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  La nuda parola
 Timide lagnanze e ripetuti affanni la nuda parola desta i poeti
 i soli scossi, turbati, inquieti
 quanto il comun sentir ignora i danni.
 
 Ché la parola non susciti inganni
 basta amarla splendida creatura
 libera nel pensar la propria figura
 forte, stagliata, senza i soliti malanni.
 
 La cui origine perdura con gli anni
 trascorsi in cupi e austeri palazzi
 al fin di proteggerla da folli pazzi
 che offendono ministri, re, tiranni.
 
 E ridono beffardi delle fatiche immani
 nel far ad ogni minimo accenno
 di un pronto risorger del Ventennio
 l'occasione per batter i tacchi e menar le mani.
 
 Ma la nuda parola priva di panni
 turba gli animi, strappa il silenzio
 e come fronde libere al vento
 urla la rabbia in faccia a questi scanni.
 
 Che in nome della libertà, della democrazia
 della vittoria al terrorismo, della gramigna anarchia,
 ci fan sentir sicuri dentro uno stato di polizia
 dove tacer è una virtù, il parlar chiaro un'idiozia.
 Jules Èlysard |          
  
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