migliore e dobbiamo 
                  avere un'iniziativa aperta a 180 gradi, verso tutti i settori. 
                Hai scritto un libro con Chema BERRO, SINDACALISMO Y TRANSFORMACION 
                  SOCIAL, dove si fa un'analisi del sindacalismo rivoluzionario 
                  e dell'anarcosindacalismo con una visione di superamento, in 
                  parte, della logica che mette in risalto, in paarticolare, gli 
                  aspetti più sindacali dell'intervento. Anche nell'analisi 
                  sulla CNT storica mette in luce personaggi e tesi della tendenza 
                  sindacalista, da non confondersi, in senso stretto, con la tradizione 
                  "sindacalista-rivoluzionaria" di matrice soreliana. 
                  Cosa deve prendere il sindacalismo alternativo di oggi dalla 
                  storia? 
                Soprattutto, quello che fu la sua pratica reale, di ricerca 
                  e di studio, di onestà, di etica sempre più necessarie 
                  in questo mondo. Però deve essere accompagnata da una 
                  pratica di partecipazione; è necessario spiegare alla 
                  gente, ai lavoratori che i loro problemi non possono essere 
                  risolti da un "salvatore" e che i problemi sono di 
                  tutti e che devono essere risolti con un apporto collettivo. 
                  Questa è la cosa fondamentale, perchè i momenti 
                  storici non hanno niente a che vedere l'uno con l'altro. Un 
                  tempo lo sfruttamento sottometteva tutti in uno stesso modo, 
                  mentre oggi molti degli affiliati alla nostra organizzazione 
                  vivono in una situazione di benessere sociale. I sentimenti 
                  di oppressione che si vivevano un tempo non sono gli stessi 
                  che si vivono oggi, perchè diverse sono le forme di sfruttamento 
                  e di oppressione che, oggi, esercita il capitale. Sono state 
                  create due diverse realtà: una che vive relativamente 
                  bene ed un'altra totalmente esclusa. Occorre, quindi, prendere 
                  consapevolezza di questa situazione per capire la necessità 
                  di combatterla. Se non c'è questa comparazione, l'ingiustizia 
                  viene vissuta come "legale e democratica". Contano, 
                  anche in questo, molto la pratica di discussione, il confronto 
                  e la partecipazione di tutti.  
                  
                   
                 
                    
                 
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